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Tor Marancia: per la copertura della cabina Acea dovrà pagare il Comune

Cittadini pronti alla class action, ma da Acea assicurano: la cabina opera secondo normativa

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Tratto da Urlo n.154 febbraio 2018

TOR MARANCIA – Il 26 gennaio scorso il tema della seduta della commissione Ambiente capitolina è stato interamente dedicato alla cabina primaria Acea di via Zaniberti, nel quartiere Tor Marancia. Situata a due passi da piazza Lante, da un giardinetto con giochi per bambini e da quella che sarebbe dovuta essere la porta principale d’accesso al parco della Tenuta di Tor Marancia. Su questo impianto da anni i cittadini della zona stanno portando avanti una vertenza che non sembra avere fine. La riunione della Commissione era stata chiesta dal Consigliere capitolino di Fdi, Andrea De Priamo, in occasione di un sopralluogo presso l’ingresso del Parco di Tor Marancia situato in viale Londra. In quell’occasione, a fronte dell’annuncio dell’apertura della prima parte dell’area verde, nei primi mesi del 2018, si è chiesto di fare luce sulla vicenda della cabina, interessata da un progetto di copertura che però sembra essersi arenato.

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LA VICENDA – La cabina venne costruita nel 1982, tra luglio e settembre, come ricordano i residenti, e da allora i cittadini non hanno mai smesso di chiederne lo spostamento. I problemi rilevati sono in primis di tipo acustico. Nel corso degli anni, i medici della zona hanno inoltre collezionato una serie di cartelle cliniche relative a particolari patologie: “Dal 1982 la preoccupazione dei cittadini è cresciuta – spiega De Priamo – perché nonostante non sia dimostrabile la correlazione scientifica, c’è una incidenza più alta di alcune patologie”. Nel 2011, sotto l’amministrazione Alemanno arrivava la richiesta, nei confronti di Acea, di una progettazione relativa all’incapsulamento della cabina. Questa tipologia di intervento è arrivata fino alla Conferenza di Servizi, bloccata per il parere negativo della Soprintendenza per il mancato stralcio della cabina dal perimetro del Parco di Tor Marancia. Nel 2014 (amministrazione Marino) si torna a lavorare sulla vicenda, ma i sequestri sul parco di Tor Marancia la bloccano nuovamente. “Ad oggi si dovrebbe essere arrivati allo stralcio – seguita De Priamo – e si potrebbe tornare a parlare dell’incapsulamento, un progetto da 9,6 milioni di euro e della durata complessiva di 80 mesi”.

LA POSIZIONE DI ACEA – Durante la seduta della Commissione è stata resa chiara la posizione di Acea (Dip. Patrimonio di Areti Spa). La cabina rispecchia tutte le normative previste per l’impianto, e i monitoraggi vengono effettuati con cadenza regolare dall’Arpa Lazio. A fronte di questo, nonostante ci sia una progettualità per l’incapsulamento realizzata da Acea, l’azienda non può procedere con il finanziamento dell’opera, dato che le modifiche a un impianto che funziona regolarmente dovrebbero essere effettuate a propria cura, ma a carico del richiedente, in questo caso il Comune di Roma. Una posizione questa già resa nota in una lettera indirizzata nell’agosto scorso al coordinamento municipale di Fi: “Areti S.p.A., deve assicurare il corretto esercizio della rete elettrica di distribuzione con la massima efficienza e al minor costo; conseguentemente eventuali interventi di natura estetica, non funzionali agli impianti elettrici da costruire o da manutenere, devono essere realizzati a carico del soggetto richiedente e a cura del Concessionario”.

LA CLASS ACTION – Immancabile la presenza dei cittadini, raccolti all’interno del CdQ Roma-Ardeatino. I residenti, oltre ad aver ricordato tutti i disagi dovuti alla cabina, promettono di alzare presto il tiro se non ci saranno risposte positive. “Dai residenti della zona abbiamo riscontrato alte percentuali di patologie gravi – ha spiegato il Presidente del CdQ, il Dott. Orazio de Lellis – Sono anni che combattiamo, incassando sempre la comprensione delle istituzioni ma nessun risultato. La politica continua ad andare avanti, e lascia indietro queste vicende e la salute dei cittadini. Se non avremo risposte siamo pronti ad una class action”. Duro anche il commento del Coordinatore municipale di Fi, Paolo Barbato: “Tutte le forze politiche si sono espresse contro questa cabina vicina alle case e all’ingresso del parco, anche la Sindaca Raggi in campagna elettorale disse che doveva essere adeguata, ma come sempre non c’è stato riscontro”. Una vicenda che si trascina da troppo tempo, gli fa eco il Vicecoordinatore romano di Fi, Simone Foglio: “Bisogna tornare a dare risposte certe ai cittadini: l’avvio della Conferenza di Servizi era stato un passo importante, ma non si può pensare che dopo tutti questi anni si stia ancora decidendo chi debba metterci i soldi”.

I PROSSIMI PASSI – Nel momento in cui scriviamo non è ancora stata indetta una nuova riunione, ma dal M5S capitolino il Presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, ha assicurato di avere intenzione di chiedere nuove misurazioni all’Arpa, assieme ad un “tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti, compresi gli Assessori Montuori e Montanari – Urbanistica e Ambiente, ndr – per capire come risolvere questa vicenda, magari reperendo le risorse necessarie. Come indirizzo politico quello che chiediamo è la tutela dei cittadini e di un’area così delicata come il Parco dell’Appia”. Durante la seduta della Commissione è stata anche avanzata una possibilità per reperire i fondi, il dirottamento di parte degli oneri provenienti da Tor Marancia: “Vedremo se questa strada potrà essere percorsa”, ha concluso Diaco.

Leonardo Mancini