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Municipio VIII: la chiave è la mappatura delle criticità

mappatura

Censire fontanelle, tombini, alberature e buche. Uno strumento per gestire il territorio

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Tratto da Urlo n.136 giugno 2016

MUNICIPIO VIII – I problemi basilari della città, dal malfunzionamento di tombini e caditoie, fino al cattivo stato del verde, sono stati temi centrali della campagna elettorale. Il malcontento dei cittadini verso questi disservizi, piccoli ma molto impattanti sulla quotidianità, non è stato preso sottogamba. Tutti i candidati, a tutti i livelli, hanno parlato di buche, marciapiedi e attraversamenti pedonali, così come di illuminazione, radici e allagamenti. In Municipio VIII, negli ultimi giorni di campagna, è stato annunciato uno strumento esemplificativo della gestione di questi disservizi, applicabile eventualmente alle varie problematiche: una mappatura completa di tutte le fontanelle presenti sul territorio. In totale si contano 158 “nasoni”, di questi 29 non funzionano, mentre in 27 casi hanno dei malfunzionamenti. Su questi dati si possono trovare due chiavi di lettura. Da un lato possiamo sottolineare che circa una fontanella su tre non funziona o ha dei problemi. Al contempo, se si considera che, grazie alle segnalazioni fatte ad Acea con questo strumento, in pochi giorni sono state riparate 8 fontanelle, possiamo dire che lo strumento può funzionare poichè sono stati rimessi in funzione il 28% circa degli impianti fuori uso. “Le fontanelle sono un bene prezioso per Roma – racconta l’ex Assessore Paola Angelucci, che con gli uffici municipali ha portato avanti la mappatura – eppure, in molti casi, sono ammalorate e degradate. Dall’Assessorato abbiamo sentito l’esigenza di mettere mano alla ‘politica della fontanella’, piccoli interventi molto sentiti dalla cittadinanza”.

Se si paragona la quantità di segnalazioni dei cittadini, con il numero di fontanelle non funzionanti, si comprende facilmente quale sia la percezione dei residenti, che “stride con i numeri rilevati – seguita l’ex Assessore – La mappatura non nasce da un bisogno d’ufficio, ma dalla necessità di rispondere a tutte queste richieste, nonostante siano solo 29 le fontanelle chiuse, restano pur sempre un elemento che costruisce comunità, quindi la loro assenza viene fortemente sentita dai romani”.

Sulla “segnalazione spot”, che spesso ha sostituito la programmazione degli interventi, è intervenuta anche la candidata Pd alla Presidenza del Municipio VIII, Anna Rita Marocchi: “Per intervenire positivamente servono progettazione e programmazione degli interventi, che possono essere di ripristino o addirittura di eliminazione. I problemi spesso riguardano i rapporti con le società municipalizzate – seguita la candidata Dem – noi vorremmo una unità specifica per mappare e pianificare, magari arrivando anche alla dismissione o al potenziamento di alcune fontanelle. È un costo averne 158, sia per il consumo d’acqua che per la manutenzione – sottolinea Marocchi – Servono? Andiamo a vedere perché sono nate, verificando se si può raccogliere anche l’acqua per l’irrigazione, limitando gli sprechi e ottimizzando la funzionalità”. Questa mappatura diventa quindi un funzionale strumento di pressione nei confronti di Acea. Un rapporto collaborativo evidentemente porta a risultati insperati, un metodo “dimenticato” secondo il capolista di Fi alle ultime elezioni municipali, Andrea Baccarelli: “Le fontanelle di Roma sono un patrimonio pubblico importantissimo, ma troppo spesso coloro che hanno governato questo Municipio lo hanno dimenticato, permettendo che venissero distrutte o utilizzate per fini non pubblici. Si deve partire dal reperimento dei fondi – spiega Baccarelli – Dobbiamo stabilire delle priorità e su questo siamo pronti a dialogare. In passato abbiamo dimostrato che i fondi ci sono, ma che devono essere spesi bene. Spendere per le fontanelle va bene, ma se si paga la ristrutturazione di centri sociali e occupazioni non siamo d’accordo”.

Sta di fatto che un interrogativo resta: possibile che Acea non abbia questo tipo di mappatura? A quanto appreso sembra proprio non esistere, se non per il Municipio I in un’App turistica. Al netto del dibattito sulla presenza o meno di una mappatura di questo tipo all’interno dell’azienda che questi servizi li eroga, resta uno strumento importantissimo per la conoscenza e la progettazione del territorio. Questo censimento, qualora venisse incrociato con altri dati, potrebbe far rilevare elementi di forza o debolezza del territorio. Ad una primissima analisi risulta evidente come lungo l’asse Colombo, che ospita una pista ciclabile, siano pochissimi i punti di approvvigionamento di acqua: 5 o 6 fontane, non troppo visibili a chi non conosce l’area, e spesso situate sulla corsia opposta a dove corre la pista. Stesso discorso per uno dei parchi archeologici più belli e importanti del mondo: l’Appia Antica. Qui gli impianti, tutti funzionanti, dal Quo Vadis al GRA, sono soltanto 5. Queste sono alcune delle analisi possibili qualora si incrocino questi dati con l’esistente o con il progettato.

Su questa metodologia è intervenuto anche il candidato Presidente al Municipio VIII per il M5S, Paolo Pace, che ha voluto sottolineare come il censimento debba essere il primo degli strumenti di un’amministrazione. “Purtroppo non c’è nessuno che abbia il polso del territorio. Posso capire che ci siano delle situazioni di abbandono della manutenzione, ma un buon amministratore deve sapere cosa va ad amministrare e in quali quantità – spiega il candidato pentastellato – Il nostro modo di vedere le cose si basa sul censimento delle situazioni critiche, strumento che abbiamo iniziato a costruire in campagna elettorale”. Dal M5S questo strumento è quindi visto di buon occhio: “È un primo elemento – seguita Pace – che serve a far capire che il modo di operare deve essere un altro. Basta nascondersi dietro le competenze: i Municipi devono avere la forza di ridare centralità all’Istituzione. Si facciano i censimenti non solo delle fontanelle ma, ad esempio, anche dei tombini otturati”.

Saremmo felici di osservare il proliferare di questo tipo di strumenti, che ben rivela i problemi, spesso storici, dei nostri quartieri. Pensiamo a cosa si potrebbe evidenziare incrociando questa mappatura con le scuole oppure con i parchi del territorio. Siamo così sicuri che tutti i parchi o le aree gioco abbiano una fontanella, e che quest’ultima sia funzionante?

Leonardo Mancini