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Cabina Elettrica di piazza Lante: si torna a parlare di copertura e spostamento

Sono due atti votati in Municipio VIII a riaccendere il dibattito sul futuro dell'impianto

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TOR MARANCIA – Quella della Cabina Primaria Acea di piazza Lante a Tor Marancia è una vicenda che periodicamente torna all’onore delle cronache, per poi, in un baleno, finire nuovamente nel dimenticatoio. Noi di Urlo abbiamo seguito questa storia da diversi anni e, anche in questo caso, torniamo a dare conto degli ultimi documenti discussi e votati in Municipio VIII.

LA VICENDA – Attiva dal 1982, la cabina di piazza Lante è da sempre osteggiata dai residenti per rumori e ipotesi sulla pericolosità per la salute, nonostante sia stato accertato che l’impianto operi nei termini di legge. In passato Acea aveva presentato un piano di interramento sul quale, dopo il consenso dell’Amministrazione Alemanno, arrivò uno stop dalla Sovrintendenza perché l’operazione interessava una parte del Parco di Tor Marancia. Venne così chiesto un nuovo progetto. Acea accolse la proposta di ridimensionamento, copertura e ammodernamento, dei circa 4.670 mq della centrale. Purtroppo da quel momento non si sono avute più notizie dell’iter. Gli ultimi passaggi fattivi sulla Cabina di piazza Lante risalgono a due Commissioni Ambiente capitoline tenutesi tra il maggio e il giugno del 2014 per visionare il progetto.

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DAL MUNICIPIO VIII – Su questi presupposti e con le molte aspettative della cittadinanza del quartiere, il Consiglio del Municipio VIII nella giornata di ieri ha votato all’unanimità due atti che chiedono interventi sulla Cabina Primaria Acea. Inizialmente era prevista alla discussione la sola mozione presentata dai consiglieri di Forza Italia, Simone Foglio e Andrea Baccarelli, ma in Aula è stato presentato anche un Ordine del Giorno, firmato dalla Consigliera Eleonora Talli del Pd, sullo stesso argomento. Entrambi gli atti sono stati ammessi alla discussione e votati positivamente. Tutti e due chiedono che i vertici del Municipio VIII si attivino nei confronti della Sindaca per ottenere delle soluzioni in merito a questa vicenda, ma tra i due atti ci sono alcune sostanziali differenze.

TORNA IN AUGE LO SPOSTAMENTO – L’atto del Pd chiede espressamente che “Il Presidente e l’Assessore competente si attivino presso la Sindaca per l’istituzione di un tavolo di concertazione formato da associazioni, comitati di quartiere, Istituzioni interessate e tecnici competenti al fine di valutare lo spostamento della Centrale”. Una posizione questa piuttosto avanzata, che da tempo non era più stata presa in considerazione dalla politica locale, concentrata invece prima sull’interramento e poi sulla schermatura: “Finalmente approvato un atto all’unanimità che riguarda la salute dei cittadini – ha dichiarato la consigliera Talli in merito alla votazione – Ho chiesto che si apra un tavolo di confronto con le istituzioni e con i cittadini, perché non possiamo aspettare che si ammalino ancora di più – e ancora – L’interramento non aiuterebbe molto, le radiazioni comunque proverrebbero dal sotto suolo, anche la schermatura sarebbe un deterrente ed entrambe risulterebbero onerose. La centrale elettrica non può esistere di fronte ai palazzi ed al parco dove le mamme portano a giocare i propri figli. Dopo oltre trent’anni la situazione non è cambiata e questa nuova giunta deve aprire un tavolo di confronto con l’Acea”.

L’ATTO DI FORZA ITALIA – Di diverso tenore l’atto dei consiglieri forzisti, che puntano invece a far riprendere l’iter che sembra essersi bloccato da alcuni anni. Il loro documento infatti chiede che “il Presidente del Municipio si attivi con i vertici di Acea per conoscere eventuali progetti in essere per schermatura della centrale e valutare ogni possibile soluzione finalizzata a garantire sicurezza alle persone e tutela della salute pubblica”. Da Fi si punta a coinvolgere soprattutto l’Acea. “Siamo felici che il consiglio abbia votato positivamente il nostro atto, perchè denota attenzione nei confronti del benessere dei cittadini – ha commentato a margine della seduta il consigliere Simone Foglio – Allo stesso tempo non possiamo che sottolineare come un documento del Pd, presentato in fretta e furia per non lasciare il passo alle opposizioni, proponga delle possibilità che sono state già superate dall’iter svolto fino ad ora. L’ipotesi di spostamento della centrale è stata già superata e bollata come non realizzabile – conclude Foglio – Resta il fatto che qualora il Municipio punti a riaprire la partita della delocalizzazione noi saremo pronti a giocarla. Ma attenzione, non illudiamo i cittadini con delle favole, tralasciando invece le ipotesi progettuali già sul piatto e sul quale un po’ di lavoro è stato già fatto”.

LA POSIZIONE DI ACEA – Al netto dei documenti votati in Municipio e delle posizioni che potranno assumere la maggioranza e l’opposizione, resta il fatto che l’attore principale in questa vicenda sembra non essere l’Acea, che su di un possibile intervento nei confronti della centrale si è già espressa. Lo ha fatto in risposta ad una nota degli esponenti di Forza Italia nell’estate del 2017. In quell’occasione, in merito alle preoccupazioni per la salute, ha spiegato che “la Cabina Primaria Ardeatino, autorizzata negli anni 80, è conforme alle normative di riferimento inerenti le opere elettriche comprese quelle urbanistiche ed ambientali ed in particolare alle prescrizioni, per la tutela della salute pubblica dai campi elettrici e magnetici, indicate nel D.P.C.M. 8 luglio 2008, come confermato dalle numerose verifiche eseguite da ARPA-LAZIO, e non necessita pertanto da un punto di vista tecnico, di maggiori e/o ulteriori schermature”. Il tema della copertura a questo punto non rientra più negli interessi dell’azienda: “Areti S.p.A., in ottempera alla missione affidatagli dal Ministero dell’Industria e Artigianato con decreto del 03/05/2001 – si legge nella risposta di Acea – deve assicurare il corretto esercizio della rete elettrica di distribuzione posta a servizio dei cittadini di Roma Capitale, con la massima efficienza e al minor costo; conseguentemente eventuali interventi di natura estetica, non funzionali agli impianti elettrici da costruire o da manutenere, devono essere realizzati a carico del soggetto richiedente e a cura del Concessionario nella misura stabilita dalla normativa di settore”. Quindi il costo (circa 5 milioni di euro) per l’intervento non ricadrebbe su Acea, ma sul solo Comune di Roma, che dovrebbe assumere la decisione di investire su questa struttura.

Leonardo Mancini