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Piano di Zona Monte Stallonara: si muove la Magistratura

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Aperto in Procura un fascicolo sul Piano di Zona ancora gravemente incompleto

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Tratto da Urlo n.134 aprile 2016

MONTE STALLONARA – Quello di Monte Stallonara è un Piano di Zona ormai noto alle cronache per gli innumerevoli problemi che presenta, tra cui quello del mancato completamento delle opere di urbanizzazione. La situazione è stata denunciata lo scorso anno dal Consigliere regionale Fabrizio Santori (Fratelli d’Italia) in un esposto presentato alla Procura, che ha determinato l’apertura di un fascicolo sull’argomento nell’ambito della più ampia operazione di accertamenti che sta coinvolgendo anche altri PdZ della Capitale. Ovviamente i contenuti sono al momento segretati ma la macchina della giustizia si sta muovendo e le indagini sono partite.

A Monte Stallonara le case ci sono e sono state vendute, ma manca (quasi) tutto il resto e non sono pochi i casi di cittadini che hanno comprato immobili senza poterli abitare. Non ci sono le strade e la rete fognaria è stata completata da poco. Dopo anni di attesa è stata conclusa la prima fase dei lavori per le opere di urbanizzazione ma non tutti gli interventi previsti sono stati portati a termine. A raccontarci ancora una volta il tutto è Monica Polidori, Presidente del Comitato di Quartiere Monte Stallonara, da anni in prima linea nella lotta per ottenere quanto di fatto spetterebbe di diritto agli inquilini del quadrante: “L’inizio delle opere di urbanizzazione risale al 2013. Il primo stralcio, che prevedeva la costruzione di un ponte dove far passare tutti i sottoservizi, la realizzazione delle fogne, l’illuminazione e il misto cementato, si sarebbe dovuto concludere in otto mesi, nel 2014. Si è chiuso invece a marzo 2016, a tre anni dal suo inizio, e per di più è incompleto. Il motivo è il mancato pagamento dei Sal (quote per l’avanzamento dei lavori) da parte di alcune cooperative”, che ha determinato tra il 2014 e il 2015 uno stop dei lavori di svariati mesi, ci dice la Polidori, che precisa: “Tra gli operatori insolventi, solo pochi non hanno ricevuto il contributo regionale (Monte Stallonara è un PdZ costruito in edilizia regionale agevolata secondo la legge 167, ndr), altri invece non hanno versato i Sal pur avendo incassato le somme”. Per evitare tutto questo, aggiunge “sarebbe bastato il rispetto delle leggi e delle convenzioni”.

Intanto la rete fognaria è stata terminata – dice il CdQ – ed è stato costruito il ponte: “I lavori sull’illuminazione sono statti fatti in modo incompleto e non è stato posato il misto cementato”, operazione propedeutica all’asfaltatura delle strade.
Sulla questione è intervenuto Fabrizio Santori, autore dell’esposto, che ci ha spiegato le ragioni del gesto: “In questi anni nulla è stato fatto per il quadrante, per questo mi sono sentito in dovere di denunciare queste carenze e portarle all’attenzione della Magistratura. Spero che questo porti ad un’accelerazione del percorso di realizzazione di opere che sono atti dovuti verso tutti i residenti del quadrante. Auspico che se dovessero essere accertati dei reati, le pene siano severe e da esempio”. Secondo il Consigliere “comportamenti ambigui e omertosi da parte delle amministrazioni nel corso del tempo hanno fatto sì che tutte le realtà che costruivano in queste aree, e che avrebbero dovuto rispettare degli obblighi, l’abbiano fatta sempre franca”. Ha commentato la questione anche Daniele Catalano, esponente di Fratelli d’Italia: “Monte Stallonara può ospitare fino a 5mila cittadini, al momento però al suo interno ne abitano solo 700. L’esposto di Santori è stata una extrema ratio che, a quanto pare, sta portando i suoi frutti.”

Inoltre, sembra che a Monte Stallonara i lavori di manutenzione non vengono effettuati e questo ha portato alcuni cittadini a provvedere da sé, acquistando autonomamente il materiale per riempire le buche nelle strade, ancora sterrate.

Altra questione irrisolta è quella del fosso di S. Cosimato che anni fa venne interrato. Per questa ragione è stato dichiarato inadeguato dal Consorzio di Bonifica del Tevere. “Siamo ancora in attesa del progetto per la sua messa a norma; una volta pronto si porrà il problema di come finanziare le vasche di laminazione”, dice il CdQ, che seguita: “Quello dell’invarianza idraulica diventerà un problema quando partirà il terzo stralcio delle opere di urbanizzazione (per il quale ancora non è stata pubblicata nemmeno la gara d’appalto, ndr) che interesserà, tra le altre cose, i lavori sulle caditoie”. Severe le parole del Presidente del Municipio XI, Maurizio Veloccia, che nel commentare ha detto: “Quella di Monte Stallonara è una delle maggiori emergenze delle periferie romane e il futuro Sindaco, tra le cose che dovrà fare nei primi cento giorni, è dare una risposta certa, individuando risorse in bilancio per permettere di sbloccare definitivamente questo PdZ e riconsegnare i diritti ai cittadini che da anni vivono nel fango e nella terra. Come Municipio in questi anni abbiamo seguito passo dopo passo, insieme al CdQ, gli sviluppi di queste opere. Sarà necessario individuare le risorse che, credo, debbano essere legate ad un intervento pubblico considerato che, proprio la mancanza di pianificazione e controllo da parte del Comune, ha provocato, ormai 10 anni fa, questo stato di cose. Il Municipio – conclude Veloccia – continuerà ad essere al fianco del CdQ e dei cittadini. Ora è il tempo delle facili promesse elettorali, noi vogliamo invece continuare a lavorare per far sì che si diano soluzioni realistiche e credibili”. Parole dure sono state pronunciate anche da Alessio Marini, Consigliere municipale per il M5S, che ha detto: “Il primo stralcio non è stato completato e non c’è ancora la gara d’appalto per il terzo. Speriamo che la Procura agisca nel modo più veloce possibile, anche se è ovvio che ci sono dei tempi tecnici. Nel frattempo vediamo inerzia da parte del Comune: cosa aspettano ad escutere le fideiussioni per gli operatori insolventi? Il PdZ è ancora pieno di incognite: come verranno finanziati i lavori per le vasche di laminazione? Comune e Regione – conclude Marini – si prendessero la briga di dissipare le nebbie sul futuro del PdZ”.

Anna Paola Tortora