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Stadio della Roma: c’è l’accordo sul nuovo progetto, ma i tempi potrebbero allungarsi

Sono ancora poco chiari i tagli alle opere pubbliche, mentre si continua a discutere dei problemi sulla mobilità

stadio roma rendering notte

TOR DI VALLE – Nello scorso numero di Urlo abbiamo titolato: “Stadio della Roma: arrivederci al 3 marzo”. Ora, visti gli ultimi aggiornamenti, potremmo replicare indicando il 5 aprile come nuova data.

L’ACCORDO COMUNE/PROPONENTI – Nella sera di venerdì 24 febbraio la Sindaca Raggi ha comunicato ai cittadini che lo Stadio della Roma si farà e troverà posto a Tor di Valle. Allo stesso tempo ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con i proponenti per il dimezzamento delle cubature, l’elevazione degli standard di costruzione, la messa in sicurezza di Decima, e la realizzazione di una nuova stazione sulla Roma-Lido: “In sette mesi noi abbiamo trovato un accordo con la As Roma per realizzare un progetto innovativo ed eco-sostenibile che prevede il taglio del 60% degli edifici commerciali”.

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LA CONFERENZA DI SERVIZI – Alla richiesta di una ulteriore sospensiva (30 giorni) della Conferenza di Servizi avanzata dalla Eurnova, la Regione risponde negativamente, sottolineando che tale richiesta, seppur sia stata annunciata anche in una lettera della Sindaca, non è stata ufficialmente appoggiata né dal Comune né dalla Città Metropolitana. Così la Regione si riserva il termine del 5 aprile (il 30 marzo per l’invio di tutta la documentazione) per dare il parere sul progetto. Naturalmente con il ruolo dell’Assessore all’Urbanistica finalmente assegnato a Luca Montuori, i giochi potrebbero riaprirsi. Resta quindi la possibilità che per l’intervento si debba aspettare ancora parecchio, perché con un nuovo progetto l’iter potrebbe ricominciare.

IL VINCOLO – Tra i nodi da sciogliere c’è la richiesta di vincolo promossa dalla Soprintendenza sulle tribune di Tor di Valle e sull’area dell’Ippodromo. La procedura, partita il 17 febbraio, si dovrebbe concludere in 120 giorni, all’interno dei quali i proponenti avranno 80 giorni per le osservazioni. Successivamente il Segretario regionale del Mibact, sentita la Commissione regionale per la tutela, dovrà decidere sul vincolo. Su questo aspetto, incalzato dai cronisti, è intervenuto il Ministro Franceschini: “Io non ho strumenti per intervenire, né lo farò – aggiunge sull’autonomia delle Soprintendenze – Non hanno un livello politico gerarchicamente superiore che può far cambiare una decisione. Anzi, se lo si facesse, si commetterebbe un reato”.

LE OPERE PUBBLICHE – A tenere banco è il rapporto tra cubature e opere pubbliche. È naturale che se le tre torri verranno accantonate (ma al loro posto sorgeranno comunque degli edifici di sette piani), qualche opera pubblica dovrà pur essere tagliata. La Sindaca ha sottolineato di aver previsto una convenzione con i costruttori per dare priorità alle opere di urbanizzazione utili alla città, “come la messa in sicurezza dell’area di Decima o il potenziamento della ferrovia Roma-Lido, grazie a cui si accorceranno i tempi per andare e venire dal litorale di Ostia”. Ma tutto il resto? Nel suo bollettino periodico Virginia Raggi ha dato alcune spiegazioni: “Sarà rinnovato l’asse viario della via del Mare-via Ostiense tra Marconi e GRA. Inoltre una parte degli edifici coinvolti nel progetto saranno destinati ad attività socio-culturali, da definire insieme ai cittadini per favorire la partecipazione della cittadinanza”. Non è ancora certo quali siano le opere tagliate, tanto che i Consiglieri Dem, nel richiedere un Consiglio comunale straordinario sul progetto, puntano il dito dichiarando che “il confronto pubblico aperto due anni fa è stato relegato nelle segrete stanze del M5S”, e che “la Giunta ha deciso di dare pieno credito sulla parola ai proponenti, una carta bianca al buio, in assenza di un piano finanziario e di un progetto esecutivo”. Intanto è un video messo online dal M5S che, seppur tra molte inesattezze, chiarifica che a saltare potrebbero essere i due pontili sul Tevere, la sistemazione del sottopasso di via D’Asti e la diramazione della metro B (opera già in passato dichiarata inidonea da Atac e quindi accantonata). Al loro posto, si evince dal video, si è optato per il potenziamento della Roma Lido (vedremo in che termini), la sistemazione della via del Mare dal GRA a viale Marconi e un unico ponte sul Tevere, che potrebbe essere quello dei Congressi, al momento al centro di un difficile iter amministrativo.

LA MOBILITÀ – L’elemento più controverso, che l’amministrazione al più presto dovrà chiarire, è il fattore mobilità. “Facciamo un po’ di chiarezza – ha detto la Sindaca – Il nuovo progetto prevede le opportune infrastrutture per permettere ai tifosi e ai cittadini di accedere all’area dello Stadio e di muoversi senza problemi. Dai nostri uffici sono state fatte simulazioni accurate sul traffico della zona: un ponte sul Tevere – ancora da prevedere, ndr – snellirà il flusso di automobili attuale e supporterà quello previsto in occasione delle partite e degli eventi; il potenziamento della ferrovia Roma-Lido permetterà di raggiungere l’area in treno”. Da quanto si apprende, il potenziamento della ferrovia riguarderebbe l’acquisto di due treni. Una soluzione questa, che non sembra essere sufficiente a trasportare la metà dei tifosi (così recitava la Delibera di Marino) allo Stadio con il trasporto pubblico. Inoltre, se il collegamento con la Roma-Fiumicino non verrà previsto, e il Ponte sul Tevere sarà quello dei Congressi (per il quale è difficile stimare dei tempi di realizzazione), anche il trasporto privato potrebbe soffrire dell’inadeguatezza della Roma-Lido, con tempi di attesa troppo lunghi per assicurare un servizio adeguato ai tifosi, ai lavoratori del business park, ma soprattutto ai tanti pendolari del litorale. Anche Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente, è tornato sulla questione mobilità: “Si conferma l’errore dell’area scelta, che rimarrà irraggiungibile con la metropolitana, visto che il progetto sembra finanziare solo la riqualificazione della stazione di Tor di Valle ma continueranno a passare i soliti pochi, vecchi treni di una linea che funziona malissimo, e non emerge alcun finanziamento pubblico che ne preveda il potenziamento”.

DAI MUNICIPI – Sul silenzio delle maggioranze grilline in Municipio XI e Municipio IX, si levano solo le voci delle opposizioni che chiedono il ritorno del progetto nei parlamentini interessati: “Il parere sulla variante urbanista per lo Stadio e soprattutto la verifica sulle opere pubbliche da realizzare, anche alla luce dello stop al Ponte dei Congressi che attendevamo da decenni – scrive il Consigliere del Municipio XI, Marco Palma – dovrà passare al vaglio della Commissione urbanistica del Municipio e del Consiglio”. Perentorio il Consigliere Pd in Municipio IX, Alessandro Lepidini: “Ora vanno avviate tutte le previste forme di partecipazione, perché decisioni di questo tipo calate dall’alto sono davvero inaccettabili. L’eventuale passività o peggio assenza del Municipio sulla vicenda ci vedrà aprire con Roma una vertenza di ampia portata”.

Leonardo Mancini

Tratto da Urlo n.144 marzo 2017