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Riapre il Luneur, il Parco per bambini da 0 a 12 anni

luneur 140 mc donalds

Inaugura dopo 8 anni di abbandono. Nuovo stop il 9 gennaio per la pausa invernale

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Tratto da Urlo n.140 novembre 2016

IL FAMILY PARK – Il 27 ottobre, dopo 8 anni di degrado, annunci ripetutamente smentiti e vicende articolate che vi abbiamo raccontato nel dettaglio in più occasioni, ha riaperto il Luneur. Dimenticate il parco meccanico più antico d’Italia perché al suo posto è sorto un Family Park per bambini da 0 a 12 anni. Sarà visitabile fino al 9 gennaio (dopo il periodo natalizio per il quale si prevedono delle iniziative), dopodiché ci sarà una pausa invernale e bisognerà attendere marzo per la riapertura.

L’INAUGURAZIONE – Il “taglio del nastro” è avvenuto alla presenza del Presidente di Eur Spa, Roberto Diacetti, dell’Amministratore Delegato di Luneur Park, Filippo Chiusano e del Presidente di Luneur Park, Antonio Abete, che hanno sottolineato l’importanza di restituire il Parco alla cittadinanza. E di certo di tempo ne è passato parecchio da quel lontano 2008 quando, dopo scelte imprenditoriali fallimentari, il Luneur chiuse. Attualmente la maggior parte dell’area è stata ristrutturata. Nota stonata è la parte superiore, orientativamente tra via della Pittura e via dell’Industria, ancora cantieristica con parecchio materiale da lavoro in bella vista, comunque posto in sicurezza e non raggiungibile dall’interno. Che la pausa invernale serva per mettere a punto anche quest’ultimo, ingombrante, dettaglio?

LE DIFFICOLTÀ DI QUESTI ANNI – “Questa storia, iniziata 8 anni fa, è stata complicata e coraggiosa – ha dichiarato Chiusano – C’è voluto coraggio da parte degli azionisti di Cinecittà Entertainment a presentare un’offerta per riqualificare il luna park dell’Eur che stava chiudendo dopo anni di degrado. Eur Spa fece una gara e si presentò un solo gruppo imprenditoriale”. In realtà al bando di gara, osteggiato e al centro di numerose polemiche, parteciparono 3 soggetti: Cinecittà, Sogepark e la Luppro, che ha gestito il Parco per più di 50 anni. Insomma, non solo la società vincitrice è stata “coraggiosa” nel presentare la sua offerta, tra l’altro su un’area con enormi potenzialità economiche se ben utilizzata. “Questa – ha continuato – è stata una storia complicata perché quando siamo entrati l’area non era libera da cose e persone. Ci sono voluti quattro lunghi anni, durante i quali sono state fatte una serie di battaglie legali, per poter entrare e iniziare a lavorare per qualcosa di cui avevamo diritto”. Dopo quei quattro anni, però, ce ne sono stati altri quattro prima di poter inaugurare il luna park. Una storia complicata sì ma di certo non gestita nel migliore dei modi. Lo ricordiamo: tanti, tantissimi annunci di inaugurazioni mai avvenute; troppi anni in cui un’area pregevole è rimasta inutilizzata e alla mercé del degrado; le innumerevoli vicende legali che hanno fatto cadere nell’incertezza le sue sorti più di una volta; gli ex operatori del Luneur che hanno perso il loro posto di lavoro e per cui non è stata trovata ricollocazione; la trasformazione di un bene storico, il parco dei divertimenti più antico d’Italia, in un parco giochi per bambini. Sicuramente è positivo che il Luneur oggi sia di nuovo riaperto, ma non bisogna mai dimenticare la storia pregressa che ci ha portati a questo risultato, compreso il tempo e il denaro perso.

LE NOVITÀ – Il Luneur ha attualmente un’offerta di 25 attrazioni tra giostre, giochi e playground. Alcune vecchie attrazioni sono state mantenute (i cavalli di Re Artù, il Brucomela e la Ruota Panoramica) mentre altre fanno solo da scenografia (Magic House, Rotor, Horror House, Treno delle Miniere e Pasaje del Terror). “Siamo profondamente convinti che questo sia un progetto moderno e innovativo – ha dichiarato Abete – tanto che vorremmo replicarlo in altre realtà metropolitane. Il Parco non si basa solo sulla giostra e sulla fisicità, ma sull’esperienza. L’obiettivo è di poggiare il Luneur su due basi: sicurezza e divertimento”, tanto da ipotizzare, in futuro, l’ausilio di braccialetti con geolocalizzazione per i bambini. La formula, in sostanza, si trasforma da “entertainment” a “edutainment”, ovvero intrattenimento educativo.

IL FOOD – Ciò che ci stupisce, vista l’attenzione ai più piccoli al punto di far divenire questo posto “magico” e al contempo educativo, sono le scelte nel campo della ristorazione. Non che nel vecchio Luneur si puntasse sulla qualità, ci mancherebbe, ma in una visione sempre più moderna dei parchi dei divertimenti, e in un periodo in cui tutto sembra andare verso la rivalutazione della gastronomia italiana (e in generale dell’artigianalità), la scelta di punti di ristoro “fast food” appare anacronistica. Nel dettaglio, all’interno del Luneur ci sono chioschi per i pop corn, lo zucchero filato, i dolci (artigianali, sull’esperienza di un forno di Trastevere), gastronomia fredda e gelato (rigorosamente Algida). Ma la ristorazione vera e propria è stata affidata a Mc Donald’s, la catena di fast food americana più famosa al mondo. Se si pensa a cosa sta succedendo in questi giorni a Firenze, dove sono stati “banditi” cibi surgelati e precotti nelle attività del centro storico o, in misura meno estremizzata, se si riflette su quanto si pubblicizzi negli ultimi tempi il mangiare “slow” e tutto ciò che concerne l’educazione alimentare di cui potremmo essere patria indiscussa, la domanda è lecita: considerando che all’Eur esistono già, a pochi metri l’uno dall’altro, ben tre Mc Donald’s, come mai si è deciso di affidare proprio alla catena americana la ristorazione del Luneur? Possibile che in tanti anni di chiusura non si sia riusciti a ideare un’offerta food che facesse la differenza? O quantomeno di pensare ad affiancarla ad altro, a qualcosa di diverso, a un’eccellenza gastronomica di rilievo? Certo, una proposta di questo tipo sarebbe stata più cara per il pubblico, ma con un biglietto a 2,5 euro e attrazioni solo per i bambini, forse, nessuno si sarebbe lamentato.

COME FUNZIONA – E parlando proprio di costi il Luneur Park ha un ingresso a pagamento, come già accennato appunto, di 2,5 euro e le attrazioni costano da 1 a 8 euro. La moneta di scambio è la Lunalira, del valore di un euro, ed esistono varie formule di abbonamento con gettoni in omaggio. I bambini fino a un anno di età non pagano l’ingresso. Sugli orari di apertura del Parco, al momento in cui scriviamo, non c’è una comunicazione chiara e non ci sono state date delucidazioni in merito. Il numero da chiamare per informazioni è quasi sempre spento, quindi l’unica è consultare spesso il sito e i social o provare ad andare. Un altro tassello di un rodaggio che pare non ancora del tutto finito a livello organizzativo.
Di certo il Luneur, oggi, è un’area riqualificata e fruibile. Il degrado, che speriamo non farà più parte del suo futuro, appare ora come un fantasma del passato. Le aspettative sono alte e ci si domanda se il luna park verrà fruito con continuità dal pubblico romano o se riuscirà addirittura ad attrarre turisti, come fanno gli altri parchi tematici italiani da anni. La sfida è aperta e vedremo se potrà essere vincente, al netto del noto passato nero che non sappiamo se si potrà riaffacciare. È il caso di dirlo: ai posteri l’ardua sentenza.

Serena Savelli