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Cavalcaferrovia Ostiense intitolato a Settimia Spizzichino

In una bella giornata di sole finalmente la cerimonia che in molti aspettavano

Il 3 dicembre, alla presenza delle Istituzioni territoriali, Roma Capitale, Municipio XI e Comunità Ebraica, sul Cavalcaferrovia Ostiense è stata posta ufficialmente la targa per l’intitolazione a Settimia Spizzichino. “Unica donna superstite della retata del 16 ottobre del 1943 del Ghetto di Roma era un personaggio molto popolare a Roma – racconta Carla Di Veroli, Assessore alle Politiche Culturali e alla Memoria del Municipio Roma XI – aveva perso ad Auschwitz tutta la sua famiglia e aveva scelto di diventare il testimone vivente dell’orrore dello sterminio, perché nessuno potesse dimenticare. Portò avanti il suo impegno senza soste per combattere le ideologie nostalgiche del nazismo e del fascismo. Ha vissuto fino al giorno della sua morte nel Quartiere Garbatella – prosegue Di Veroli – dove ha attivamente partecipato alla vita sociale e politica, non mancando mai di incontrare gli alunni delle scuole che serbano di lei un ricordo indelebile”.Un riconoscimento che era stato chiesto a gran voce dalle istituzioni municipali, soprattutto dopo gli atti di violenza, antisemitismo e omofobia che hanno caratterizzato la nostra città e il Municipio XI in particolare. “”Dare il nome della Spizzichino al Ponte – spiega il Presidente del Municipio XI, Andrea Catarci – è il giusto riconoscimento che rimarrà vivo nel tempo per ciò che Settimia ha rappresentato in tutta la sua vita: la sopravvivenza alla barbarie, la tenacia nel dialogo intergenerazionale, i valori della democrazia e dell’antifascismo”. Una cerimonia necessaria soprattutto considerando il ruolo svolto di cui è investita la città di Roma, già medaglia d’oro per la Resistenza: “L’apposizione della targa che ricorda Settimia, nata due volte una biologicamente e l’altra dopo essere uscita da Auschwitz, è stata occasione per ricordare tutti quelli che hanno sofferto il tremendo periodo delle persecuzione ed hanno combattuto la battaglia per la libertà contro i nazifascisti, come Piero Terracina presente alla cerimonia e quelli che non ci sono più scomparsi recentemente, come Rosario Bentivenga e Schlomo Venezia.” -continua Carla Di Veroli – Attualizzando uno degli insegnamenti di Settimia, guardando al presente senza mai dimenticare ciò che accaduto nel passato, si è espressa la ferma condanna verso quelle sotto culture xenofobe, omofobe, naziste e fasciste, che sono salite alla ribalta delle cronache in questi ultimi anni, nonché verso quelle chi sostiene economicamente la realizzazione di monumenti come quello dedicato al gerarca Grazioli di Affile o manifestazioni organizzate da movimenti dichiaratamente fascisti”.

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Leonardo Mancini