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Rete Civico 9: strumento di partecipazione o propaganda?

Civico 9 - Residenti allopera a Parco Emilio

Cos’è, come viene percepita e cosa può diventare Rete Civico 9 attraverso lo sguardo dei cittadini e della politica

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Tratto da Urlo n.114 aprile 2014

MUNICIPIO IX – Il 15 marzo, nel territorio del Municipio IX, gruppi di cittadini con una pettorina bianca, armati di guanti, rastrelli e sacchi di plastica, si sono resi protagonisti di numerosi interventi. Obiettivo: riqualificare 16 parchi e giardini. È stata questa la prima vera iniziativa messa in campo dalla Rete Civico 9. Un network, voluto dal Municipio, che sta facendo molto parlare di sé. Tra detrattori, scettici e apologeti, abbiamo cercato di ricostruire il senso di questa rete. Partendo dalle considerazioni dei cittadini. “L’esperienza di Civico 9 è certamente molto importante – ha osservato Carla Canale, Presidente del CdQ Vigna Murata – perché consente ai cittadini di darsi da fare per il proprio territorio. La prima uscita – ha aggiunto, riferendosi al 9Day ovvero alla data del 15 marzo, ndr – si è basata per lo più su iniziative di decoro proposte dai singoli CdQ ed associazioni. Ora, però, è necessario arrivare ad una regolamentazione della rete ed è altrettanto necessario che siano chiari gli scopi. L’amministrazione municipale – ha concluso Canale, che il 9Day con il suo CdQ ha partecipato alla sistemazione del parco giochi di via Arcidiacono – è ora chiamata a gestire con equilibrio i rapporti con il territorio, fissando pochi obiettivi misurabili, e a rendersi parte attiva della rete”.
Che le iniziative messe in campo dalla Rete Civico 9 siano state richieste dai cittadini ce lo conferma anche Guido Basso, Presidente del CdQ Tor de’ Cenci-Spinaceto. “Abbiamo ripulito il parco di Spinaceto durante una bellissima giornata a cui hanno partecipato numerose associazioni, dagli scout dell’Agesci a quelli dell’Assorider, dalla Protezione Civile a Spinaceto Cultura, solo per citarne alcune. Si tratta in verità di un’iniziativa che ogni anno viene realizzata dall’associazione Amici del Parco di Mezzocammino. Quest’anno è stata più partecipata, perché abbiamo coinvolto almeno una dozzina di realtà. Speriamo che queste manifestazioni e la pulizia dei parchi non avvengano però soltanto una tantum”.
Anche a Decima una quarantina di cittadini, si sono dati da fare per il 9Day, tirando a lucido il Parco Emilio e potando un’aiuola spartitraffico. Per Augusto Garzia, Vicepresidente del CdQ Decima-Torrino, la Rete Civico 9, “forse nata più come una trovata di immagine, per il riscontro che ha avuto su tutta l’area municipale, ‘rischia’ di diventare una cosa seria. Viene dato ai cittadini ed ai comitati un contenitore comune, all’interno del quale mettere in sinergia le rispettive competenze e capacità – riflette Garzia – Per quanto ci riguarda, continuiamo a chiedere di affiancare a questa strumento delle strutture tematiche, ossia le Consulte”.
Al di là delle singole proposte, la sensazione ricavata sia dalle considerazioni espresse dai comitati, che dai sopralluoghi effettuati il 15 marzo, è del prevalere d’un clima di forte entusiasmo. Ma c’è chi vi intravede un’operazione politica. “Fino ad oggi, visto come si sta comportando il Presidente Santoro e la sua maggioranza, sembrerebbe per lo più una bella intuizione propagandistica e di immagine, per dirla alla romana, ‘molto fumo e niente arrosto’ – ha commentato il Consigliere Fi al Municipio IX, Gino Alleori – Spero ovviamente di sbagliarmi. Ma alla luce di quanto è emerso in questi otto mesi di ‘gestione Santoro’ e della sua maggioranza, qualche dubbio in me l’hanno fatto venire. Per quanto mi riguarda sono stanco della politica fatta di campagne e di annunci e come me anche i cittadini di questo territorio. C’è bisogno di risposte concrete e non di fuffa. La partecipazione attiva dei cittadini può senz’altro intervenire e la trovo un elemento positivo, che condivido – conclude Alleori – purché il Municipio conduca a soluzioni concrete i problemi del territorio e dei suoi abitanti, dagli asili rimasti chiusi alla Bretella, dalla differenziata allo sgombero del Papillo”.
Scettico è apparso anche Marco Cacciotti, già Presidente del Consiglio municipale con il Pdl: “Va bene il coinvolgimento dei cittadini, ma queste iniziative se non strutturate e regolamentate – aspetto evidenziato anche dai Comitati – rischiano di essere solo degli spot che durano il tempo di un ‘tweet’ o di un ‘selfie’. Poi si torna alla quotidiana emergenza. Civico 9 appare, almeno fino ad oggi, come un contenitore vuoto, una raccolta di dati e di mail dei cittadini, ma nulla di più – osserva Cacciotti – Il Municipio chiede ai cittadini di aderire ad una sigla, ‘Civico 9’, firmando un modulo, ma senza un progetto, un regolamento. Si sta costruendo una mailing list o qualcosa di veramente nuovo?”.
Da una parte, quindi, si sottolinea la partecipazione come elemento positivo. Dall’altra si mette in evidenza l’assenza di regole chiare ed il timore che possa trattarsi di uno “spot”. Dal Movimento 5 Stelle viene messo in risalto anche un altro aspetto: la resa. “La nascita di reti civiche trova il proprio fondamento nella Costituzione (art. 118) e si ispira alla collaborazione tra cittadini ed amministrazione – ricorda Giuseppe Mannarà, Capogruppo M5S municipale – Quest’ultima dovrebbe favorire la loro autonoma iniziativa per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani al fine di migliorarne la fruizione collettiva. Invece Civico9, proprio perché ideato dalla stessa amministrazione, sembra un’implicita ammissione che la pulizia e il decoro non possano più essere garantiti – osserva il Consigliere, introducendo un ulteriore elemento di analisi – ma si deve ricorrere all’autogestione di Municipio e cittadini”. Una considerazione, quella del Capogruppo grillino, che non è sembrata peregrina. “La Rete Civico 9 – ammette infatti il Vicepresidente del Municipio, Alessio Stazi – nasce dalla consapevolezza che le istituzioni non sono più sufficienti in un contesto in cui la città è cambiata. Le aspettative, le difficoltà nel garantire il decoro urbano ed un vivere sociale, nei nostri quartieri, si sono complicate a fronte di istituzioni con mezzi sempre più inadeguati. Quindi Civico 9 nasce dall’idea di uno strumento col quale mettere in rete le realtà del territorio. È uno strumento agile, che permette ai cittadini di realizzare iniziative. È uno strumento della partecipazione”. La partecipazione come risposta alle scarse risorse messe a disposizione dell’ente di prossimità, sembra un po’ questa la chiave di lettura. “Noi avevamo l’alternativa di piangerci addosso o di aspettare che venisse approvato il bilancio – confessa Stazi – ma cosa dobbiamo aspettare, che Ama diventi un’azienda efficiente? Aspettare che il Servizio Giardini diventi una struttura maggiormente operativa? Civico 9 non è una resa delle istituzioni che abdicano le proprie responsabilità all’inefficienza delle strutture operative. Noi volevamo inventare qualcosa in grado di uscire dal guado delle inefficienze”. Nata quindi come reazione ad uno stato di cose, in cui evidentemente non l’amministrazione locale, ma le aziende municipalizzate e gli uffici capitolini appaiono del tutto inadeguati, la Rete Civico 9 è poi stata investita di una proposta. “Vogliamo che sia una rete per condividere, ascoltare e ascoltarsi, ma soprattutto per fare – spiega il Presidente Santoro – Con Civico 9 vogliamo che i cittadini si riapproprino dei loro spazi, dei parchi dei quartieri. Per questo abbiamo pensato al 9Day, in occasione del quale 500 volontari hanno sistemato, pulito, vissuto decine di aree verdi del territorio. Ma Civico 9 non vuole sostituirsi alle Istituzioni – rimarca il Minisindaco – Non ci si dedicherà soltanto alle aree verdi ma anche giornate culturali e di ‘festa’ nei quartieri. Voglio che come in altre zone di Roma cresca un senso di appartenenza. Sono convinto che tra qualche mese potremo dire di essere orgogliosi di vivere in questo municipio. E Civico 9 sarà lo strumento a disposizione di tutti per arrivare a raggiungere questo obiettivo”.

Fabio Grilli