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Nelle paline del Car Sharing il Ponte Spizzichino diventa il Ponte della Garbatella

Dopo le reazioni dei familiari e del Municipio VIII il Comune assicura la correzione dell'errore entro sette giorni

GARBATELLA – Ancora un episodio di ‘perdita della Memoria’ nel quartiere di Garbatella. Dopo la cancellazione per errore della scritta Vota Garibaldi, a far le spese di funzionari disattenti è il Ponte Settimia Spizzichino che, sui totem del Car Sharing di Roma servizi per la Mobilità diventa il Ponte della Garbatella.

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L’INTITOLAZIONE DEL PONTE – Il ponte è stato dedicato a Settimia Spizzichino, deportata il 16 ottobre 1943 durante il rastrellamento del ghetto di Roma, assieme a due sorelle e una nipotina. La signora Settimia fu l’unica a tornare e negli anni con i suoi racconti ha tenuto ben chiara la memoria della tragedia che ha dovuto vivere. Carla di Veroli, nipote di Settimia Spizzichino ed ex assessora di questo Municipio, dal suo profilo Facebook ha reso noto e condannato quanto accaduto: “Nel caso questo ‘errore’ non sarà corretto, mi riservo di adire alle vie legali nei confronti dell’Atac e del Comune di Roma”. Una eventualità questa che non si dovrebbe presentare dato che dal Comune assicurano che in sette giorni le 57 paline verranno sostituite e riporteranno il corretto nome del ponte.

DAL MUNICIPIO VIII – Sulla vicenda anche l’Assessore all’Ambiente, Michele Centorrino, ha assicurato l’interessamento del Municipio VIII affinché le paline segnaletiche siano al più presto corrette: “Domani stesso – oggi ndr – invierò lettera al Comune e chiederò rispetto per Settimia Spizzichino e i suoi familiari, che le nuove paline vengano corrette immediatamente nel rispetto di ciò che è stato e a futura indispensabile memoria”. L’assessore ha poi ricordato la cerimonia di poche settimane fa durante la quale il Municipio aveva reso onore a Settimia Spizzichino e alle vittime dell’olocausto depositando sul ponte a lei dedicato una corona di fiori in una commossa e partecipata commemorazione: “Dobbiamo essere quotidiano presidio perché la storia può essere manipolata e smontata un pezzetto alla volta – conclude Centorrino – questo non possiamo permetterlo”.

Leonardo Mancini