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Moby Dick: processo partecipativo per gli ex Bagni Pubblici

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Tra territorio, storia e nuove tecnologie, con la necessità di fare bene e presto

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Tratto da Urlo n.114 aprile 2014

GARBATELLA – In molti ricorderanno l’occupazione in via Ferrati di gennaio scorso dovuta al presunto immobilismo delle istituzioni sul futuro degli ex Bagni Pubblici. L’occupazione, condannata dall’opposizione e dal Pd, è stata definita un ‘presidio’ da parte del Presidente Catarci e da Sel. La frattura nella maggioranza si è ricomposta, ciononostante le polemiche sul milione di euro stanziato da Laziodisu per la riqualificazione non sono mancate. Il 4 febbraio l’opposizione, con un gigantesco assegno, ha visitato scuole e strade per sottolineare le criticità del territorio. “In questa vicenda di partecipato c’è poco – dichiara il Capogruppo di Fi al Municipio VIII, Simone Foglio – è frutto di un’occupazione illegale che ha portato alla crisi di Governo territoriale, ricomposta nell’arco di tre giorni con uno stanziamento economico. Una soluzione vergognosa nei confronti di tutte le scuole che cadono a pezzi. Il solito Presidente Catarci che si lamenta dei fondi e poi ottiene 1 milione. La priorità – conclude – sono le scuole, non le occupazioni e lo sperpero di denaro”. In ogni caso la partecipazione sul futuro di Moby Dick, nome deciso nell’occupazione, ha preso il via il 29 marzo. L’Assessore alla Cultura, Claudio Marotta, ha posto l’accento sulla natura, anche politica, dell’operazione: “Si è sottratto alla svendita un pezzo di patrimonio trasformandolo in un centro aperto a tutti – seguita – Ci interessa attivare un percorso di protagonismo sociale. Il tema non è solamente realizzare un buon servizio, ma ricostruire il legame tra istituzioni e cittadini”. I lavori sono stati aperti con l’indicazione di proposte legate alla biblioteca, a servizi per la cultura e l’alta formazione, elemento fondamentale vista la partecipazione di Laziodisu. Sono stati creati dei gruppi che continueranno i lavori in autonomia. “Si formalizzeranno le proposte – seguita l’Assessore – Intanto l’Agenzia Diritti e l’Assessorato, saranno a disposizione per ogni supporto”. Le proposte verranno poi presentate nell’assemblea prevista l’8 maggio, dopo la quale subentrerà il lavoro delle Istituzioni: “In base a criteri precisi – sottolinea Marotta – la fattibilità esecutiva, la sostenibilità economica, l’accessibilità e l’innovazione. Raccoglieremo tutte le idee che, dove possibile, verranno realizzate”. Tante le proposte fatte in questa prima giornata: un’area dedicata a genitori e bambini, un centro di produzione editoriale/multimediale, una sezione dedicata arti e discipline orientali, un laboratorio sul riuso, un archivio sulla Garbatella e uno ‘Sportello Europa’. L’attenzione sul quartiere è stata richiamata anche dal Vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, che ha ripercorso quanto fatto nel quadrante: “Qualche anno fa parlavamo del contratto di quartiere che avrebbe dovuto lasciare più traccia di sé. Oggi ci sono cose concrete su cui lavorare e questo ne è un esempio chiaro. Volevamo convincere l’Ater che invece di vendere questo edificio si poteva farne altro uso – conclude Smeriglio – ma ora abbiamo la necessità di fare bene e presto”. Dall’opposizione non mancano le critiche, soprattutto sulla partecipazione: “Visti gli esempi del passato non ci sono punte di eccellenza – sottolinea il Presidente commissione Controllo e Garanzia al Municipio VIII, Maurizio Buonincontro (Fi) – riteniamo doveroso vigilare sul processo e inviteremo l’Assessore a riferire in commissione. Ferma restando la necessità che quello spazio sia aperto a tutti”. Quest’ultima affermazione di Buonincontro si riferisce alle esperienze passate: “Altri spazi sono stati acquisiti con l’idea di riqualificarli, per poi utilizzarli in iniziative di parte, come avviene con l’Urban Center – conclude – Non perdiamo occasioni come per via degli Armatori che doveva essere aperta al quartiere, invece è diventata la residenza di un paio di Assessori”.

Leonardo Mancini