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ANTIRUMORE AL PORTUENSE: A CHI POCHI A CHI TROPPI.

Via portuense (barriere antirumore)

Ancora problemi per le barriere fonoassorbenti.
PORTUENSE – Anni 90. I cittadini del quartiere Portuense fecero una richiesta al Ministero dell’Ambiente per l’installazione di alcuni pannelli fonoassorbenti in modo da ridurre l’inquinamento acustico causato dalle arterie a scorrimento veloce di Via Portuense e di Via Isaac Newton.
Quest’anno finalmente partono i lavori, e con loro le prime polemiche. I cittadini del quartiere Parrocchietta si riuniscono in un comitato per chiedere che i pannelli antirumore non vengano installati davanti alle loro case, precisamente dal civico 661 al 669 di Via Portuense. Perché?

Le risposte ce le fornisce il signor Ennio Rosati portavoce del comitato:” davanti le nostre case vogliono costruire della barriere alte 4 metri su un marciapiede di 80 cm, praticamente ci rinchiudono dentro le nostre abitazioni. Inoltre nel far questo – continua Rosati – creano un grosso problema di sicurezza perché creano una rientranza su Via Portuense per portarci ai nostri garage. Ma come facciamo ad uscire su una strada a scorrimento veloce, praticamente dal nulla? Per ora – prosegue – siamo riusciti a far sospendere i lavori grazie ad una manifestazione”.
Al fianco del comitato si sono schierati Augusto Santori, consigliere del Municipio XV, e Marco Giudici, consigliere del Municipio XVI. Proprio Santori ha accompagnato una piccola delegazione del comitato al Dipartimento XII del Comune di Roma. “Queste persone hanno già visto trasformare, per il beneficio comune, il loro ridente quartiere in uno attraversato da strade, un paio delle quali a scorrimento veloce. Addirittura ora vengono circondati da queste barriere, gli viene quasi impedita l’uscita dalle loro abitazioni. Inoltre ci sono dei danni indiretti con la creazione di questo vicolo cieco come il possibile aumento della criminalità, con la conseguente paura delle donne e degli anziani a scendere da soli per prendere la loro macchina. Non è poi da escludere – conclude Santori – la possibilità di nuovi malesseri causati dalle barriere, come sindromi claustrofobiche e danni psicologici”.
Di parere simile il Presidente del XV municipio Giovanni Paris: “pochi giorni fa abbiamo tenuto un Consiglio in cui si approvava all’unanimità una mozione che teneva conto della petizione dei cittadini. Il Consiglio ha chiesto un impegno del Sindaco Alemanno a garantire la salute pubblica, ma anche a mettere in atto azioni finalizzate al miglioramento delle condizioni di sicurezza stradale e dell’impatto visivo. Detto questo vanno anche tenute in considerazione le sollecitazioni di altri cittadini che sono molto preoccupati per il fermo momentaneo dei lavori e che non gradiscono affatto lo stralcio di alcune tratte operate dal Comune di Roma, come quella del European Hospital. L’opera infatti è andata in gara d’appalto, producendo delle economie da ribasso per 832.000 euro, ma nel frattempo una variazione normativa ha imposto una revisione del progetto che poteva essere tranquillamente finanziata proprio dai ribassi d’asta, se non fosse che c’è stata un’operazione di cassa fatta dalla nuova amministrazione comunale che ha spostato le risorse economiche residue e successivamente rifinanziato parzialmente l’opera, escludendo delle tratte che erano state previste. Certamente non dovrebbe essere possibile amministrare Roma considerando qualsiasi cosa solo un’operazione di cassa, ma bisognerebbe tener maggior conto dei cittadini e dei loro bisogni”.
Alla particolare situazione del Municipio XV vanno aggiunti i problemi nel municipio XVI, in cui, come afferma Marco Giudici, la situazione è leggermente differente: “si stanno installando delle barriere nell’area di Via Palmieri, parallela Via Newton, su di un cavalcavia. Al posto di queste in precedenza c’erano degli oleandri ed i cittadini reclamano per la fine di questi alberi. Fortunatamente – prosegue Giudici – la situazione sembra essere risolta. Con l’Assessore ai lavori pubblici Ghera ho concordato un’opera di mitigazione. Dietro alla barriera faremo una lingua di terra su cui verrà piantato un filare di oleandri. È per il decoro architettonico – conclude Giudici – oltre che è inutile l’installazione delle barriere sul cavalcavia”.
Una vicenda complicata e piuttosto variegata che speriamo venga risolta al più presto.

Damiano Oliva
Urloweb.com

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