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Parco di Tor Marancia: il Corpo Forestale sequestra il cantiere

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Cinque denunciati per lottizzazione abusiva e danno ambientale nell’area cantierizzata su via di Grotta Perfetta

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IL SEQUESTRO – Da qualche settimana si rincorrevano voci di alcuni accertamenti e denunce da parte del Corpo Forestale dello Stato nei riguardi delle cantierizzazioni del Parco di Tor Marancia. Nei mesi scorsi abbiamo assistito a delle assemblee in cui sono stati presentati i progetti per l’attrezzamento di tre AFA (Ambiti Funzionali d’Attuazione), sulle aree centrali del Parco e sui tre nuclei di casali da ristrutturare. Questa mattina però il cantiere dell’ AFA 3, insistente sull’area tra via di Grotta Perfetta e via Carpaccio, è stato posto sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale. L’operazione condotta su disposizione della Procura della Repubblica e convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari di Roma, ha portato alla denuncia di cinque persone per il reato di lottizzazione abusiva in concorso fra loro e per danno ambientale “Ad essere coinvolti – spiega una nota del Corpo Forestale – il committente delle opere, il progettista, il direttore dei lavori, l’esecutore materiale degli interventi e il responsabile unico del procedimento”. Il sequestro interessa un’area di circa 26 ettari di agro romano all’interno del Parco regionale dell’Appia antica, ed è stato predisposto a causa della violazione dei vincoli paesaggistici, ambientali, forestali ed urbanistici.

I MOTIVI – Dopo la segnalazione di alcuni cantieri edilizi all’interno del ‘bosco di alto fusto’ della tenuta Ceribelli, gli uomini del Comando Stazione di Roma del Corpo Forestale hanno rilevato molte discrepanze rispetto ai vincoli presenti sull’area: “Sono stati realizzati, infatti, due ampi parcheggi, un parco giochi, fognature e reti di irrigazione, la base di una pista ciclo-pedonale lunga oltre tre chilometri ed estese recinzioni di reti metalliche – spiega la nota del Corpo – Per realizzare tali opere sono stati sbancati diversi ettari di terreno, recise le radici di numerosi pini di alto fusto, compromettendone la stabilità, cementificato un sottobosco e sono state danneggiate numerose specie vegetali”. Il collegamento e la subordinazione tra le cantierizzazioni del Parco di Tor Marancia e l’inizio delle edificazioni dell’ I-60 è ben noto: “Tuttavia – seguita la nota – dentro un bosco, all’interno di un’area naturale protetta, sono presenti dei vincoli inderogabili e, pertanto, non si possono né autorizzare né costruire strade, parcheggi, muri in cemento armato, chioschi e parchi giochi. L’intera zona è, infatti, sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali e inoltre, sullo stesso territorio, nelle aree ricoperte da soprassuoli boschivi, si applicano le misure di salvaguardia previste per le aree forestali. I lavori realizzati non sono opere di pubblico interesse idonee a salvaguardare l’integrità dei luoghi e dell’ambiente naturale del comprensorio del Parco e pertanto non potevano essere autorizzati”.

LE REAZIONI – I Consigliere del Movimento 5 Stelle al Municipio VIII, Carlo Cafarotti e Valentina Vivarelli, accompagnati dal Consigliere Capitolino, Daniele Frongia, erano presenti al momento del sequestro dell’area: “Su questo progetto come più volte abbiamo affermato è stato portato avanti un finto processo partecipativo – spiega il Capogruppo Cafarotti – sono stati solo mostrati e spiegati i progetti, mentre la partecipazione è una cosa molto diversa. Vedremo cosa accadrà – seguita il Consigliere indicando l’area sotto sequestro – questa è l’altra faccia della medaglia del cantiere I-60. Siamo arrivati fin qui, fino al sequestro una cosa non banale che accerterà le responsabilità degli illeciti. Oggi è importante la riflessione su quello che è stato fatto e su come procedere oltre”. Il Consigliere Cafarotti non manca di ricordare le preoccupazioni espresse dal suo Gruppo nelle sedi istituzionali: “Abbiamo chiesto in commissione Ambiente – del Municipio VIII – se ci fossero stati danni provocati dal cantiere, ma dal servizio giardini ci hanno assicurato che era tutto in regola. In commissione sono stato chiarissimo, la mia domanda è agli atti”. È poi la Consigliera Vivarelli a voler sottolineare la gravità delle ipotesi di reato : “Ci sarebbero state delle gravi violazioni dei vincoli paesaggistici e molti danni ambientali. In poche parole significa aver trattato un parco naturale – dal 2002 parte del Parco dell’Appia Antica – allo stesso modo in cui poteva essere gestito un parco pubblico”. Anche Vivarelli ci tiene a sottolineare la discrepanza tra quanto avvenuto questa mattina e le risposte fornite nelle sedi Istituzionali: “Anche ieri in commissione Ambiente l’Ente Parco ci ha assicurato che tutto sta procedendo nel migliore dei modi e che l’unico problema poteva essere la riformulazione del progetto per l’area delle cave. Non si era nemmeno immaginata questo tipo di possibilità”. Una vicenda questa, in stretto contatto con l’edificazione dell’I-60, che ha visto a più riprese l’interessamento del gruppo Capitolino del Movimento 5 Stelle: “Siamo molto interessati a seguire questa vicenda perchè estremamente collegata all’I-60 – spiega il Consigliere Frongia – Abbiamo anche portato avanti degli atti formali per comprenderne la dinamica. I reati ipotizzati qui sono gravi e a nostro avviso lo sono anche quelli commessi all’interno dell’area dell’I-60 con la demolizione dei casali. Siamo qui perchè anche noi come l’autorità giudiziarie e speriamo anche le altre forze politiche, vogliamo vederci chiaro, sempre nell’interesse dei cittadini”. Frongia risponde anche ad una nostra domanda che ipotizza un rallentamento dell’edificazione dell’I-60 dopo il blocco del cantiere del Parco: “Diciamo che tecnicamente un rallentamento dei lavori sul parco potrebbe portare anche al rallentamento dei lavori sull’I-60, questo secondo la convenzione. Ora seguiremo anche con gli uffici tecnici ciò che il sequestro comporterà”.

NELLE PROSSIME SETTIMANE – continueremo a monitorare gli sviluppi del sequestro avvenuto questa mattina, ma soprattutto cercheremo di capire se questa vicenda potrà o meno rallentare i lavori di edificazione dell’I-60, in attesa del ricorso al TAR del Lazio promosso dai cittadini del Coordinamento Stop I-60.

Leonardo Mancini