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Caso NORTEL. Confronto tra Ernest & Young e Sindacati per la revoca dei licenziamenti

Continua la protesta dei lavoratori della Nortel, drappi e bandiere di protesta ancora sventolano sulla facciata del palazzo a vetri in via di Grottaperfetta.
La multinazionale canadese delle telecomunicazioni, presente in oltre 150 paesi del mondo, ha infatti avviato a Luglio una procedura di licenziamento collettivo per circa 38 lavoratori. In Italia è presente dal 1997 quando ha acquisito la divisione telecomunicazioni del gruppo Olivetti. Oggi impiega tra Roma e Milano 80 persone altamente qualificate tra ingegneri, progettisti e tecnici specializzati che hanno sviluppato e assistono alcune delle reti di comunicazione più tecnologicamente avanzate del settore privato e pubblico.

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In seguito a difficoltà finanziarie legate alla crisi, Nortel ha iniziato lo scorso 14 gennaio la procedura di protezione dai creditori in Canada, Stati Uniti ed Europa, allo scopo di procedere ad una rapida ristrutturazione per poi riemergere, con Ernst & Young nel ruolo di Amministratore. Ma lo scorso giugno i lavoratori Nortel hanno assistito all’ennesimo colpo di scena: la Nortel avrebbe rinunciato alla ristrutturazione, procedendo alla vendita frazionata tramite asta di tutte e 5 le divisioni di business che la compongono e della quota di maggioranza della joint venture con LG.
In sintesi, la Nortel sembrerebbe stia vendendo i suoi rami migliori, ripulendoli dai lavoratori. Ecco perché i dipendenti Nortel di Roma e Milano hanno deciso di mobilitarsi, cercando di convincere i vertici aziendali a trovare una soluzione condivisa. Secondo i lavoratori Nortel, l’Azienda “deve riconsiderare le sue decisioni riguardo la procedura di licenziamento permettendo ai lavoratori di transitare nelle aziende acquirenti preservando competenze che sono preziose, come dimostra il successo delle aste di vendita in corso, e garantendo la continuità nel supporto delle reti di comunicazione italiane critiche come quelle del Ministero degli Esteri (compresa l’unità di crisi della Farnesina), del Ministero delle Finanze (Sogei), del Ministero dell’Interno, del Ministero della Pubblica Istruzione, della Banca d’Italia (compreso il call center della banca europea) e dell’ENAV”.
Laura Spezia (FIOM) ha dichiarato in una nota “La Ernst & Young inoltre, avvalendosi di una procedura di protezione del credito che si basa su una legge inglese, non intende dare ai lavoratori il Tfr che gli spetta nei tempi previsti dalla legge italiana. In base a tale decisione, c’è il rischio concreto che i lavoratori, considerati alla stregua di tutti gli altri creditori, potrebbero vedere il loro Tfr solo alla fine della procedura, che probabilmente andrà avanti per tutto il 2010. Anche su questo il sindacato intende intraprendere una battaglia legale”. Pertanto, Il 22 settembre è stato presentato a Milano un ricorso ex art. 28 per attività antisindacale, visto che l’Azienda non avrebbe fornito ai sindacati le informazioni necessarie affinché gli fosse consentito di svolgere appieno il loro ruolo di tutela dei lavoratori.
Il 13 ottobre, con la mediazione del giudice del lavoro si è riaperta la trattativa tra la Nortel e le organizzazioni sindacali. In seguito al ricorso, il giudice ha ritenuto opportuno invitare le parti a riaprire un confronto costruttivo sul merito della procedura di licenziamento collettivo. “Le organizzazioni sindacali si sono dichiarate disponibili a riaprire un confronto solo previa revoca dei licenziamenti – si legge in una nota FIOM CGIL – la società ha accettato la condizione e si è impegnata a procedere immediatamente alla formale revoca dei licenziamenti”. L’udienza è stata rinviata al 3 novembre e per il giorno 20 ottobre è stato fissato un incontro per la ripresa del negoziato.

Simona D’Auria