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Ex Caserma del Trullo: si torna a parlare di riqualificazione

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Dal Municipio XI parlano di tempi brevi per l’approvazione, mentre l’opposizione chiede dove sia finito il Processo Partecipativo

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Tratto da Urlo n.129 novembre 2015

TRULLO – Sembra essere deciso il destino della ex Caserma Donato al Trullo. Sedici ettari e una volumetria esistente di circa 141mila mc., su cui la Giunta del Municipio XI si è espressa il 14 ottobre, approvandone il progetto di riqualificazione. Questo, tra gli interventi, prevede la rigenerazione della ex Caserma attraverso la realizzazione della nuova sede dell’Archivio di Stato, aperto alla consultazione pubblica, di una stazione dei Carabinieri, strutture a servizio del quartiere, spazi verdi attrezzati e locali artigianali per l’avvio di nuove imprese. Assieme alla riqualificazione e alla predisposizione di nuove funzionalità, si prevedono anche alcune opere pubbliche necessarie al territorio. È lo stesso Presidente del Municipio XI, Maurizio Veloccia, a considerare questo “un atto importante con cui otteniamo due risultati fondamentali: fermiamo ogni ipotesi di eventuali utilizzi malsani della struttura ed evitiamo il suo abbandono e depauperamento. Strutture del genere, infatti, se non riconvertite rapidamente, possono deperire oppure essere occupate”.

Con questa delibera, sempre a quanto riferitoci dal Presidente Veloccia, si definiscono “da subito, le linee guida per la riqualificazione riassumibili in tre assi portanti: previsione di aree da destinare al pubblico con piazze, arredo urbano, sistemi di connettività con i parchi circostanti, connessione con il quartiere Trullo attraverso la creazione di spazi attrezzati, utilizzo degli impianti sportivi aprendoli al territorio. Il secondo – seguita il Minisindaco – consiste nel prevedere funzioni pubbliche e servizi: in primo luogo con il presidio dei Carabinieri e poi con una Biblioteca gestita dal MiBac che vi trasferirà anche il suo archivio storico. Il terzo cardine consiste nell’apporto di capitali di privati, attraverso la previsione di strutture con una vocazione artigianale oltre che residenziali, come previsto dal rigido vincolo di cubature inserito nel Piano Regolatore, al fine di rendere economicamente sostenibile questa operazione senza aggravi economici”. Gli interventi nello specifico prevedono la messa in sicurezza di via del Trullo, l’adeguamento degli incroci, la realizzazione di parcheggi pubblici e spazi pedonali presso il Parco di Monte Cucco, la realizzazione di spazi urbani fruibili dal quartiere, percorsi ciclopedonali di collegamento con la borgata storica del Trullo, con il Parco e con la rete ciclabile. Il Presidente, nell’annunciare la Memoria di Giunta, non ha però mancato di ironizzare sulle proteste messe in atto da FdI-An nelle scorse settimane: “Nessuna isola ecologica e nessuna ipotesi di ricovero per rifugiati, come qualche ‘gufo’ aveva pronosticato, ma un futuro di riqualificazione e recupero urbano come, insieme all’Assessore Giovanni Caudo (ex Assessore, al momento in cui scriviamo, ndr), avevamo promesso ai cittadini”.

La ex Caserma Donato, come altri cinque edifici di questo tipo, è stata inserita, nell’agosto del 2014, nel protocollo stipulato tra il Ministero della Difesa, l’Agenzia del Demanio e il Comune di Roma, per la razionalizzazione delle ex caserme. Considerando la struttura e la notevole estensione territoriale dell’area, la ex Caserma è certamente territorio ideale per un processo di trasformazione. Dall’agosto del 2014 si passa al marzo del 2015, quando è il Presidente del Municipio XI, Maurizio Veloccia, a riprendere in mano la vicenda annunciando “nelle prossime settimane”, l’apertura di un “percorso di partecipazione e progettazione condivisa – continuava Veloccia – per trasformare e riconvertire la Donato, rispettando il Piano Regolatore e utilizzando lo strumento urbanistico del Print (Programma Integrativo di intervento, ndr). È fondamentale, infatti, condividere con il territorio le scelte riguardanti il destino della Caserma – aggiunge Veloccia – e soprattutto le funzioni pubbliche che verranno inserite nel progetto”. Qualcosa inizia a muoversi, il 10 marzo scorso viene organizzato un primo appuntamento pubblico all’interno del circolo Pd del Trullo. In quell’occasione, ci spiegavano gli organizzatori dell’iniziativa, gli interventi dei cittadini hanno fatto emergere le priorità del territorio. Tra queste, oltre al secco “no” alla speculazione edilizia, si chiedeva di privilegiare le funzioni pubbliche, gli spazi verdi e il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo locale.

Dopo quella iniziativa non si è saputo più nulla – ci dice il Consigliere municipale di FdI-An, Valerio Garipoli – Si è parlato di cose positive, ma questo intervento viene realizzato con un Print che su Roma sono stati tutti bloccati”. Il Consigliere Garipoli ci spiega l’interessamento di FdI nella vicenda: “Eravamo sul piede di guerra per i bandi sui senza fissa dimora, ci eravamo allarmati – ci dice – Poi questa possibilità è stata smentita anche durante il tavolo di giugno con il Prefetto Gabrielli”. Ma queste rassicurazioni non sono bastate a FdI, soprattutto dopo le dichiarazioni di Ama della prima settimana di settembre: “Con l’intenzione di utilizzare le ex Caserme come depositi di rifiuti ingombranti in vista del Giubileo. Le indiscrezioni – prosegue – parlavano anche della ex Caserma del Trullo, da smantellare soltanto dopo questo utilizzo in emergenza – spiega Garipoli – per questo abbiamo riaperto la protesta: la riqualificazione degli spazi non può passare attraverso i rifiuti”. Poi la Memoria di Giunta del 14 ottobre scorso “nella quale si dice che la ex Caserma verrà riqualificata, sembra un libro dei sogni. Che fine ha fatto il riferimento sugli interventi edilizi, su cui si era inserita la nostra protesta? Qual è il cronoprogramma? Dove sono le risorse? Infine – conclude – l’utilizzo prospettato da Ama è stato definitivamente accantonato?”.

Dal Movimento 5 Stelle le maggiori perplessità riguardano non tanto il progetto, ma il processo partecipativo che sembra non esserci stato: “In realtà della progettualità abbiamo letto soltanto le note stampa del Presidente – ci dice il Consigliere pentastellato Alessio Marini – Parliamo di un’area vasta, si era detto di una progettazione partecipata, ma questa è rimasta lettera morta, non c’è stato nessun incontro”. Anche il M5S, come ci spiega Marini, è stato preso in contropiede dalle dichiarazioni di Ama: “Abbiamo fatto richiesta alla Commissione Lavori Pubblici e a quella Urbanistica, chiedendo la convocazione di addetti ai lavori che spiegassero le intenzioni di Comune e Municipio. Purtroppo – seguita – non abbiamo avuto risposte e non ci sono stati incontri”.

Abbiamo quindi chiesto al Presidente Veloccia contezza delle tempistiche e del Processo Partecipativo: “Questa procedura adesso prevede il passaggio in Giunta capitolina e poi un bando pubblico in cui gli operatori privati possano far proprie le proposte del Municipio e costruire un progetto economicamente sostenibile. Da quanto sappiamo – aggiunge – la Delibera dovrebbe essere votata a brevissimo, dopodiché il Comune potrà predisporre il bando pubblico ed avviare l’intero processo”. Processo che dovrebbe includere anche la Partecipazione della cittadinanza, per far sentire la voce dei residenti su ambiti e funzioni: “I progetti che verranno fuori da questi bandi dovranno comunque passare al vaglio della partecipazione popolare attraverso momenti di confronto e discussione volti sia a illustrare la progettazione e le proposte, e sia a recepire emendamenti, idee e soluzioni alternative. Il confronto e la consultazione con il territorio non si ferma ma è solo all’inizio”.

Leonardo Mancini