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Gli ex Mercati Generali tornano terreno di scontro in attesa dell’approvazione definitiva

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Volontà comune di migliorare il progetto, ma modi e tempi non coincidono

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Tratto da Urlo n.140 novembre 2016

LA STAGIONE URBANISTICA – Con l’inaugurazione della Nuvola, la vicenda delle Torri dell’EUR, della ex Fiera di Roma e l’apertura della Conferenza di Servizi per il nuovo Stadio della Roma, la Capitale è al centro di un’intensa stagione urbanistica. Ma c’è un altro progetto che aspetta di vedere la luce: quello degli ex Mercati Generali. Nei prossimi mesi l’amministrazione si troverà a dover affrontare l’approvazione del progetto definitivo. Un passaggio dell’iter che lo stesso Commissario Tronca aveva rimandato al nuovo inquilino del Campidoglio.

GLI ULTIMI SVILUPPI – Nel gennaio del 2015 si era svolta la Conferenza di Servizi (sul progetto preliminare) che aveva dato vita all’ennesima variante, con l’introduzione di uno studentato e la riorganizzazione degli spazi in piazze e aperture verso l’esterno. Poi, nel marzo del 2015, era l’allora ex Sindaco Marino ad annunciare che entro l’autunno sarebbero partiti i cantieri, svelando anche il nome del grande immobiliarista che avrebbe affiancato la Lamaro: il finanziere Robert De Balkany. “Un pezzo di città che viene riaperto”, affermava l’allora Assessore Caudo, con la conclusione dei lavori attesa per giugno 2017. Arriviamo all’aprile del 2016, quando si conclude la seconda Conferenza di Servizi sul progetto definitivo. Poi arriva la crisi politica nella Capitale e tutto rallenta inesorabilmente.

IL PROGETTO – Tra le novità introdotte dall’ultima variante c’è, appunto, lo studentato: un edificio che affaccerà sul ponte Spizzichino. Ad intervento concluso dovrebbero essere inoltre disponibili circa 3.500 mq di parcheggi su strisce blu convenzionate per i residenti. Mentre si aspettano interventi su semafori e incroci, lavori che dovrebbero essere interamente a carico del privato. Si punta poi all’integrazione degli spazi con il resto del quadrante. Non una “cittadella” chiusa in se stessa, bensì uno spazio aperto h24. Una forte componente commerciale, assieme al Centro Anziani e agli uffici di Città Storica (entrambi già presenti).

I MARGINI DI MIGLIORAMENTO – Mentre si attende l’approvazione del progetto definitivo, in Municipio VIII si riapre il dibattito con un documento, poi ritirato, presentato dal M5S. In questo testo, oltre a prospettare la creazione di un polo di produzione cinematografica, sul modello delle Factories della Pixar, il M5S puntava all’apertura di un tavolo con i vari attori coinvolti: “L’atto prodotto in Commissione Urbanistica, e ritirato subito dopo per questioni formali, mirava all’acquisizione di maggiori informazioni su un argomento così delicato – spiega la Consigliera del M5S e Presidente della Commissione, Chiara Pascolini – Su aree vitali per la cittadinanza c’è bisogno di studiare tutti gli atti e le carte del progetto in essere, per capire se questi corrispondono alla visione di quartiere dei residenti, così come si propone il M5S nelle sue linee programmatiche”. L’intento dell’atto sarebbe stato quindi quello di valutare i margini d’azione prima dell’ok definitivo: “In questi giorni ci stiamo organizzando per aprire un dialogo coi comitati di quartiere e con il Comune, per riesaminare la situazione e capire quali siano i legittimi margini d’azione per intervenire sul progetto e per verificare se siano state rispettate le quote destinate al pubblico”, spiega Chiara Pascolini. Ad essa fa eco il Presidente Paolo Pace: “I nostri intenti non sono quelli di bloccare il progetto, ma di istituire un tavolo per capire quali siano i margini di movimento. Noi non vogliamo opporci, ma integrarci in un processo per migliorare qualcosa, qualora sia ancora possibile”.

DALL’OPPOSIZIONE – L’opposizione Municipale, con in testa Sinistra per Catarci e il Partito Democratico, hanno definito distruttiva e inconsistente questa posizione, parlando di un atto “fuori tempo massimo” che arriva dopo numerosi testi e documenti approvati. “Non si può pensare di bloccare un progetto come questo – afferma Anna Rita Marocchi, Capogruppo del Pd in Municipio VIII – Vogliamo iniziare un lavoro di studio e conoscenza, per poi verificare se va attualizzato”. Una posizione non distante da quella del M5S, ma che sottolinea la necessità di non rallentare il processo: “Da sempre diciamo che manca una scuola. Ma il cantiere deve partire, perché vogliamo chiedere un patto per il lavoro rivolto al territorio”. L’atto al momento della discussione non è stato condiviso dai Consiglieri di Sinistra per Catarci, che hanno parlato di “analfabetismo amministrativo” e di un tentativo di stravolgere il progetto: “Un dibattito serio è sempre utile, anche se la Conferenza di Servizi si è conclusa e manca solo l’ok della Giunta. Per esempio avrebbe senso dialogare con l’Assessorato all’Urbanistica – dichiara, Andrea Catarci – cercando di capire se c’è ancora margine per un miglioramento, chiedendo al nuovo gruppo proprietario di fare qualche opera pubblica in più, ma senza stravolgere la convenzione. Perché riaprire la vicenda oggi significherebbe una nuova variante e il rischio di finire nelle aule di tribunale, con il quartiere che resterebbe immobile”. Quindi possibilità di “chiedere ancora qualcosa per il quartiere agli imprenditori, ma senza ignorare la sensibilità di aver dato i locali al centro anziani e agli uffici di Città Storica – conclude Catarci – Si potrebbe fare un atto serio, puntando ad un miglioramento in termini di strutture sociali. Se sono disposti a questo ragionamento possiamo collaborare”.

LE REPLICHE DEL M5S – Sul dibattito la Presidente della Commissione Urbanistica, Pascolini, ha affermato che l’opposizione fa il suo gioco, “strumentalizzando gli atti già promulgati sull’area e facendo credere che si è arrivati alla migliore soluzione possibile. Ma bisogna fermarsi e capire dove si sta andando. Poiché ancora non esiste la delibera che darà il via definitivo, cercheremo di evitare l’ennesimo fenomeno speculativo”. Mentre sulla possibilità che l’atto e che il dibattito siano arrivati “fuori tempo massimo”, aggiunge: “Questo lo scopriremo solo studiando approfonditamente gli atti. Inoltre – conclude – è una città intera che è fuori tempo massimo, trent’anni di mala gestione non possono essere cancellati in pochi mesi”.

I CITTADINI TORNANO A CHIEDERE UNA PIAZZA – Intanto, mentre il dibattito non sembra scemare, l’area resta un cantiere. In questa occasione ci siamo rivolti al CdQ L’Ostiense per capire quali siano le aspettative sull’area dopo tanti mesi di stop: “È tutto fermo, creando un danno per i residenti – ci dice Claudio De Santis, Presidente del CdQ – La nostra proposta è sempre la stessa: riprendere la trattativa con Roma Tre che era interessata all’area e creare anche una porzione attrezzata a verde”. I cittadini del CdQ guardano all’Università per superare l’immobilismo: “Roma Tre ha la forza di fare lavori rapidamente e di rendere quanto prima l’area disponibile ai cittadini. Inoltre la Biblioteca comunale – al momento negli spazi del Caffè Letterario, ndr – deve ritornare quanto prima nell’area, per questo verificheremo la disponibilità di spazi già realizzati nell’area perimetrale”.

Leonardo Mancini