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Parco Villa di Lucina: quando istituzioni e cittadini dovrebbero collaborare per il bene comune

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La denuncia del M5S: “L’azione dei cittadini imbarazza le Istituzioni”

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IL PARCO DIMENTICATO – Si torna a parlare, suo malgrado, del Parco di via di Villa di Lucina, in Municipio VIII. Siamo in zona San Paolo, angolo via Giustiniano Imperatore. Qui, al confine con via Costantino sorge il cosiddetto “Bidet”, un albergo inutilizzato, più volte salito agli onori delle cronache per lo stato di degrado e abbandono in cui versa, con occupazioni da parte dei Movimenti per il Diritto all’Abitare che si sono risolte con degli sgomberi nel giro di poche ore. Solo qualche giorno fa l’associazione Legambiente, Circolo Garbatella, nell’ambito dell’iniziativa ‘Puliamo il Mondo’, ha dato nuova vita all’albergo abbandonato, con un’azione di pulitura, e quindi di riqualificazione, con tanto di lettera indirizzata all’ormai dimissionario sindaco Marino, in cui, nero su bianco, si descrive lo stato del “Bidet”, ovvero un luogo “deturpato con scritte. L’area su cui insiste è diventata una discarica, la recinzione è rotta e per gran parte ricoperta di pannelli di legno che impediscono dall’esterno la visibilità facendo temere per la sicurezza degli abitanti”.

ANNI DI INCURIA – Una situazione che ha fatto discutere, e fa discutere ancora, i residenti della zona. E che purtroppo non è l’unica, in Municipio VIII. Arriva oggi la denuncia della consigliera di opposizione Valentina Vivarelli, in quota M5S, che riguarda proprio il parco di via di Villa di Lucina. “Anni di incuria e disinteresse delle istituzioni preposte, producono i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”, scrive Vivarelli in un comunicato. Non a caso, infatti, nei mesi scorsi proprio nel parco di via di Villa di Lucina è stata ritrovata una siringa. Inoltre, sembra che i mezzi AMA non possano entrare all’interno della recinzione per via di un impianto pubblicitario non regolamentato. La denunciava arrivava dal consigliere di Forza Italia Simone Foglio. Anche il presidente del Municipio VIII, Andrea Catarci, aveva però fatto sapere di aver sollecitato gli uffici competenti per la rimozione dello stesso.

LA PULIZIA ‘LAST-MINUTE’ – L’incuria in cui versa il parco – che secondo la consigliera è determinata anche dalla circostanza per cui di notte il giardino non verrebbe chiuso – ha quindi spinto alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle Municipio VIII e i volontari del gruppo “La Rinascita della Montagnola” a pulire, autonomamente, il parco. Senonché, secondo la denuncia della consigliera Vivarelli, “le istituzioni corrono ai ripari inviando, alcuni giorni prima dell’evento, il Servizio Giardini a rimediare ad anni di abbandono ed evitare così che i ‘risultati della pulizia’ possano essere sbandierati all’opinione pubblica”. I cittadini, aggiunge Vivarelli, “non avrebbero mai ipotizzato che la loro iniziativa mettesse così tanto in imbarazzo l’attuale amministrazione tanto da spingerla a un’azione di pulizia ‘last-minute’”. “Nonostante questa affrettata pulizia di facciata i cittadini, volontari ed attivisti del Movimento 5 Stelle hanno effettuato comunque l’intervento, rimuovendo rami, potando le siepi, ripulendo i giochi dei bimbi e raccogliendo oltre 30 sacchi di rifiuti vari”, conclude Vivarelli.

LA REPLICA DEL MUNICIPIO VIII – “L’azione di riqualificazione con potature e pulizia importanti, effettuata dal Servizio Giardini dell’Assessorato comunale all’Ambiente, è stato dal nostro Municipio sollecitato a più riprese. E finalmente l’intervento è arrivato”, fa sapere il presidente Andrea Catarci, in risposta alle accuse della consigliera Vivarelli. “C’è da dire anche”, aggiunge contattato telefonicamente dalla nostra redazione, che “la sezione di zona del Servizio Giardini è ormai ridotta a pochissime unità e gli impegni sul territorio sono innumerevoli”. Quindi, nessuna coincidenza voluta con l’intervento di riqualificazione programmato dal Movimento 5 Stelle. “Anche se il Servizio Giardini ha provveduto a una prima ripulitura, i volontari possono concentrarsi sulle tante altre cose che vanno ancora fatte all’interno del parco, come panchine e arredi, su cui ci si può, appunto, volontariamente concentrare”, continua Catarci secondo cui ogni azione dei cittadini è finalizzata a sensibilizzare, e quindi far attivare, l’amministrazione – municipale o comunale: “E quando questo avviene bisogna solo esserne felici e non certo pensare che le istituzioni abbiano rovinato una qualsiasi vetrina”, conclude.

Martina Bernardini