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Municipio XI: il M5s non registra nessuna sconfitta

La Capogruppo Simoneschi parla di atti che l’opposizione non ha voluto discutere per convenienza politica

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MUNICIPIO XI – Prosegue il botta e risposta tra maggioranza e opposizione in merito a quanto accaduto nella giornata di ieri nel Consiglio del Municipio XI. La seduta programmata infatti non si è potuta nemmeno aprire a causa della bocciatura dell’ordine dei lavori. Le opposizioni hanno immediatamente comunicato questo avvenimento come una sconfitta per il M5s, chiedendo immediate dimissioni al minisindaco Torelli. Nella serata di ieri la capogruppo del m5s in Municipio XI, Manuela Simoneschi, ha voluto riportare la versione della maggioranza.

LA REPLICA DEL M5S – In un lungo post pubblicato su Facebook la capogruppo spiega come questa vicenda sia partita il 12 dicembre scorso, quando la seduta del consiglio si è chiusa per tumulti in Aula, non permettendo la discussione di alcuni atti firmati dalle opposizioni (Pd, gruppo Misto, Fdi e Lega). “Nella prima capigruppo convocata dopo tale chiusura, le opposizioni chiedono che vengano messi in discussione gli atti non trattati, al primo consiglio utile dopo quello straordinario richiesto sempre da loro”. Così gli atti rimasti in sospeso sono stati calendarizzati per l’assemblea del 1 febbraio, “ma le opposizioni non accettano e da regolamento si va in votazione all’apertura del consiglio stesso – prosegue Simoneschi – così la seduta viene aperta ma le opposizioni si dichiarano contrarie a discutere i loro atti”. In questo modo, per un tecnicismo, la seduta viene chiusa.

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GLI ATTI IN DISCUSSIONE – Secondo la consigliera Simoneschi le motivazioni che hanno spinto le opposizioni a non voler discutere i propri atti sono da ricercare nella natura stesa di questi documenti. Tra questi uno è stato proposto dal gruppo Misto relativamente al Parco Papareschi: “quello per il quale l’ex presidente Pd ci accusa di averci speculato ai fini elettorali – seguita la capogruppo del M5s – quello che lui avrebbe dovuto fermare per primo dopo i risultati delle indagini del 2014 dove si evidenziava un terreno inquinato. Quello su cui questa amministrazione di “incapaci e incompetenti” ha voluto vederci chiaro facendo fare ulteriori analisi e verifiche e dove Arpa ha dato una sentenza da brividi, un terreno completamente inquinato”. Secondo atto richiamato dall’esponente penta-stellata è firmato dal Pd e dal gruppo Misto e riguarda l’emergenza igienico-sanitaria dopo l’incendio del Tmb Salario. In particolare si chiedeva un tavolo con la Regione Lazio, “probabilmente – aggiunge la Simoneschi – le dichiarazioni giunte 24 ore prima del consiglio municipale, da parte del Presidente Zingaretti che considera fondamentale l’apertura di nuove discariche su Roma, li hanno messi in seria difficoltà e portare oggi un atto del genere gli avrebbe fatto fare un’immensa figuraccia”. Per quanto riguarda l’ultimo atto si parla di una mozione di Fdi datata 27 giugno 2018 (ci sarebbe da chiedersi perché in Aula solo oggi) la cui discussione non sarebbe potuta essere presentata dal primo firmatario perché non presente in Consiglio.

NESSUNA SCONFITTA – Il M5s municipale non legge in questa seduta una sconfitta politica, tutt’altro: “Questi i fatti di una mattinata che le opposizioni si sono sbrigate a raccontare sui social e ai giornali con una loro versione tutta romanzata – conclude Manuela Simoneschi – la verità è che le loro mozioni, nate solo per polemica politica, se oggi fossero state discusse in aula sarebbero state per loro un boomerang con un disastroso ritorno”. Nulla di nuovo insomma, un normale gioco delle parti per il quale ci difficile ormai scandalizzarsi.

LeMa