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Traffico di rifiuti a Mostacciano, anche tre dipendenti Ama in manette

Sono 23 le persone coinvolte nel traffico di rifiuti all'interno dell'isola ecologica di Mostacciano

MOSTACCIANO – Sono 23 le persone che a vario titolo sono coinvolte nella maxi-operazione di contrasto al traffico dei rifiuti scattata all’alba di ieri tra Roma e Latina. L’operazione costituisce l’esito di un’indagine avviata alla fine del 2017 sul Centro di Raccolta Ama di Mostacciano dalla Polizia Locale di Roma Capitale, anche a seguito di alcune segnalazioni su presunte irregolarità. L’inchiesta, successivamente sviluppata con i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria di Roma e quelli Forestali di Roma e Latina, ha consentito di porre fine ad una vera e propria “attività continuativa ed organizzata per il traffico illecito di rifiuti”.

IL TRAFFICO DI RIFIUTI – Tra gli altri sono finiti agli arresti domiciliari anche tre dipendenti dell’Ama. I tre, accusati anche di corruzione e peculato, operavano presso il centro di raccolta di Mostacciano. Bastava loro una mazzetta per lasciare scaricare ad alcuni imprenditori in modo illecito all’interno dell’area rifiuti speciali. Nella filiera un ruolo importante era svolto dagli appartenenti alla famiglia rom dei Seidovic, spiega una nota dell’Arma, che prelevavano dal centro di Mostacciano i rifiuti elettrici e metallici, li bruciavano nei campi nomadi per estrarre metalli che venivano poi venduti a centri rottami gestiti da privati tra cui quello di Cisterna di Latina e Ferrauto di Fiumicino.

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L’INDAGINE – Secondo quanto accertato da carabinieri e polizia locale, la famiglia rom ha realizzato da questa attività illecita nel solo ultimo anno, profitti per circa 52 mila euro. L’indagine, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nunzia D’Elia, era partita anche grazie ad un esposto presentato da un comitato di quartiere di Mostacciano che ha segnalato attività anomale all’interno del centro di raccolta.

Red