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Ex Api: quell’area che vuole riscattarsi dal degrado

L’area verrà ristrutturata: previsti un centro commerciale e servizi di pubblica utilità.

Pur vivendo a Marconi da sempre, credevo di non sapere quale fosse la zona “ex Api”. O meglio: non sapevo che quel punto del quartiere fosse definito così. In realtà era un luogo che conoscevo bene. Proprio lì infatti feci la mia prima esperienza di radio. Una piccola radio locale. Una delle tante radio “libere” nate a Roma tra gli anni ‘70 e ‘80.
Mi avvicino all’argomento con la curiosità di chi, pur non sapendone moltissimo, vorrebbe saperne di più. E metto insieme un po’ di informazioni. Ex Api (zona Marconi – Via Prati di Papa) è una vecchia struttura industriale collocata in una zona densamente popolata più volte oggetto, nel corso degli anni, di interventi da parte delle forze dell’ordine per la frequenza di fenomeni di illegalità e di degrado. “È un’area privata che a Marconi rappresenta un vero e proprio buco nero – afferma Gianni Paris, Presidente del Municipio XV – La novità sta nel fatto che l’area verrà ristrutturata con tutte le garanzie e i vantaggi pubblici dell’operazione”. Nel marzo scorso, infatti, il Consiglio del Municipio XV ha approvato “una delibera ‘storica’ per il nostro quartiere, attesa da anni – dice Augusto Santori, Consigliere PdL del Municipio XV – Era tutto congelato, ma finalmente la situazione si è sbloccata. La delibera (n. 34 del 16 marzo 2010) approva un progetto per la realizzazione, in un’area privata e con lavori finanziati da privati, di una zona commerciale all’interno della quale il Comune realizzerà un asilo nido, un parcheggio pubblico e spazi da destinare a fini di utilità sociale.
Certo, una struttura pensata come centro commerciale all’interno di Viale Marconi non sembra una grande idea. “In effetti una zona come questa avrebbe bisogno di tutto meno che di un centro commerciale – prosegue Santori – Però è anche vero che il privato ha proposto una realizzazione di spazi che mi sembra interessante. Già la presenza dei parcheggi giustificherebbe l’operazione. È chiaro che sarà fondamentale il discorso sull’integrazione dei servizi. Se si riuscirà a rendere appetibile la realtà dell’ex Api, che di per sé soffre della sua non facile storia, e se contemporaneamente si riuscirà a rendere questa zona indispensabile proponendo servizi efficienti e necessari, credo che sia pubblico che privato potranno beneficiare di un’interazione costruttiva, di una vera e propria sinergia”.
“In realtà bisogna risalire ai piani di abbellimento della città proposti dalle Giunte Rutelli e Veltroni – spiega Carla Boto, coordinatrice del Circolo Pd Marconi – per cercare di comprendere questo Piano di Recupero. Certo è che si tratta di un’area che fa parte di un quartiere già molto popolato come Marconi, all’interno della quale qualcuno ha pensato comunque di realizzare nuove costruzioni. Il progetto prevede, infatti, un edificio di 8 piani, una piazza e parcheggi (uno privato e uno pubblico). Oltre questo, la Delibera parla di 2 milioni di euro vincolati e garantiti versati a risarcimento del quartiere e che si pensa di poter destinare a favore della cittadinanza”.
A queste considerazioni, fanno eco le parole di Santori: “Tutto sommato non posso non considerarlo un progetto positivo: si è trattato di un accordo molto sofferto tra privato e pubblico, all’interno del quale il Municipio ha chiesto ed ottenuto una serie di compensazioni: asilo nido, parcheggio pubblico, locali destinati a pubblica utilità, lavori infrastrutturali. Tutti a carico del privato. Non so se il progetto sia stato peggiorato rispetto alla prima versione (quando venne redatta non ero ancora Consigliere), ma lo accolgo con favore perché riguarda una parte di Marconi su cui bisognava necessariamente intervenire. Fondamentale sarà capire come e a chi il Municipio intenda destinare gli spazi a favore della pubblica utilità. Certamente noi ci opporremo al fatto che le parti a disposizione del territorio possano divenire parcheggi per associazioni e cooperative. In tal modo, infatti, si trasformerebbe una buona opportunità in aspettative di tipo clientelare che nulla avrebbero a che vedere con l’utilità per il territorio”.
Ma si è provato a chiedere agli abitanti di cosa potrebbe aver bisogno quella zona?
“Noi siamo convinti che un municipio che si definisce amico dei quartieri – è uno degli slogan della maggioranza! – debba cercare di capire quali siano le esigenze del territorio rendendo gli abitanti partecipi – afferma convinto Santori – Ma riteniamo che si stia ancora molto indietro rispetto a quella che è, invece, la nostra idea di istituzione di prossimità”.
“Dal canto nostro – controbatte la Boto – continueremo, come abbiamo sempre fatto, a dare voce alla cittadinanza attraverso la proposta di sondaggi. Come Circolo abbiamo portato avanti, circa un anno e mezzo fa, un importante lavoro sul territorio distribuendo una serie di schede attraverso le quali chiedevamo ai cittadini quali fossero le priorità del quartiere. Riguardo all’ex Api venne fuori che lì non si voleva nessuna costruzione (per ulteriori informazioni http://pdmarconi.ilcannocchiale.it/) e, allo stesso tempo, emergeva la necessità di realizzare sul territorio un Urban Center. E questa è appunto la nostra idea: meno costruzioni e un luogo di ritrovo culturale destinato all’uso pubblico. Un luogo all’interno del quale si rispettino i principi di trasparenza e democrazia e che sia al servizio della gente. Dove si possano realizzare attività culturali e che possa essere concesso in affitto per iniziative di buon rilievo (corsi di formazione, seminari, rassegne cinematografiche a livello popolare, festival cinematografici, gemellaggi con Roma Tre). Quanto alla gestione si potrebbe pensare a una joint venture, una gestione condivisa, all’interno di una sorta di bilancio partecipato. La mia idea è questa, altrimenti nel nostro quartiere continuerà a non esserci la possibilità di riunirsi. Fino ad oggi l’Istituzione non si è mossa. Il nostro Partito, invece, sì”.
Sono passati anni e oggi, oltre alle idee e alle proposte, ci sono atti amministrativi che definiscono la realizzazione del progetto in questione. Dalle parole degli interlocutori sembra emergere, però, che i tempi per la messa in opera di questo progetto non saranno brevi. “Purtroppo” afferma Paris. E dunque? Dunque non rimane che aspettare, “…infatti. Solo aspettare. Ora tocca al Campidoglio dire la sua”, conclude il Presidente.

Marica Di Santo

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