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Ritrovati rifiuti nel sottosuolo a Monte Stallonara

Nuove complicazioni sul PdZ, sul quale già da tempo indaga la Magistratura

Tratto da Urlo n.149 settembre 2017

MONTE STALLONARA – Si aggiunge un altro capitolo all’annosa storia del Piano di Zona Monte Stallonara. Ad agosto, durante alcuni scavi per realizzare le fogne a via Tertenia, sono stati rinvenuti, a pochi metri dal sottosuolo, dei rifiuti. Sullo scavo sono stati apposti i sigilli, ma dopo poco l’area è stata dissequestrata. Alcuni rifiuti erano stati rinvenuti poco tempo prima anche in via Decimomannu.

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L’INDAGINE – È necessario fare un passo indietro per comprendere appieno la situazione. Nel quadrante manca quasi tutto (strade, marciapiedi, illuminazione, allaccio al gas e molti altri servizi). Dopo anni di denunce è arrivata anche la Magistratura. A gennaio sono state sequestrate tre palazzine (recentemente dissequestrate), tutte in via Decimomannu. Secondo l’accusa, sulla base della quale si indaga, le case del PdZ in alcuni casi sarebbero state vendute a prezzi gonfiati (in virtù di migliorie mai apportate), dai quali non sarebbe stato detratto il contributo pubblico. Monte Stallonara è un PdZ in edilizia agevolata, costruito con finanziamenti regionali su terreni di proprietà del Comune. La legge prescrive che su questo tipo di abitazioni non possa esistere speculazione immobiliare poiché tale edilizia serve a tutelare fasce protette e soggetti meno abbienti. L’indagine ad oggi è ancora in corso, ci dice l’Avvocato Vincenzo Perticaro: “Stiamo aspettando che la Procura chiuda tutte le indagini, ci sono ancora 25 filoni di inchiesta aperti su cui aspettiamo risposte certe e veloci”. Sono 25 le denunce fino ad ora sporte che riguardano “l’utilizzo distorto dei finanziamenti pubblici e l’omessa vigilanza del Comune e della Regione su vari aspetti riguardanti il PdZ. C’è infatti stata una connivenza oggettiva da parte di chi gestiva gli uffici preposti, che ha omesso di controllare, fatto questo confermato anche dalla chiusura di alcune indagini”, ha precisato l’Avvocato.

I RIFIUTI – Ma veniamo al ritrovamento dei rifiuti. Nell’area dove oggi sorge il quartiere c’era una discarica. Per procedere alle opere, i costruttori concessionari avrebbero dovuto provvedere a una serie di adempimenti, descritti in una delibera regionale (precedente alle edificazioni), come la bonifica del sottosuolo. La Regione, l’ente che ha finanziato il contributo, aveva il compito di vigilare prima di elargire i contributi, il Comune di verificare prima di rilasciare il permesso a costruire, ci racconta l’Avvocato Vincenzo Perticaro: “Se questo è stato fatto, i soggetti interessati devono fornire la documentazione”. Ma la domanda, continua l’Avvocato, è lecita: “Se tutti gli adempimenti sono stati assolti, allora cos’erano quei ritrovamenti emersi durante gli scavi?”. Alla luce dei fatti dunque le ditte dovranno dimostrare di aver ottemperato agli adempimenti prescritti, Comune e Regione di aver vigilato. In seguito ai ritrovamenti di rifiuti in via Decimomannu, il 17 giugno il Sindaco di Roma Virginia Raggi ha emesso una direttiva indirizzata ai dipartimenti capitolini competenti in cui venivano disposti con urgenza una serie di controlli sul PdZ, inclusi anche dei carotaggi, affinché venissero messe in atto azioni, si legge, per “predisporre una opportuna campagna di indagini geologiche volte a verificare eventuali aree interessate dalla presenza di rifiuti solidi urbani”, esaminando anche l’eventuale contaminazione del territorio e delle acque sotterranee.

L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI – Dopo la disposizione della Sindaca, ha commentato Monica Polidori, Presidente del Comitato di Quartiere, “nessuno ha effettuato i controlli richiesti. Chiediamo che Comune e Regione si attivino. Si deve arrivare a soluzioni concrete”. “La storia di Monte Stallonara è venuta fuori grazie a una serie di esposti, di cui uno a mia firma”, commenta il Consigliere regionale Fabrizio Santori (Fdi): “La Procura ha scoperchiato un vaso di Pandora, che riguarda anche altri Piani di Zona sui quali stiamo intervenendo con altri esposti. Servono azioni forti per sbloccare le vicende riguardanti i servizi che devono essere dati ai cittadini”. Se da una parte la Procura sta tutelando gli interessi degli inquilini, seguita Santori, “dall’altra vediamo un immobilismo totale da parte di Comune e Regione”, che dovrebbero coordinarsi, “creando un tavolo permanente di confronto sui temi dei PdZ, fare controlli incrociati e prendere decisioni. Il Comune, in risposta a un’interrogazione del Consigliere comunale Figliomeni, diversi mesi fa aveva indicato le operazioni da intraprendere: ad oggi è ancora tutto fermo. Nulla di concreto è stato messo in campo, se non promesse, fatte ben prima dell’approdo in Campidoglio dell’attuale gestione M5S, e del Municipio, che dovrebbe fungere da stimolo nei confronti dell’amministrazione centrale”.

SERVIZI NECESSARI – Il ritrovamento dei rifiuti a via Tertenia è avvenuto durante gli scavi per le fogne, nello specifico, ci ha detto la Polidori: “Le opere riguardavano la separazione delle acque scure da quelle chiare. Ora i lavori sono conclusi ma verranno attivati solo gli scarichi delle prime”. Tra le varie opere non ancora realizzate infatti ci sono le vasche di laminazione, senza le quali l’invarianza idraulica non può essere garantita. Il fosso di San Cosimato, deputato allo scolo delle acque chiare, anni fa è stato interrato e per questo dichiarato non idoneo allo scopo dal consorzio di Bonifica del Tevere. È intervenuto sulla questione anche Mirko Marsella, Presidente della Commissione Lavori Pubblici in Municipio XI: “I rifiuti a via Tertenia sono riaffiorati a due metri di profondità. Quando le abitazioni sono state costruite, come è stato possibile che tutto questo non sia stato ritrovato?”, si domanda il Consigliere che ha assicurato di aver posto le stesse domande anche al dipartimento comunale competente. Oggi che i lavori a via Tertenia sono terminati, Marsella ha di nuovo interrogato il dipartimento PAU in merito alla questione dell’invarianza idraulica: “Le case possono essere considerate agibili? In via Tertenia, e in tutto il PdZ, ad ogni pioggia si creano allagamenti. Attendo una risposta ufficiale. Non mi fermerò davanti a niente e nessuno, fosse anche il Comune che ricopre il mio stesso colore politico”. “La vicenda è inquietante e richiede una risposta adeguata da parte della Magistratura”, commenta l’ex Presidente del Municipio XI e ora Consigliere Maurizio Veloccia (Pd): “È necessario proseguire i lavori per non far pagare ai cittadini colpe non loro”. Veloccia si riferisce alla “realizzazione dei servizi primari come le fogne, che riuscimmo a sbloccare grazie al lavoro congiunto con l’ex Assessore Caudo. Il Comune, deve finanziare il progetto di massa in sicurezza idraulica. Questo è stato redatto e approvato ma attende la copertura finanziaria del Comune, promessa dalla Raggi e mai avvenuta”.

Anna Paola Tortora