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Colombo: ne’ sottopassi ne’ riqualificazioni

Verso la fine della consiliatura, sembra vicina l’approvazione per l’ex Fiera e si affitta il polo di piazza dei Navigatori.

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A poca distanza l’uno dall’altro, due interventi che promettevano di rivalutare il quadrante rischiano di lasciarsi alle spalle solo scontento e mala gestione. Il riferimento è alle notizie degli ultimi mesi riguardo il complesso immobiliare di piazza dei Navigatori e alla possibilità di inserimento nel Piano Casa dell’ex Fiera di Roma. 

Le ultime notizie sul primo intervento arrivano dal sito della sezione della Provincia di Roma della Confcommercio: la nuova inquilina del complesso. Nella homepage campeggia l’annuncio: “Ci siamo trasferiti! Una nuova sede, più moderna e funzionale. Il complesso fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione urbana che ha il suo fulcro proprio nel riassetto di Piazza dei Navigatori”. Un intervento di grande utilità se fosse stato concluso. Il Municipio XI in conferenza di servizi chiese la realizzazione delle opere concordate nel piano generale di riassetto della zona, ancor prima dell’apertura della parte privata. Queste opere a carico del costruttore prevedevano la realizzazione di due sottopassi e un sovrappasso pedonale su via Cristoforo Colombo, la riqualificazione dei giardini della piazza, molti spazi verdi tra cui le aiuole spartitraffico e un considerevole numero di parcheggi pubblici. “Di tutte queste opere sono stati realizzati solo i parcheggi – spiega Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI – unitamente ai Comitati e alle Associazioni, abbiamo sottoscritto un documento per richiedere all’Amministrazione comunale il rispetto della realizzazione delle opere collegate al progetto, ma la Giunta sembra orientata ad esonerare il costruttore da quest’onere, visto che l’Assessore all’Urbanistica, Marco Corsini – che dalla redazione abbiamo provato più volte ma invano a contattare, ndr – ha provato a spacciare i parcheggi interrati a disposizione del centro direzionale come di interesse per la collettività”. Catarci parla di una “squallida conclusione per una vicenda in cui l’interesse dei cittadini era stato già ampiamente sacrificato a quello privato. Quel che non si è ottenuto in Conferenza di Servizi è passato con l’inerzia. Dal 2010 non si è prodotto nulla, la proprietà si è rivolta al Tar per la mancata richiesta delle opere da parte di Roma Capitale, avendo avuto soddisfazione ha potuto utilizzare la struttura. Il regalo è fatto!”. Alle richieste di spiegazioni indirizzate al Comune da parte del Municipio, sembra non ci siano state repliche: “Abbiamo saputo che Roma Capitale ha presentato ricorso contro la decisone del Tar – seguita Catarci – e che avrebbe addirittura vinto. Questo bloccherebbe la possibilità di usufruire degli edifici fin quando non siano realizzate le opere a scomputo ma, dall’Assessorato non abbiamo ancora avuto risposta in merito”. Sulla necessità di approfondire la vicenda è d’accordo anche il Capogruppo Pdl al Municipio XI, Simone Foglio, che attacca anche il lavoro svolto dalle precedenti giunte: “La Convenzione stipulata dalla precedente giunta di sinistra continua a fare acqua. Gli unici soggetti che stanno pagando le conseguenze di questo scempio sono i cittadini. Mi adopererò per un incontro con l’Assessore competente per fare chiarezza”. 

Il secondo intervento, riguardante l’ex Fiera di Roma, doveva essere approvato prima della fine della consiliatura, con una variante al Prg. Purtroppo apprendiamo da Repubblica.it che l’idea dell’Assessorato all’Urbanistica è un’altra: inserire l’opera all’interno della legge regionale sul Piano Casa. Questo grazie ai commi 1 e 3 dell’art.3ter, che suppliscono all’ampia superficie d’intervento. Si dice infatti che per inserire l’opera nel Piano e ottenere gli aumenti di cubatura, previsti in cambio della costruzione di una percentuale di housing sociale ad affitto agevolato, la superficie dell’intervento non deve superare i 15.000 mq. La soluzione starebbe nel differente accatastamento dei capannoni della Fiera, che parcellizzerebbe l’intervento. “Abbiamo ricevuto una proposta in questo senso da parte di Investimenti Spa e gli abbiamo comunicato – spiega Corsini a Repubblica.it – che l’ipotesi di utilizzare il Piano Casa è percorribile. Ma ci siamo riservati tutti gli approfondimenti possibili quando sarà presentato il progetto vero e proprio. Ci sono due punti su cui dobbiamo insistere: un contributo straordinario per la valorizzazione dell’area destinato al territorio e il rispetto della qualità architettonica”. 

Di un colpo di mano parla Catarci: “L’unica cosa positiva introdotta da Corsini era l’utilizzo dello strumento della variante al Prg, che implicava l’apertura della discussione con il territorio. Oggi si sceglie di abbandonare una strada più democratica, per rifarsi al Piano Casa in un’area strategica della città”. Del progetto avanzato dal Municipio XI, in collaborazione con i cittadini, non sarebbe rimasto nulla. La proposta riguardava la limitazione delle cubature in funzione delle capacità del territorio, non più di 120.000 mc., privilegiando il direzionale pubblico per la Regione Lazio, che spende cifre altissime in affitti. Altra parte sarebbe stata destinata all’emergenza abitativa, prevedendo passaggi pedonali e ciclabili. “Successivamente – spiega Catarci – c’era stata una proposta alla Giunta comunale da parte dell’Assessore Corsini: ben 294.000 mc con un premio di cubatura. Con un mix di 65% case di pregio e il resto commerciale, direzionale e servizi. Il rischio più grande è il collasso della Cristoforo Colombo, soprattutto in relazione ai lavori mai effettuati su piazza dei Navigatori. Quello che si vuole raggiungere – seguita il Presidente – è una speculazione al fine di coprire i costi della Nuova Fiera, rinunciando a valorizzare la zona. Non si può sacrificare l’interesse dei cittadini a vantaggio di quello economico”. Catarci promette di riprendere la mobilitazione, invitando Corsini ad un’iniziativa pubblica per spiegare l’intervento alla cittadinanza.

Dello stesso avviso è il consigliere Idv Massimo Cartella, secondo il quale le richieste di modifica, quantomeno delle cubature totali, dovevano essere approvate: “In questo modo si annullano gli spazi di confronto, una scorciatoia che paralizzerà il quadrante. L’Idv è fermamente contraria a questa manovra e confida nel ricorso al Tar promosso dai Radicali Berardo e Rossodivita”. I due consiglieri regionali sarebbero infatti in attesa del rilascio del permesso a costruire da parte del Comune per presentare ricorso. 

Simone Foglio si è espresso invece sulla necessità di non lasciare al degrado la struttura: “È necessario che una struttura così importante per il quadrante non rimanga a solo uso e consumo delle emergenze. L’importante è che vengano mantenuti gli interventi previsti per la riqualificazione del territorio individuati in contropartita delle cubature sviluppate nell’ambito dell’ex Fiera”. Nella speranza di fare chiarezza su queste due vicende continuiamo a vigilare sullo stato dei procedimenti che potrebbero, perlomeno per quanto riguarda l’ex Fiera, rimettersi in moto in vista della elezioni. 

Leonardo Mancini