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Parco Papareschi: a che punto siamo?

La sua realizzazione appare lontana. Prima è necessaria la bonifica dei terreni inquinati

Tratto da Urlo n.161 Ottobre 2018

MARCONI – Vicino agli stabili dell’ex Mira Lanza, gli imponenti edifici nel quartiere Marconi che fino al 1957 ospitarono un famoso saponificio, dovrebbe sorgere un bella area verde, opera molto attesa dai cittadini. Parliamo del Parco Papareschi, che si snoderebbe dietro al Teatro India, in prossimità dell’ex fabbrica, su vari appezzamenti di terreno presenti. Proprio per questa vicinanza all’ex Mira Lanza, però, nasce una questione non di poco conto, ovvero il livello di inquinamento del suolo. Per questo motivo, nonostante si parli dell’opera da diverso tempo, essa ancora non è stata realizzata.

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IL PARCO – Si iniziò a parlare del Parco Papareschi quando esso venne inserito tra le opere a scomputo provenienti dalla costruzione di alcune palazzine residenziali in prossimità di Ponte di Ferro, da parte della ditta privata Roma Docks. Inizialmente, sulla carta, il parco sarebbe dovuto essere molto fastoso, con fontane e aranceti, ma secondo l’opinione dei residenti, di difficile manutenzione. Per questo, attraverso un processo partecipato, la precedente amministrazione municipale coinvolse i cittadini per migliorare il progetto, che venne ridimensionato e reso più gestibile. Allo stato attuale delle cose, la bonifica dei terreni (come le già effettuate analisi), impegneranno sicuramente una parte delle risorse messe a disposizione dal privato per la realizzazione del Parco Papareschi, che potrebbe subire un ulteriore ridimensionamento o, ipotesi ancora più pessimistica, essere addirittura cancellato.

LA CONFERENZA DI SERVIZI – È stata indetta, a luglio scorso, una Conferenza di Servizi decisoria, in forma semplificata e in modalità asincrona, rispondente alla legge 241/1990. Questo tipo di provvedimento, infatti, permette alle parti chiamate in causa di non essere presenti nello stesso momento, ma di poter fare osservazioni e prescrizioni in un periodo specifico. Tra gli attori coinvolti, oltre al Municipio XI, al Comune di Roma e al costruttore Roma Docks, anche la Regione Lazio, l’ARPA, la Città Metropolitana di Roma Capitale, il MiBACT e la ASL Roma 3. Al momento in cui scriviamo, ancora non è arrivato l’esito della Conferenza, predisposta per decidere come agire sulla bonifica delle aree. “Le analisi hanno dato come risultato diversi tipi di inquinamento, a seconda della zona – ha dichiarato Giacomo Giujusa, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente al Municipio XI – Questo in parte perché si tratta di un quadrante industriale, e in parte perché in alcune aree ci sono stati sversamenti di oli e gasoli, o incendi di materiali plastici. Gli agenti inquinanti – ha continuato Giujusa – vanno bonificati, senza questa operazione non si può realizzare il parco. La Conferenza di Servizi serve proprio a questo e anche se il procedimento è lungo, è necessario per tutelare bambini e adulti che visiteranno l’area verde”. L’Assessore, proprio in considerazione dei costi della bonifica dei terreni, conferma che oltre al progetto partecipato, ne esiste “uno semplificato, perché l’analisi dei rischi e i carotaggi del terreno hanno comportato l’utilizzo di una parte dei fondi”. Senza l’esito della Conferenza di Servizi è ancora difficile avere un progetto definitivo, perché bisognerà prima vedere come risolvere le criticità e solo in seguito si potrà capire cosa si potrà mettere sul futuro Parco Papareschi.

LE PAURE DEI RESIDENTI – Quello che gli abitanti della zona temono è che l’opera non venga più realizzata, perché i costi potrebbero diventare troppo alti e, quindi, il costruttore potrebbe decidere di versare gli oneri concessori al Comune e svincolarsi dalla realizzazione del Parco Papareschi. E se gli oneri rientrassero nelle casse capitoline, non è detto che poi essi vengano rivestiti sul quadrante. Un quartiere che, secondo Salvatore Serra del CdQ Marconi, ha estremo bisogno di aree verdi: “Il rischio è che non si faccia più nulla, però, per quanto sia complessa l’operazione, il parco deve essere fatto”. Serra, inoltre, lamenta una poca trasparenza con i cittadini sui risultati delle analisi dei terreni, i cui risultati sono rimasti misteriosi: “Se c’è un qualsiasi tipo di inquinamento è importante saperlo, anche perché a parte il Parco Papareschi, oggi in quell’area sussistono tante attività, come il Teatro India, la Croce Rossa, una chiesa e una scuola. I cittadini dovrebbero essere informati, invece c’è difficoltà nel reperire delle notizie sul tema”. Secondo Maurizio Veloccia, Consigliere Pd al Municipio XI, i timori dei residenti potrebbero essere fondati: “Dopo due anni di insediamento della nuova Giunta municipale non c’è ancora una stima di costi di bonifica, né un progetto, e l’impresa che deve realizzare il Parco Papareschi ha fatto richiesta di non farlo più, ma di versare i soldi che sarebbero stati impiegati per l’opera. Quindi, un fallimento totale”. Il Consigliere dem dà comunque una buona notizia per i residenti: “Verrà realizzato dalla Regione Lazio un parco pubblico nell’area di due ettari dove doveva essere realizzato uno studentato”, un vecchio progetto regionale, mai realizzato, e che oggi potrebbe quindi lasciare il posto a un’area verde.

POCA COMUNICAZIONE – La mancanza di comunicazioni sullo stato di inquinamento dei terreni è lamentata anche da Daniele Catalano, Capogruppo Lega al Municipio XI: “A oggi non siamo a conoscenza dei rilievi, che dovevano essere inviati entro il 12 settembre alla Conferenza di Servizi, pertanto non sappiamo se e in che misura è inquinato il terreno su cui dovrebbe sorgere il Parco Papareschi. Quello che è certo è che quest’opera, nel 2016, fu sbandierata dai 5 stelle ai quattro venti, e pertanto la cittadinanza residente a Marconi si aspetta i fatti, che oggi tardano ad arrivare”. Valerio Garipoli, Capogruppo Fdi e Vicepresidente Commissione Affari Generali al Municipio XI, conferma che “purtroppo risultano vari inquinanti accumulati negli anni, tra la lavorazione industriale e i rifiuti bruciati dalle recenti occupazioni abusive. I carotaggi e le verifiche – continua Garipoli – sono eseguiti da una società consulente della Roma Docks. I rendiconti e le cifre utilizzate saranno scomputate dagli effettivi lavori sul parco. Il progetto – conclude – rischia sempre più di non vedere mai la luce e lo stesso potrebbe essere ripensato e/o abbandonato. Nel tempo le risorse stanziate per i carotaggi potrebbero non risultare più sufficienti, ostacolando di fatto la reale realizzazione del parco”.
Non ci resta che attendere l’esito della Conferenza di Servizi, che probabilmente decreterà definitivamente le sorti di quest’opera così tanto attesa dai cittadini di Marconi.

Serena Savelli