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Leonardo da Vinci: ancora nessuna risposta sul PUP

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Il cantiere abbandonato preoccupa i cittadini, mentre il Municipio rimane inascoltato

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LA SITUAZIONE DEL PUP – I cittadini del Comitato No Pup di viale Leonardo da Vinci sono tornati ad incontrarsi per fare il punto sulla vicenda che da troppi anni dequalifica fortemente il viale. L’edificazione del Pup sembrava andare verso una conclusione in linea con le richieste dei cittadini. La possibilità che si andava prospettando nei mesi scorsi era quella di rescindere la concessione per la costruzione, delocalizzando le cubature per un parcheggio a servizio del vicino ospedale CTO. A darne notizia, oltre all’Assessore Capitolino Improta, anche il Presidente del Municipio VIII, Andrea Catarci: “Ci sono state varie note di dipartimenti comunali che in questi mesi hanno scritto alla Ascogen sulla volontà di annullare la convenzione – spiegava Catarci al nostro giornale nel mese di febbraio – Cosa che quest’ultima ha capito ed accettato, esplicitando però che all’interno di una dinamica di azzeramento degli interventi, senza alcuna forma di contrattazione con Roma Capitale, si andrebbe ad un contenzioso che non sarebbe semplice per il Comune, visto che Ascogen aveva un diritto sull’area e aveva già versato 103mila euro circa di oneri a scomputo nelle casse capitoline”. Sulla possibilità di delocalizzare il progetto Catarci ha poi aggiunto: “Nel mio programma elettorale, per esempio, era presente la realizzazione di un parcheggio di pertinenza del CTO. Non un Pup tradizionale ma un parcheggio rotazionale di servizio per l’ospedale”.

SICUREZZA E DECORO – Purtroppo di questa possibilità di delocalizzazione non si è più parlato, tanto che i cittadini, stanchi di aspettare, hanno deciso di riaccendere i riflettori sulla vicenda. Lo spazio del cantiere infatti è divenuto un ricettacolo di immondizia di ogni genere, luogo di traffici e incontri illeciti, terreno di caccia per grossi roditori, fonte, in breve, di rischi alla salute, all’ambiente e alla sicurezza dei cittadini, nonostante a pochi metri si trovi l’ingresso di una scuola elementare, la ‘Principe di Piemonte’. La paura dei cittadini adesso è che con l’immobilismo e l’incuria si vadano a moltiplicare i rischi per la salute e la sicurezza.

LE RICHIESTE – Solo qualche settimana fa infatti i cittadini del Comitato avevano cercato di incalzare l’assessorato a dare una risposta sul futuro dell’area: “Il cantiere è diventato una discarica a cielo aperto ed è regolarmente occupato da persone non autorizzate – si legge nella comunicazione inviata dal Comitato all’Assessorato alle Politiche per la Mobilità e al Municipio VIII – La zona adiacente è diventata ostaggio di spacciatori. Non siamo più disposti a subire ulteriormente questo degrado e questa assenza totale delle istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza e il controllo del territorio”. Una questione molto sentita dai residenti, che lamentano l’accumulo di materiali e immondizia fuori e dentro il cantiere: “Abbiamo chiesto ad Improta per l’ennesima volta un appuntamento per mettere fine a questa situazione di degrado ed insicurezza – scrivono dal profilo Facebook del Comitato – Non è più possibile tollerare tutto questo: immondizia, topi, deposito dei rom, dimora notturna, spaccio e appuntamenti illeciti. Cosa dobbiamo aspettare ancora?”. Tra le richieste un appuntamento con il Municipio e l’Assessorato: “Per affrontare la situazione insostenibile causata dal cantiere del PUP e conciliare una risoluzione definitiva al problema – seguitano – Da circa un anno siamo in attesa che l’Amministrazione proceda con i provvedimenti relativi alla decadenza della Concessione e al ripristino del viale”. Purtroppo dall’Assessorato ancora nessuna risposta.

ANCHE IL MUNICIPIO RIMANE INASCOLTATO – Inascoltate anche le numerose richieste fatte dal Municipio. È infatti il Presidente Catarci a spiegare come tutte le lettere inviate all’Assessorato capitolino siano rimaste senza risposta. “Quello che è rimasto è un’emergenza vergognosa. È quasi un anno che aspettiamo una risposta sulla proposta di delocalizzazione da parte dell’Assessorato di Improta”. Soluzione questa che al momento sembra essere l’unica sul tavolo: “Con la delocalizzazione che salva il diritto acquisito dal concessionario privato, si raggiungerebbe il duplice vantaggio di liberare viale Leonardo da Vinci e di dare un parcheggio pertinenziale al CTO – seguita il Presidente – Ora rimane da capire se l’Assessorato alla mobilità questa cosa ha intenzione di farla”.

SPOSTARE IL PARCHEGGIO AL CTO – Qualche settimana fa ci eravamo chiesti se l’inerzia dell’Amministrazione sulla possibilità di delocalizzare il progetto fosse sintomo dell’attesa nei confronti delle sorti dell’ospedale CTO. Su questa interpretazione è arrivata la risposta di Catarci che afferma: “Sul CTO la battaglia è vinta. Non si discute più della chiusura di una realtà che è operativa. Quello che ora chiediamo a gran voce è che non divenga solo un centro riabilitativo ma che mantenga il carattere ortopedico-traumatologico”. Secondo il minisindaco la necessità di un parcheggio a rotazione pertinenziale alla struttura non diminuirebbe, nemmeno se l’ospedale dovesse diventare soltanto un centro riabilitativo: “Il Municipio ha già analizzato urbanisticamente l’area che potrebbe ospitare il parcheggio – seguita il Presidente – Uno spazio pubblico e che quindi permetterebbe l’intervento. Ora servono delle risposte che ci può dare soltanto l’Assessorato, sulle normative da applicare e sui numeri del progetto. Al privato vogliamo dare il giusto e la società è disponibile a valutare la proposta – conclude – Questo potrebbe essere uno dei modi con cui ripensare l’uso dello strumento dei PUP, mettendoli al servizio del territorio”.

Leonardo Mancini