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Orti e giardini: la nuova frontiera della condivisione

Le iniziative nel Municipio XI e il progetto “Zappata Romana” dell’Urban Architecture Project

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La gestione condivisa delle aree verdi fra i cittadini è una realtà in grande espansione nella nostra città. Un fenomeno che nel resto delle grandi capitali europee è già in atto da diversi decenni. In Gran Bretagna i “Community Gardens” sono presenti in 120 città, i “Jardins partagés” sono ben 57 nella sola area municipale parigina che contiene anche il giardino condiviso vincitore del Premio Europeo per lo Spazio Pubblico 2010, mentre in Svezia i “lotti municipali” sono una realtà già dagli inizi del ‘900.
Le iniziative che si possono riscontrare nel tessuto urbano romano sono principalmente di natura spontanea e volte alla riqualificazione di un’area degradata o in stato di abbandono. L’aggregazione per la valorizzazione diviene un’esigenza sociale legata spesso a problemi di sicurezza, che coinvolge le Associazioni del territorio e i privati cittadini. Dall’inaugurazione, il 22 luglio scorso, del primo Parco a Orti Urbani realizzato dall’Amministrazione Comunale in via della Consolata (18.000 mq), Urlo si è interessato alla versione nostrana di queste iniziative, raccontando la storia dell’Eut-Orto degli ex-lavoratori della Eutelia. Il Fenomeno è però in continua espansione sia geografica che quantitativa e interessa molti municipi di Roma sud, con realtà quali il Giardino Condiviso di via Luca Gaurico o quello della Città dell’Utopia a San Paolo.
Nel Municipio XI viene portata avanti l’iniziativa degli “Orti Urbani Garbatella”, sorti sull’area al fianco di via Rosa Raimondi Garibaldi, da quindici anni al centro delle rivendicazioni dei cittadini della zona e di Legambiente Garbatella. Il Progetto è nato dalla collaborazione di alcune delle Organizzazioni e Associazioni attive sul territorio del Municipio: Legambiente Garbatella, Action Le casette, Casetta Rossa, La Città dell’Utopia e Controchiave. In quest’area di 4,5 ettari al fianco della Regione Lazio sarebbe dovuto sorgere già da tempo un parco per proteggere il quartiere dall’inquinamento atmosferico e acustico generato dal traffico di via Cristoforo Colombo (il Parco del Cigno), opera realizzata parzialmente e grazie ai soli sforzi della cittadinanza.
Questo fenomeno aggregativo è teso a rafforzare il legame sociale all’interno del tessuto urbano, anche raccogliendo in un progetto condiviso le esperienze e le idee di differenti fasce d’età, che come ricordano gli organizzatori dell’iniziativa, nel Municipio XI si compone di un 29% di ultrasessantenni contro una media cittadina del 25%. Altro elemento fondamentale, sempre a detta degli organizzatori, è la protezione delle zone limitrofe alla via Cristoforo Colombo da speculazioni edilizie, nonché la riqualificazione di aree degradate o completamente in stato di abbandono. La volontà di recuperare la cultura contadina attraverso dei momenti di socialità, nonché la costruzione di un’iniziativa capace di combattere la crisi economica producendo reddito sono in fine il collante del progetto.
La grande espansione di queste iniziative (nel solo Municipio XI ne possiamo contare sei) ha portato l’Urban Architecture Project (UAP) ad interessarsi al fenomeno. L’UAP è un gruppo che si occupa di architettura e progettazione del paesaggio, con lo scopo di sviluppare l’interazione sociale e l’utilizzo dell’architettura low tech. L’iniziativa portata avanti chiamata “Zappata Romana” consiste in una mappatura digitale (disponibile online attraverso GoogleMaps) delle esperienze di Orti e Giardini condivisi nell’area romana. Nella mappa visionata nell’ultimo mese da oltre 12.000 persone, le zone riportate sono oltre 100, e fra di esse sono inseriti anche i 65 Orti censiti dal Comune di Roma. Oltre ad essere inserite le foto e le informazioni essenziali su ogni progetto, viene ampliata la catalogazione delle iniziative con l’introduzione di categorie quali le Fattorie Didattiche, le Case della Partecipazione e i Giardini Spot. Quest’ultimi sono individuati in delle realtà sorte in brevissimo tempo grazie all’azione spontanea di un gruppo di privati cittadini, come le tre aiuole in Via Chiabrera ripopolate di fiori e inserite nella mappatura digitale.
Queste iniziative dal basso sono un’esperienza che certamente contribuisce al difficile processo di riqualificazione ambientale o di mantenimento delle aree verdi dei nostri quartieri. La condivisione è una speranza per tutte quelle aree che senza un adeguato programma di cura versano nelle condizioni di degrado che spesso ci siamo trovati a criticare. Ancora una volta quindi l’iniziativa per un miglioramento della situazione viene dai cittadini. Grazie a questo nuovo metodo per combattere il degrado urbano mai l’incitamento “dig for victory” è stato più adeguato.

Leonardo Mancini