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Sequestro I-60: l’Assessore Miglio riferisce in Commissione Controllo e Garanzia

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L’opposizione chiede conto dello scontro con il Comune, ma dal M5S si parla di ‘comunanza d’intenti’

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LA COMMISSIONE – Controllo e Garanzia del Municipio VIII ha richiesto, nella seduta programmata per oggi 14 febbraio, la presenza dell’assessore all’Urbanistica Miglio, per riferire in merito al sequestro probatorio di parte del cantiere dell’I-60.

L’ITER – Richiamato da Miglio durante la seduta della Commissione, ricalca i passaggi già riportati nei giorni scorsi dal nostro giornale. Il 7 gennaio scorso i cittadini del Coordinamento Stop I-60 hanno richiesto alla Regione Lazio notizie sul Fosso delle Tre Fontane. La risposta dagli uffici della Regione, poi inoltrata anche all’assessorato del Municipio VIII, è arrivata il 27 gennaio, assicurando il vincolo paesistico presente sul corso d’acqua, tranne che per la parte interrata che va da via Laurentina al Tevere. È quindi la volta del Municipio, che il 28 gennaio chiede la verifica da parte del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale, anche proponendo la sospensione dei lavori in attesa degli accertamenti. Purtroppo, come spiega Miglio, non ci sono state risposte in merito a queste richieste: “Abbiamo sentito il dovere di intervenire perché non si poteva continuare ad attendere con il rischio di compromettere lo stato del fosso”. Infatti il 7 febbraio, l’assessorato all’Urbanistica del Municipio VIII, assieme agli uffici tecnici, hanno ritenuto necessario un sopralluogo nell’area, durante il quale sarebbe stata accertata la realizzazione di opere edilizie abusive che hanno distrutto il corso del Fosso delle Tre Fontane. Rovinando anche la vegetazione esistente con lo sversamento di materiali provenienti probabilmente da opere di demolizione. In questo modo il Municipio ha chiesto al Comando della Polizia Locale di Roma Capitale di valutare la possibilità di un sequestro probatorio dell’area, effettuato nella giornata del 10 febbraio.

LA DOCUMENTAZIONE SUL FOSSO – dall’audizione dell’assessore sono emersi due documenti di cui non avevamo notizia. Secondo Miglio questi atti sarebbero alla base della controversia. Nella Convenzione urbanistica dell’I-60 viene infatti citato il Fosso delle Tre Fontane, o meglio, viene richiamato l’ex Fosso Tre Fontane. Una discrepanza che, sempre secondo l’assessore, arriva da più lontano, in particolare da una nota del VI Dipartimento di Roma Capitale del 23 ottobre 2009, proprio in relazione alla Pianificazione dell’Ambito a Trasformazione Integrato I-60. Nella nota infatti si fa riferimento alla necessità di impiegare un sistema fognario ‘misto’ proprio in considerazione del fatto che il Fosso delle Tre Fontane è stato tombato (colmato), nel tratto prospiciente l’intervento urbanistico.

IL CONTRASTO CON IL COMUNE – le domande dei commissari all’assessore Miglio non si sono limitate all’iter procedurale e allo scambio epistolare, ma si è parlato anche delle discrepanze nell’interpretazione del sequestro nate tra Comune e Municipio. Infatti nella giornata del 10 febbraio il Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma Capitale, in una nota affermava che: “Non è stata riscontrata nessuna illegittimità urbanistica da parte degli uffici di Roma Capitale nella lottizzazione di Grotta Perfetta – spiega la nota – I lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria eseguiti dai privati, prima di costruire gli edifici, sono coerenti con la convenzione urbanistica”. Proprio quella Convenzione che, secondo Miglio, conterrebbe un errore sulla presenza del Fosso. “Quanto emerso oggi è gravissimo – spiega il presidente della Commissione Controllo e garanzia del Municipio VIII, Maurizio Buonincontro – cioè la distanza sempre maggiore che intercorre tra il punto di vista del Municipio VIII e quello del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale. Il punto focale resta il Fosso delle Tre Fontane, chi su questo tema si troverà in torto dovrà salvare la faccia dando le proprie dimissioni”. L’elemento centrale, secondo Buonincontro, è la reale portata di questa iniziativa: “Supponendo che l’amministrazione municipale sia nel giusto, ci chiediamo quale possa essere la reale riduzione di cubatura, visto che quello che risulta essere stato bloccato non è altro che un’area di parcheggio e una piccola edificazione. Ci dovrà essere una nuova progettazione, ma quante mai potranno essere le cubature eliminate?”. Su questo tema Miglio ha spiegato che nel caso venisse convalidato il sequestro si dovrà riproporre una progettazione che rispetti gli standard urbanistici facendo comunque diminuire le cubature. Non potendo prevedere l’impatto che questo stop potrebbe provocare: “Risulta evidente che chi sta portando avanti questa azione si sta solo facendo pubblicità – aggiunge Buonincontro riferendosi al Presidente del Municipio VIII, Andrea Catatrci – Il tutto su una realtà falsata, cioè il blocco di 400.000 mc di cemento, come apparso in un primo momento sulle pagine di Repubblica. Non bisogna illudere i cittadini, per questo – conclude – Riteniamo sia necessario organizzare una seduta congiunta delle commissioni Garanzia e Urbanistica di Municipio VIII e Roma Capitale, chiamando a riferire il Dipartimento Urbanistica e la UOT municipale”.

PIENO SOSTEGNO DAL M5S – che negli ultimi giorni aveva già manifestato la sua vicinanza all’azione intrapresa dall’assessore Miglio: “Ad oggi c’è comunanza d’intenti con l’operato dell’Assessore – spiega la consigliera penta-stellata al Municipio VIII, Valentina Vivarelli – che ha ben spiegato come l’interruzione dei lavori fosse in questo caso doverosa. Il M5S sosterrà le azioni di Miglio, perchè si è impegnato in una tutela che non sembra affatto interessare l’amministrazione comunale”. Ma anche il M5S vuole fare chiarezza sui motivi dello scontro con il Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale: “Ci sembrerebbe utile ottenere una risposta dal Dipartimento Urbanistica per comprendere in che modo si possa ritenere lecita la copertura di un fosso sottoposto a vincolo. Inoltre – conclude – ci uniamo alla richiesta effettuata in Commissione Controllo e Garanzia per un sopralluogo congiunto, che possa far maggiore luce sulla vicenda”.

Leonardo Mancini

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