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TRA AMIANTO E RICORSI, IL VELODROMO NON HA PACE

L’area dell’ormai ex Velodromo dell’Eur al centro di controversie giuridiche e sanitarie.
Il 24 luglio del 2008 il Velodromo di Roma è stato demolito e da allora svariate polemiche e diversi problemi hanno accompagnato questa storia. Ultimo in ordine di tempo è l’annullamento da parte del Tar del Lazio della gara per l’appalto della “Città dell’acqua e del benessere” che dovrà sorgere sull’area.

Il 26 febbraio scorso il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla Leonardo Srl, che si era vista escludere dal concorso per la seconda volta per l’incompatibilità di un componente della commissione. L’architetto Federica Galloni, infatti, in qualità di Sovrintendente per i beni culturali di Roma non poteva far parte della commissione giudicatrice. “I commissari diversi dal Presidente non devono aver svolto né possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”, comma 4 art 84 del D. Lgs. n. 163/2006. Per la Tech. Ing. Srl, l’ingegnere Sergio Talia ha dichiarato che “in seguito alla sentenza del TAR Lazio, che giudico fondata su motivazioni per lo meno labili, preciso che, forte del contratto stipulato con Eur S.p.A., il team da me rappresentato proseguirà nelle attività di progettazione, per dare alla cittadinanza una nuova centralità urbana, con una struttura moderna, vivibile, ecologicamente sostenibile e che coniughi la fruibilità pubblica con una rivitalizzazione economica del quartiere. Stiamo infine valutando con i nostri legali le modalità con cui ricorrere al Consiglio di Stato per tutelare la bontà della nostra idea progettuale rispetto alle proposte presentate dagli altri concorrenti. Queste ultime infatti, non sono state considerate realizzabili dalla Commissione giudicante in quanto non rispettavano, per l’area interessata, l’accordo di programma vigente Eur spa – Comune di Roma”. La Leonardo SrL per voce dell’architetto Salvatore Re ribatte che “le motivazioni dell’esclusione sono pretestuose, riguardando le linee guida che non sarebbero state rispettate, mentre sono proprio quelle a cui abbiamo fatto riferimento. Specie per la salvaguardia del verde che nel progetto era fondamentale. Quel posto merita una grande attenzione per il verde, per la pista storica, per il quartiere e i suoi Cittadini. Dopo aver presentato ricorso siamo stati esclusi una seconda volta con la falsa motivazione che alcuni dei miei collaboratori avessero avuto rapporti con Eur S.p.A. Spero che il lavoro di un anno e mezzo e 167 tavole realizzate da un gruppo internazionale e con architetti importanti non venga ridotto a spazzatura”. L’architetto Federica Galloni difende la sua posizione dichiarando che “era stata fatta una regolare richiesta che venne accettata. D’altra parte nella mia posizione potevo essere vista anche come garante”.
Ancora aperta è poi la questione relativa all’amianto. Il 18 marzo 2009, durante la riunione congiunta tra le Commissioni comunali Ambiente e Politiche Sanitarie, il Prof. d’Orsi, direttore della SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) della ASL RMC, seppur in attesa dei risultati definitivi, aveva dichiarato che non c’erano validi motivi di preoccupazione. De Priamo e Aiuti, presidenti delle due commissioni, ritenevano le conclusioni incoraggianti anche se parziali e riaggiornavano la riunione a dopo Pasqua. Maria Cristina Lattanzi, del Comitato Salute e Ambiente Eur, presente alla riunione, ritiene che sia inaccettabile, per i cittadini, che a distanza di otto mesi non ci siano certezze e che la Asl sia intervenuta solo in seguito ad un loro esposto e, quindi, dopo l’implosione. Matilde Spadaro (Sinistra Arcobaleno), consigliera Municipio XII, sostiene che “qualcuno doveva chiaramente dire che non c’era amianto al momento dell’implosione e questa risposta invece non è mai stata data. I documenti riguardanti il Velodromo ci sono e sono molti, è compito della Asl reperirli. È un problema di certezze, il rischio potrà essere valutato solo dopo. Tutto ciò doveva essere fatto prima dell’implosione”. D’altra parte il Vicepresidente del XII Municipio Maurizio Cuoci ci assicura che secondo la Asl durante le operazioni non c’era amianto e che “consideriamo tutto tranquillo, non possiamo non fidarci dei controlli della Asl”.
Andrea Falaschi
Urloweb.com

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