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La sanita’ romana scende in piazza contro le chiusure

Un corteo è partito dal CTO per raggiungere il presidio sotto il palazzo della Regione. Occupata per oltre un’ora via Cristoforo Colombo.

Molti dei lavoratori delle varie strutture a rischio chiusura, si sono ritrovati davanti la sede della Regione Lazio per manifestare contro la manovra del commissario Bondi. Dopo pochi minuti dall’inizio degli interventi buona parte del corteo si è spostato verso via Cristoforo Colombo, occupandone la carreggiata fino alle 12,30. Dal CTO un ampia delegazione del personale, che ha in ogni caso assicurato il servizio di assistenza ospedaliera, ha raggiunto la Regione in corteo. Sotto gli occhi dei cittadini del quartiere che, oltre a manifestare la loro solidarietà ai lavoratori, si sono detti preoccupati per la possibile chiusura dell’ospedale di zona. All’interno del corteo anche il Presidente del Municipio XI, Andrea Catarci, che in una nota ha dichiarato: “Oltre un migliaio di persone, medici, infermieri, personale delle ditte appaltatrici, cittadini, associazioni territoriali e Municipio Roma XI hanno sfilato dal Cto alla Regione Lazio, contro la chiusura dell’ospedale e di altre 5 strutture cittadine – il Presidente si riferisce al Forlanini, allo Spallanzani, al San Filippo Neri, all’Eastman, e all’Oftalmico, tutti presenti con una delegazione sotto il palazzo della Regione – per unirsi al presidio convocato da tutte le sigle sindacali. Si è ribadito vigorosamente che la giornata di oggi è una tappa intermedia e che si continuerà ad esprimere la volontà di restare aperti con l’occupazione ad oltranza della struttura di Garbatella”. Già perché da alcuni giorni la struttura del CTO è occupata dai suoi dipendenti, che tutto vogliono fuorché lasciare il loro presidio senza le dovute rassicurazioni. “Non è tollerabile l’azzeramento della vocazione ortopedico-traumatologica – dichiara il Delegato Municipale alla Sanità Antonio Bertolini – e dell’esistenza stessa di un ospedale che negli anni passati ha già visto sacrificati centinaia di posti letto, interi reparti ben funzionanti e eccellenti professionalità ad un’impostazione di stampo ragionieristico”. Molti infatti gli striscioni contro i tagli indiscriminati e il precariato nella sanità laziale. Chiudere queste strutture significa, secondo il presidente Catarci, cancellare la sanità pubblica “imboccando decisamente la strada di un modello nordamericano basato sul ruolo delle assicurazioni private, in cui le cure sono garantite solo a chi se le può permettere”.
Il monito è anche rivolto alle altre strutture ospedaliere romane, a tutte quelle che ad oggi non sembrano essere nel mirino della manovra: “non bisogna dormire sonni tranquilli – seguita Catarci – presto potrebbe toccare anche a loro”. Ed è proprio per questo che l’invito del Municipio XI si rivolge alle altre realtà della sanità romana: “A tutti loro si chiede di unirsi alle mobilitazioni dei prossimi giorni. Ai vertici della Asl Roma C, in particolare al Direttore Generale Paone, si propone di cambiare rotta, accettando il confronto con i lavoratori e con il territorio e tornando a sostenere un piano di potenziamento, quello che prevedeva di aggiungere attorno all’attuale CTO la presenza degli ambulatori dell’Inail tramite una specifica Convenzione. Da ultimo, la ASL si affretti a dire una parola chiara – conclude il Presidente – contro la scure selvaggia di Bondi e Monti”. L’occupazione del CTO intanto continua, e già per oggi pomeriggio è stata indetta una nuova assemblea per fare il punto su questa mattinata di protesta e per organizzarsi in vista di nuove mobilitazioni.

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Leonardo Mancini