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Ex Mercati Generali: in Municipio VIII viene rimandata la votazione che potrebbe arrivare fuori tempo massimo

Se le indiscrezioni sulle penali in caso di stop al progetto risultassero vere, la Sindaca potrebbe procedere senza aspettare il parlamentino di via Benedetto Croce

La discussione sugli ex Mercati Generali in Municipio VIII si conclude con un nulla di fatto. Con una discussione (già scritta) e una votazione (che non arriva) su un documento che aveva visto il parere unanime delle opposizioni e di parte della maggioranza 5Stelle.
IL TESTO IN VOTAZIONE – L’atto, così come spiegato in Aula dal consigliere Catarci, prevedeva la richiesta di inserire nelle more del progetto: la costruzione del ponte pedonale da via Francesco Negri, dell’inserimento all’interno dell’area di un Ambulatorio Sociale, la risistemazione del Giardino Pisino in via Pellegrino Matteucci, la previsione di uno spazio per le start-up e la ricaduta occupazionale sul territorio. Il documento originariamente portava la firma del consigliere penta-stellato Giuseppe Morazzano, che ha però chiesto di ritirare la sua firma: “Dopo aver appreso dai giornali della presenza di un Parere dell’Avvocatura Capitolina, ritiro la firma perché la competenza è esclusivamente del Campidoglio”.

IL PARERE DELL’AVVOCATURA – Sono due articoli (uno di La Repubblica del 1 marzo, e uno de Il Tempo di quest’oggi) a parlare di questo parere, sottolineando anche che la Sindaca Raggi avrebbe già deciso di proseguire a testa bassa con il progetto. Stando a quanto riportato da Il Tempo, a far cambiare linea alla Sindaca sarebbe il costo che ricadrebbe sulle casse della Capitale dopo uno stop al progetto. “Se la Sindaca non dovesse dare il via libera formale – si legge su Il Tempo – il Campidoglio dovrebbe rimborsare i 111 milioni di euro finora spesi dai proponenti, inoltre dovrebbe anche risarcire altri circa 37 milioni tra danno emergente e lucro cessante. Senza contare l’inevitabile danno erariale”. Seconda ipotesi prospettata dal quotidiano romano riguarda una possibile revoca in autotutela della convenzione: “Si prospetterebbe un contenzioso giudiziario che finirebbe probabilmente col riconoscimento ai proponenti del diritto a costruire. Anche in questa eventualità – seguita l’articolo – il Campidoglio dovrebbe risarcire i danni e si configurerebbe un danno erariale”.

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LE OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO – Dalle opposizioni arriva chiara e unanime la richiesta di condividere quanto prospettato dall’atto: “Bocciare questo atto vuol dire non chiedere nemmeno queste poche cose – ha dichiarato il consigliere Catarci – La Sindaca manderà avanti questa operazione, ma non si curerà delle richieste che non vengono espresse. Ora siamo al punto del protagonismo politico che serve a chiedere qualcosa in più per il territorio”. Da Fi il consigliere Andrea Baccarelli ha apostrofato il gruppo dei 5Stelle come ‘Inutili e dannosi’, mentre il Capogruppo Maurizio Buonincontro ha parlato di ‘spettacolo indecoroso’: “Questo atto era stato condiviso anche da tutte le opposizioni, un senso lo avrà? Le manifestazione di dissenso all’interno del M5S danneggiano la buona condotta delle istituzioni, portando in Aula un dibattito svilito dalle beghe interne”. Da Sinistra per Catarci il consigliere Ciaccheri punta il dito contro l’immobilismo dell’amministrazione penta-stellata: “Se non ci si prende la responsabilità di governare il territorio non si va avanti e si rimane bloccati nelle dispute interne, gareggiando su chi è più puro nel rispetto del programma. Dopo otto mesi – conclude Ciaccheri – dobbiamo constatare che il M5S non è presente, né come nemico, né come forza di governo”. Sulle percentuali di commerciale nel progetto e sulla necessità di procedere per restituire l’area alla cittadinanza ha poi concluso la capogruppo dem, Anna Rita Marocchi: “Cos’era quell’area prima? Era un luogo al 100% commerciale. Ora il dato di partenza è minore e con l’atto di oggi vogliamo chiedere ancora qualcosa in più”.

NELLA MAGGIORANZA – Unica posizione espressa in Aula da parte della componente della maggioranza più vicina al minisindaco Pace è stata quella del consigliere Morazzano che, nel ritirare la sua firma dall’atto, ha rimesso la vicenda nelle mani della Sindaca. Diverse le intenzioni del resto dei consiglieri di maggioranza, fermi nella loro volontà di rivedere il progetto: “Da 15 anni abbiamo una città bombardata e noi in otto mesi dobbiamo dare delle risposte? – domanda il consigliere Ferranti – Noi prima di tutto vogliamo capire cosa dice la voce del territorio”. Gli fa eco la presidente della commissione Urbanistica, Chiara Pascolini: “Abbiamo ereditato una situazione in sfacelo. Noi come Municipio diamo solo un indirizzo politico, ma qui abbiamo una colata di cemento da 8 ettari, con una seconda Variante che non rispetta gli standard urbanistici come nel caso del verde che è assente. Vorrei sapere – conclude – se durante i processi partecipativi fatti negli anni passati sia mai stato chiesto ai cittadini se volessero un nuovo centro commerciale”. L’adagio resta quello del non voler bloccare il progetto, così come ricordato anche dalla consigliera Conficconi: “Della Città dei Giovani non resta più nulla. La gente non vuole un centro commerciale, ma qualcosa di fruibile da tutti. Noi – conclude – non vogliamo annullare il progetto, vogliamo solo rivederlo con i cittadini”.

LA VOTAZIONE IN AULA – L’atto non è giunto ad una votazione, dato che poco prima della chiamata al voto è caduto il numero legale vista l’uscita dall’Aula dei consiglieri d’opposizione e del gruppo dei penta-stellati più vicini alla posizione del Presidente Paolo Pace. I firmatari dell’atto hanno quindi lasciato l’Aula, rimandando alla prossima seduta la discussione e la votazione. C’è da dire che la difficoltà da parte dei consiglieri penta-stellati vicini alla presidenza nel votare comunque l’atto, mettendo in minoranza i compagni di gruppo, si è fatta sentire. Certo è che se la Sindaca Raggi procedesse spedita sul progetto prima ancora di aver indicato il suo nuovo assessore all’Urbanistica (altra indiscrezione riportata da Il Tempo), la votazione sul documento ora potrebbe arrivare fuori tempo massimo, a Delibera già firmata e a giochi conclusi.

Leonardo Mancini