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Ex Bagni pubblici Garbatella: ultima puntata?

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Il Presidente Catarci risponde alle domande dell’opposizione, che minaccia di rivolgersi alla Regione Lazio

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ANCORA UNA GIORNATA CONCITATA – per la vicenda che, il 28 gennaio scorso ha portato alla firma di un protocollo d’intesa per la riqualificazione in chiave culturale degli ex Bagni Pubblici di Garbatella. Questa volta la discussione si sposta dalla fitta sequenza di comunicati stampa, all’Aula del Consiglio Municipale di via Bendetto Croce. La seduta dell’11 febbraio infatti è stata dedicata alla discussione di due interrogazioni rivolte al Presidente Catarci e alla votazione due atti, di uguale oggetto, presentati rispettivamente da maggioranza e opposizione, su cui si è svolto il vero scontro. La votazione ha visto la vittoria della mozione proposta dalla maggioranza, nonostante il voto contrario dell’opposizione e l’astensione del Consigliere Ciaccheri (Sel),

LE INTERROGAZIONI – Due i documenti proposti dell’opposizione per interrogare il Presidente in relazione alla vicenda dei bagni pubblici: “Sentiamo la necessità che venga fatta chiarezza dopo le tante notizie pervenute a mezzo stampa – Spiega il Presidente della Commissione Controllo e Garanzia, Maurizio Buonincontro – Credo doveroso che le informazioni circolino nei momenti e nelle sedi opportune”. La prima interrogazione riguarda l’iter seguito dal Municipio per arrivare alla sottoscrizione del protocollo sui Bagni Pubblici. Il Presidente Catarci nel rispondere ripercorre i punti essenziali della vicenda, iniziata durante la scorsa primavera con la riconsegna dello stabile all’Ater da parte del Mobilificio Proietti: “La nostra prima iniziativa in merito – spiega il minisindaco – è del 16 luglio 2013, una lettera alla Regione Lazio firmata da me e dall’assessore alle attività Culturali – Claudio Marotta – in cui chiediamo una destinazione culturale per quegli spazi”. Successivamente è il Consiglio del Municipio VIII ad occuparsi del futuro dello stabile, con l’atto votato all’unanimità il 27 novembre scorso, in cui si riprende l’idea di valorizzazione culturale. “Per dare seguito a questo atto – prosegue Catarci – il Municipio il 4 e il 12 dicembre si è rivolto agli enti interessati per proseguire su quell’indirizzo”. Da quel momento fino al 24 gennaio, quando i locali vengono occupati dagli attivisti del PlayLab, c’è stato un intenso carteggio tra il Municipio e tutti gli attori interessati: “è stato uno scambio di pareri e di accordi già preparato, fino alla firma del protocollo formale il 28 gennaio”. Con quel documento l’Ater si impegnerebbe a cedere in locazione lo stabile a Laziodisu che, in contropartita, stanzierebbe un milione di euro per la riqualificazione in chiave culturale degli spazi. Il Presidente Catarci racconta anche di un nuovo atto, questa volta datato 7 febbraio, in cui l’Ater propone la locazione alla Laziodisu: “Bisognerà che l’affitto del locale si perfezioni, prima di poter iniziare i lavori”, infatti secondo il protocollo solo dopo 15 giorni dalla avvenuta locazione inizieranno i lavori di riqualificazione. L’opposizione non è convinta e rilancia chiedendo al Presidente di spiegare in che modo il progetto della biblioteca comunale si integri con lo statuto della Laziodisu: “Ci muoveremo su confini definiti dalla Laziodisu oppure il Municipio avrà modo di intervenire veramente?”. La domanda riguarda in particolare le finalità dell’Ente, rivolto allo studio universitario: “Questa riqualificazione parte dall’iniziativa del Municipio – risponde Catarci – Nell’accordo è presente una biblioteca comunale, ma ritengo che ci sarà la possibilità di concertare gli ambiti e le funzioni”. Una novità espressa da Catarci è la provenienza del milione di euro che l’ente si troverà ad investire: “La Laziodisu ha un bilancio per progetti speciali in cui rientrerà questa iniziativa”.

LA CRISI NELLA MAGGIORANZA – è il tema della seconda interrogazione proposta dall’opposizione e presentata dalla consigliera 5 Stelle, Valentina Vivarelli: “Abbiamo richiesto tutti gli atti formali di uscita e rientro nella maggioranza, nonchè le dimissioni degli assessori – tre in quota Pd – Qualche altra notizia è emersa dagli organi di stampa, ma mancano all’appello le motivazioni per le quali sia rientrata la crisi”. Infatti il Capogruppo del Pd, Federico Raccio, in una nota del 24 gennaio scorso, definiva inaccettabile l’occupazione e il fatto che venisse sostenuta da parte della Giunta Municipale. Inoltre l’uscita dalla maggioranza sarebbe stata formalizzata “in attesa di un chiarimento di fondo sulla direzione, l’azione politica e gli equilibri istituzionali dell’ attuale governo municipale”, scriveva il capogruppo Raccio. “Gli attivisti che hanno occupato gli ex Bagni Pubblici – seguita nel suo intervento la consigliera Vivarelli – hanno motivato questa azione con l’immobilismo da parte delle istituzioni, cosa che non ci sembra corrispondere al vero dopo quanto affermato dal Presidente”. Nonostante tutto spiega la consigliera, gli occupanti sembrano aver ottenuto i loro scopi: “Per lasciare i locali volevano l’incontro con le istituzioni e degli impegni, hanno ottenuto entrambi. Purtroppo invece il Pd non voleva che l’occupazione fosse sostenuta dal Municipio, ci sono quindi oscuri i motivi per cui le dimissioni sono state ritirate e i consiglieri sono rientrati in maggioranza”. Il presidente Catarci ha risposto richiamando in più occasioni il carattere simbolico dell’occupazione, o del Presidio (altro termine spesso usato): “I nostri comunicati sono stati chiari, si è verificata una occupazione simbolica degli spazi. Il Municipio però ha perseguito la soluzione istituzionale, anche al fine di risolvere l’occupazione. I chiarimenti e le valutazioni politiche ci sono stati, e si è ritenuto di poter rientrare nella maggioranza – seguita il presidente – in questo modo io stesso ho rifiutato le dimissioni degli assessori”

SE TU CONDANNI IO MI DISSOCIO – i due atti proposti rispettivamente da maggioranza ed opposizione, si differenziano per poche importanti sfumature. Se l’atto dell’opposizione recita “esprime ferma condanna dell’occupazione abusiva avvenuta, quale strumento di condizionamento delle Istituzioni”, quello della maggioranza “si dissocia e prende le distanze dall’occupazione avvenuta”. È ancora una volta il consigliere Buonincontro a prendere la parola, spiegando come non sia successo nulla di strano per questa parte di Roma: “Nel nostro territorio l’occupazione non è più motivo di stupore, ne abbiamo fin troppi esempi. Ma non può essere nemmeno ‘simbolica’ perchè è un atto illegale e tanto più se viene sostenuta dalle Istituzioni”. Secondo Buonincontro la gravità sta nel messaggio che rimane ai cittadini dopo questi fatti: “Si alimenta l’idea che l’occupazione abusiva possa essere strumento uno di condizionamento delle istituzioni. Lo riteniamo inaccettabile e vogliamo che le forze politiche si esprimano per la condanna”. Rimarca poi il Consigliere di Ncd, Andrea Baccarelli: “Quell’ordine del giorno – il riferimento è all’atto votato in consiglio il 27 novembre – non era un mandato a delinquere su un bene comune. Sarà importante verificare in quanti siano stati identificati e denunciati”. Ma è anche il governo di questo processo ad interessare il consigliere Baccarelli: “Quello che avverrà su quegli spazi deve essere trasparente, anche perchè un milione di euro in questo particolare momento poteva essere speso per gli ascensori negli edifici dell’Ater oppure per gli scivoli per i disabili”. Continua poi la consigliera Vivarelli, che tira in ballo Il Principe, quello di Machiavelli: ”Voglio sottolineare che non crediamo che il fine giustifichi i mezzi, chiediamo che si voti l’atto di condanna delle occupazioni come strumento di condizionamento delle istituzioni. Quello che da fastidio – spiega Vivarelli – non è il milione di euro, ma il fatto che l’obiettivo dell’occupazione sia risultato essere uguale a quello dell’istituzione. Allora è vero che sono loro i custodi popolari perché possono dove le istituzioni non arrivano”.

DALLA MAGGIORANZA – è per prima la capogruppo Sel, Gabriella Magnano, a prendere la parola ribadendo che non essendo parte della della Magistratura il Consiglio municipale non condanna e non fa processi, soprattutto in uno stato garantista: “Siamo politica e facciamo atti politici, noi appoggiamo o ci dissociamo. Per l’opposizione – seguita – il problema è che la cultura non si mangia mentre per noi è un tema importante”. Anche Catarci replica, spiegando che sarà l’Ater, proprietaria dell’immobile, a portare avanti le denunce sull’occupazione se lo riterrà necessario: “Sono contento che ci siano stati dei ragionamenti più articolati che hanno capito le istanze sociali identificandole come elementi da governare. Da tutti va considerato che non si ristabilisce la normalità cancellando i bisogni, ma trovando soluzioni. Spero che si risolveranno tante occupazioni perché vorrà dire che si sono trovate molte soluzioni”. Il presidente conclude poi spiegando di trovare pretestuosa l’affermazione dell’opposizione secondo cui sarebbe stato meglio impiegare il milione di euro su altre criticità, dato che ogni capitolo di spesa è settoriale e difficilmente compenetrabile. Interviene anche il Pd, più volte richiamato dai consiglieri d’opposizione a prendere la parola: “Siamo in disaccordo con la ricostruzione fatta della vicenda – spiega il consigliere Stefano Pugelli – la vittoria non è avvenuta grazie all’occupazione, ma in seguito all’input dato dal Consiglio”.

CON LA VOTAZIONE – dell’atto l’Aula si è quindi espressa dissociandosi e prendendo le distanze dall’occupazione. Ma la vicenda non sembra finire qui. Infatti il consigliere Buonincontro ha già fatto sapere che saranno depositate in Regione Lazio delle interrogazioni al Presidente Zingaretti e al vice Presidente Smeriglio, riguardo proprio la vicenda degli ex Bagni Pubblici di Garbatella. La volontà sarebbe quella di chiarire se ci siano state o meno denunce da parte di Atar in relazione all’occupazione, ma anche se i fondi stanziati potranno essere effettivamente utilizzati per la costruzione di una biblioteca comunale. Secondo Buonincontro infatti lo statuto di Laziodisu sembra non racchiudere tali interventi.

Leonardo Mancini