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Municipio XI, esplode la questione Rom

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Un campo nomadi dato alle fiamme a Corviale, nuovi sgomberi a Magliana e Portuense. I cittadini, esasperati da una situazione di caos totale, protestano in Campidoglio

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Trato da URLO n. 108 di ottobre 2013

MUNICIPIO XI – Esplode nuovamente la questione nomadi, una problematica diffusa e molto sentita sul territorio capitolino. La riacutizzazione della faccenda ha preso avvio da alcuni fatti gravi avvenuti ad inizio settembre nel quartiere di Corviale dove è stato dato alle fiamme un accampamento di nomadi sito abusivamente di fronte ad un noto centro commerciale della zona. La rabbia dei residenti costretti a vivere nel degrado e nella sporcizia sarebbe esplosa ad inizio settembre con un gesto sulle cui responsabilità ancora non si hanno certezze. Il quadrante, come altre zone del Municipio XI, vive una situazione di estrema difficoltà a causa della presenza di nomadi che stanziano abusivamente sul territorio. A parlarcene è Rolando Salvatori, Presidente del Capic (Comitato Associazione Promotori Inquilini Corviale) che ha definito così la vita nel quadrante: “La situazione a Corviale è arrivata ai limiti della sopportazione; la gente si lamenta di furti e sporcizia. Siamo giunti all’esasperazione”. In giro per il quartiere – racconta Salvatori – non è raro trovare immondizia ed escrementi e spesso le strutture del quartiere subiscono danni. I nomadi a Corviale pernottavano da svariato tempo di fronte al centro commerciale del quartiere all’interno di un parco dove stanziavano indisturbati”.
La situazione è drammatica anche in altri quartieri del Municipio XI, un territorio che conta al suo interno un numero imprecisato di campi non autorizzati, uno dei quali – sgomberato e ricreatosi più volte – è quello ormai consolidato sotto al viadotto della Magliana. Della fine dello scorso mese un’altra operazione eseguita dal al Nucleo Speciale PICS coordinato dal Gabinetto del sindaco e al Nucleo Decoro Urbano dell’AMA volta alla rimozione dello stanziamento abusivo di nomadi che vivono da anni abusivamente sotto al cavalcavia nei pressi del Tevere. Nell’accampamento, le cui baracche sono state rimosse attraverso l’ausilio di ruspe – si legge in una nota diffusa da Marco Campitelli, esponente de La Destra nel Municipio XI – sono stati trovati ratti, immondizia e condizioni igienico sanitarie vergognose. “Un intervento atteso da tempo”, ha definito così lo sgombero Campitelli. Magliana vive una situazione pericolosa, seguita Campitelli: “Sul territorio del quartiere vive un numero di nomadi circa cinque volte superiore rispetto al nucleo che risiedeva a Corviale e la loro presenza è stabile sul territorio da anni. Nonostante gli sgomberi gli insediamenti abusivi si riformano in misura maggiore e i cittadini sono esasperati”. Esiste un vuoto a livello politico e istituzionale, ha seguitato Campitelli, che si dichiara favorevole alla politica delle espulsioni e va contro la strategia dell’integrazione colpevole di aver favorito l’aumento esponenziale del numero di nomadi sul territorio.
Proprio nell’area sgomberata il 15 settembre si era tenuta una manifestazione del gruppo Pedalando Uniti per Roma Ciclabile: durante l’occasione Mario Girolami e Lorenzo Maria Sturlese, membri del comitato, hanno posto l’accento sul degrado provocato dalla presenza dei nomadi in prossimità della pista ciclabile, percorsa spesso da rom con al seguito carrelli pieni di ferro e refurtiva, che mettono a repentaglio la sicurezza dei ciclisti.
Pochi giorni dopo lo sgombero di Magliana, operazioni simili sono seguitate anche nel quartiere Portuense su via Isacco Newton: “Sappiamo bene che la politica degli sgomberi non è la soluzione e che la situazione richiede politiche più complesse”, ha commentato Veloccia, che in occasione dell’intervento di Magliana aveva definito l’operazione il primo passo verso la riqualificazione di un territorio. Sgomberi costosi che hanno provocato solo dispersione e saturazione del campo autorizzato di via Candoni: è questo il risultato della politica dell’ex sindaco Alemanno, responsabile della proliferazione di stanziamenti abusivi, denuncia il Presidente: “La situazione è intollerabile”, seguita Veloccia che parla di necessità di una politica dura contro chi delinque e di integrazione per chi dimostra di voler entrare a far parte della società: “Si deve superare la logica del campi attrezzati, garantire al loro interno un turn over: chi stanzia sul territorio da anni dovrà poter uscire dai campi, mandare i propri figli a scuola, comprare o affittare un appartamento e integrarsi all’interno della società. Chi rifiuterà di integrarsi dovrà lasciare la città, Roma non potrà più tollerare situazioni simili”. Il Minisindaco ha poi chiesto l’intervento del Gabinetto del Sindaco che in un incontro ha assicurato interventi immediati per ridurre la presenza di accampamenti abusivi sul territorio.
Simile la posizione di Gemma Azuni (Sel), Consigliera capitolina: “Negli anni sono stati spesi inutilmente soldi per sgomberi e vigilanza ma il problema non è stato risolto. Il degrado dilaga e non esiste più rispetto per nessuno, è per questo che è necessario individuare i responsabili di questi comportamenti e punirli. Dall’altra parte – seguita Azuni – è necessario portare avanti un lavoro di inserimento dei nomadi che vogliono integrarsi, favorirne l’ingresso nella società anche attraverso la creazione di opportunità di lavoro. Contro chi delinque al contrario è necessario adottare misure forti”.
“Non possiamo sempre essere un paese di frontiera. Le integrazioni vanno bene quando possibili ma si deve riconoscere quando non si verificano. Ci deve essere una presa d’atto rispetto a questa criticità che non è più tollerabile” ha dichiarato Marco Palma (Pdl), Consigliere del Municipio XI. Palma seguita accusando la politica del Sindaco Marino dell’assenza di una road map volta a risolvere una problematica molto sentita nel territorio. “La politica degli sgomberi fine a se stessa rappresenta solo un costo gravoso per l’amministrazione. A perdere per il momento sono i cittadini di questa città”, ha concluso il Consigliere.
Presentata il 5 settembre dal gruppo M5S municipale un’interrogazione che chiede il punto della situazione degli insediamenti abusivi, “un’azione volta a trovare soluzioni percorribili, civili e dignitose, per questo problema” dice Alessio Marini, portavoce del M5S al Municipio XI. Il M5S si dichiara contrario agli sgomberi, operazioni che servono solo a spostare il problema. Nemmeno le espulsioni tout court possono essere considerate una soluzione – seguita Marini – dato che la maggior parte dei Rom ha un passaporto italiano. “L’integrazione è impossibile da realizzare finché queste persone vivranno in ghetti che li condannano senz’appello ad una vita ai margini della comunità”, conclude Marini che sottolinea la necessità di un piano coerente per porre fine a tale condizione.
Intanto i cittadini continuano a manifestare indignazione per un fenomeno che dilaga a macchia d’olio: “Abbiamo protestato in Campidoglio per denunciare lo stato di degrado e insicurezza in cui versa il quartiere Magliana, abbandonato e lasciato solo dalla Giunta Marino. La presenza di accampamenti abusivi di Rom sta deturpando il nostro territorio” hanno dichiarato in una nota Paolo Rendina e Mauro Francati, del Comitato Magliana Senza Nomadi in riferimento al gesto di alcuni cittadini esasperati che hanno manifestato salendo sul tetto del Campidoglio il 20 settembre scorso.
A parlare della dimostrazione Giovanni Quarzo (Pdl), Consigliere di Roma Capitale, che rimprovera il primo cittadino di negligenza ironizzando sui primi mesi di mandato del Sindaco: “Ancora una volta i cittadini, esasperati e al limite della sopportazione, suonano la sveglia al Sindaco Marino. Invece di pedonalizzare la città, perché non interviene a garanzia della sicurezza e a tutela dei territori? La città è abbandonata a se stessa da questa Amministrazione, mentre il degrado, gli insediamenti dei nomadi e le discariche abusive dilagano sul territorio”.

Anna Paola Tortora