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Dopo gli atti vandalici serve un segnale forte

Nella notte del 5 luglio scorso la targa di intitolazione di una strada nel Municipio XX a Settimia Spizzichino, unica donna tornata viva dalla retata del 16 ottobre del 1943 nel Ghetto di Roma, è stata brutalmente vandalizzata. Ora il Muncipio XI vuole un segnale forte contro la violenza.

La nipote della Spizzichino, Carla di Veroli, Assessore alle Politiche Culturali e alla Memoria del Municipio XI ha commentato l’accaduto: “Sono sconvolta. Credo che questa sia la risposta di coloro che male hanno sopportato la mia recente battaglia per impedire che a Roma fosse intitolata una strada a Giorgio Almirante. Chiedo che tutte le forze democratiche e antifasciste rispondano ad un oltraggio così grave, fatto contro la memoria di Settimia Spizzichino”. Carla di Veroli si riferisce alla sua presenza alla recente discussione al Consiglio del Municipio II. All’indignazione per l’accaduto sono presto seguite le richieste per il ripristino della targa: “Condanniamo duramente la rimozione della targa è stato un gesto vile che offende la memoria e l’onore di una donna che ha vissuto il male assoluto della Shoah – ha dichiarato il Sindaco Gianni Alemanno – Il Campidoglio ripristinerà la targa al più presto con una cerimonia di commemorazione aperta a tutta la città. Simili comportamenti vanno condannati con assoluta fermezza. Roma, città simbolo della lotta di liberazione, dei valori di civiltà, libertà e democrazia, non merita di essere sfregiata in questo modo”. Intanto il Municipio XI ha voluto proporre una nuova idea: “La Giunta del Municipio Roma XI ha approvato un atto per richiedere formalmente alle Istituzione di Roma Capitale di intitolare il Ponte Ostiense (Cavalcafferovia) a Settimia Spizzichino” hanno dichiarato Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma XI e l’Assessore Carla Di Veroli. “Questo è accaduto proprio in un momento in cui a Roma la violenza omofoba e razzista è andata in scena quasi quotidianamente ed in un Municipio della Capitale si è tentato di intestare una via a Giorgio Almirante – continua Carla di Veroli – Settimia Spizzichino ha perso tutta la sua famiglia ad Auschwitz ed è stata l’unica donna superstite della retata del 16 ottobre del 1943 del Ghetto di Roma. E’ stata testimone vivente dell’orrore dello sterminio, perchè nessuno potesse dimenticare, ha vissuto fino al giorno della sua morte nel Quartiere Garbatella, dove ha attivamente partecipato alla vita sociale e politica, non mancando mai di incontrare gli alunni delle scuole che serbano di lei un ricordo indelebile”. È questa quindi la proposta del Muncipio: “Si intitoli il Ponte alla Spizzichino – concludono Catarci e Di Veroli – a ricordo di ciò che Settimia ha rappresentato in tutta la sua vita: la sopravvivenza alla barbarie, la tenacia nel dialogo intergenerazionale, i valori della democrazia e dell’antifascismo.”

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Leonardo Mancini