Home Municipi Municipio VIII

Municipio VIII: la crisi sembra rientrata

Saltano due assessori ma il Presidente Pace assicura: “il gruppo si è ricompattato”

IL CONSIGLIO MUNICIPALE – Il Consiglio del 13 gennaio scorso, che avrebbe dovuto far luce sulla crisi apertasi in Municipio VIII, ha soddisfatto solamente in parte i tanti cittadini accorsi per avere maggiori informazioni sulla revoca dei due assessori. Il Presidente Paolo Pace, interrogato in merito dal Pd ha ripercorso dettagliatamente i passaggi che hanno portato all’esautorazione dell’assessore all’Urbanistica Rodolfo Tisi. Ricostruzione non lontana da quanto letto in questi giorni sulle pagine della cronaca locale. Una vicenda legata all’indicazione poco chiara del nuovo CTP (consulente Tecnico di Parte) del Municipio VIII all’interno della vertenza apertasi al Tar del Lazio sull’edificazione dell’I-60 e sulla tutela del Fosso delle Tre Fontane. Nessuna risposta invece sulla revoca dell’assessora alla Scuola e alle Politiche Culturali Sandra Giuliani.

LA CRISI DELLA MAGGIORANZA – Mentre alcuni consiglieri di maggioranza escono dall’aula durante la lettura delle Determine dirigenziali di revoca degli assessori, il presidente Pace rassicura sulla crisi delle ultime settimane: “Non nego i contrasti con alcuni consiglieri. Possiamo avere diversità di vedute ma rimangono fissi gli obiettivi. Il gruppo è unito – ha spiegato Pace – Il confronto è alla base della dialettica politica e ci ha portato ad una sintesi ricompattando il gruppo”. Per la presidenza il modo in cui questa crisi sarebbe stata gestita denota una ‘rivoluzione nel modo di fare politica’: “Non abbiamo nascosto un momento di crisi, lo scopo dell’opposizione è quello di cercare una crepa su cui fare leva, ma noi non ci divideremo”.

Ads

GLI ATTI IN VOTAZIONE – Durante la seduta sono stati anche votati due atti importanti per il territorio. Il primo riguarda la salvaguardia del Fosso delle Tre Fontane e la validità della Convenzione urbanistica dell’I-60. Lo stesso atto che ha aperto lo scontro sull’indicazione del Consulente Tecnico di Parte: un geologo esterno all’Amministrazione. Questo documento, presentato dai consiglieri di Sinistra per Catarci, ha subito un percorso difficile: un passaggio in Giunta con un parere negativo, una rivisitazione di concerto con i consiglieri penta-stellati e la bocciatura in commissione Urbanistica. L’atto è alla fine arrivato in consiglio senza ripassare in Giunta, non più riunitasi dall’aperura della crisi. Il testo è stato votato positivamente, con i voti di Sinistra per Catarci e del M5S. Il resto dell’opposizione non ha partecipato al voto, unita nel ritenere l’atto inopportuno prima della conclusione del lavoro della magistratura.
Il secondo documento, presentato dal Pd, riguardava la richiesta di ripresa dei lavori per la realizzazione del parco della tenuta di Tormarancia. In questo caso il voto compatto dell’opposizione è stato contrastato dal parere negativo della maggioranza penta-stellata, che ha bocciato l’atto dichiarando di voler aspettare per assicurarsi che la vicenda del Parco sia slegata da quella dell’edificazione dell’I-60.

LE REAZIONI IN CONSIGLIO – L’intero Consiglio è stato dominato dagli interventi dell’opposizione. Dal centro destra sono i consiglieri di Fi Andrea Baccarelli e Maurizio Buonincontro, con l’esponente romano del partito Simone Foglio, a definire “il Movimento 5 stelle è un gruppo improvvisato senza totale cognizione di ciò che va fatto al governo del Municipio e di come farlo. Mentre il Municipio è allo sbando, perdono tempo ad accusarsi e denunciarsi a vicenda. Il Presidente Pace ha formalmente letto le revoche delle deleghe all’Assessore all’Urbanistica e all’Assessore alla Scuola, mentre parte della maggioranza usciva in evidente dissenso dall’aula. Successivamente la presunta maggioranza in crisi si è ricompattata per sostenere un documento presentato dalla Sinistra dell’ex presidente Catarci che demagogicamente (in attesa di imminente pronunciamento del TAR) chiedeva lo stop dell’edificazione della c.d.I60 di Grottaperfetta, per poi votare inspiegabilmente contro un altro documento che chiedeva di adoperarsi per la ripresa delle connesse opere finalizzate a rendere fruibile il Parco di Tormarancia. Praticamente tutto e il contrario di tutto”.
Sulla votazione dell’atto relativo al Fosso delle Tre Fontane è tornato anche il consigliere Catarci: “Durante un Consiglio in cui è stata palese la conclamata e grave crisi del M5s municipale si è approvato all’unanimità un importante atto presentato dalla Sinistra per la tutela del Fosso delle Tre Fontane – ha dichiarato Catarci – Con noi hanno votato tutti i consiglieri M5s, mentre sono usciti dall’aula lo stesso Presidente grillino, in evidente difficoltà, il Pd, Fi e Fdi”.
Molto critica la posizione del Pd che al termine del Consiglio utilizza i social network per spiegare la situazione politica della maggioranza: “Il M5S nel Municipio VIII non esiste – ha scritto la capogruppo, Anna Rita Marocchi – Lo si è visto nel Consiglio odierno. Esistono i gruppetti di potere che stringono accordi dell’ultim’ora e Tengono sotto scacco il Presidente Pace. Il tutto finisce con la maggioranza che si ricompatta e vota l’atto sull’I-60 che ha fatto cadere la testa dell’Assessore. E poi boccia all’unanimità l’atto sulla realizzazione del Parco di Tormarancia. Oggi la maggioranza di governo del Municipio VIII ha scritto una pagina vergognosa della nostra politica locale”. La prima firmataria dell’atto sulla Tenuta di Tormarancia, la consigliera dem Antonella Melito, ha invece parlato di ‘inconcludenza e incoerenza’: Eppure il Presidente Pace aveva garantito il ritrovamento della compattezza del Movimento 5 stelle, dopo la crisi di maggioranza che ha portato alle dimissioni di due assessori della sua giunta. Nemmeno il tempo di dirlo che la sua maggioranza perde perfino il coraggio di approvare un atto che chiede la restituzione di un parco importante al territorio e alla città di Roma. Non avete coRAGGIo, avete paura anche di voi stessi, delle garanzie che ogni tanto qualche vostro assessore prova a darvi, paura perfino di muovervi per garantire opere pubbliche. E chi ha paura politica non la può fare”.

LeMa