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San Camillo-Forlanini, a che punto siamo?

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Un ospedale di eccellenza attualmente bloccato dalla lentezza della riorganizzazione generale La gestione commissariale del San Camillo-Forlanini va avanti da luglio 2010, ma ad oggi restano ancora irrisolti diversi problemi di gestione e il compito di individuare una nuova destinazione d’uso per il Forlanini. Al San Camillo persiste il blocco del turn over, che ha ridotto il personale ai minimi termini. I lavori di ristrutturazione sono fermi da mesi; il Pronto Soccorso – con attese infinite – sembra essersi trasformato impropriamente in un luogo di degenza. Il trasferimento degli ultimi reparti dal Forlanini al San Camillo è al momento bloccato, la struttura resta aperta solo per un centinaio di posti letto con evidente spreco di risorse e alcuni locali dismessi sono diventati nel tempo dei rifugi per i senzatetto. In riferimento alla destinazione d’uso futura del Forlanini, si sono succedute diverse ipotesi: si parlava di trasferirvi la Regione Lazio, di ospitare lì una sede universitaria, di vendere la struttura. L’On. Montino aveva presentato un progetto alla fine della consiliatura Marrazzo e il commissario Martelli ha presentato un altro progetto; alcuni comitati cittadini e circoli territoriali hanno elaborato ipotesi progettuali.
“Abbiamo appreso con piacere la nuova nomina del commissario straordinario Aldo Morrone, che a differenza di prima sembra sensibile ai problemi dell’azienda San Camillo-Forlanini – racconta Enrico Gregorini, Responsabile CGIL Funzione Pubblica e Sanità di Roma Ovest – Fermo restando che i problemi che noi abbiamo denunciato ci sono tutti. La Regione ha distratto i 52 milioni di euro che erano stati stanziati per il completamento dei lavori del San Camillo, che rimane la via maestra di questa azienda. Noi vogliamo assolutamente che la struttura venga ultimata e che vengano trasferiti tutti i reparti all’interno del San Camillo. I costi del San Camillo-Forlanini, più alti del 40% rispetto ad un ospedale ‘normale’, non sono dovuti al surplus di personale quanto piuttosto alla gestione di due presidi così imponenti, rispetto all’offerta dei posti letto. Sono costi vivi di gestione, manutenzione, riscaldamento, vigilanza, pulizie, che, per una struttura come il Forlanini che ormai ospita al massimo 200 pazienti, sono troppo alti. È anche vero che il San Camillo-Forlanini ha 1950 infermieri circa che, a fronte di 1000 posti letto, sembrano anche troppi. Ma siccome il San Camillo ha un’infinità di servizi ambulatoriali che io definirei impropri, cioè non per un’azienda di eccellenza, abbiamo l’anomalia per cui troviamo solo 1200 infermieri all’interno dei reparti e nelle camere operatorie, mentre gli altri sono occupati in servizi che secondo noi dovrebbero assolutamente stare sul territorio”.
“L’ospedale San Camillo Forlanini rimane un centro d’eccellenza per la sanità laziale e un punto di riferimento per numerose specializzazioni di fondamentale importanza – afferma in una nota Alessandra Mandarelli, Presidente Commissione Sanità (Lista Polverini) –  Il Piano sanitario regionale del Presidente Polverini ne conferma, sicuramente, il valore. Di rilievo, inoltre, l’Unità di Cure Residenziali Intensive inaugurata il 2 marzo, che rappresenta la prima struttura in Italia, interamente pubblica, presente in un Dea di II livello, e dedicata alle cure dei pazienti in stato vegetativo e di semi coscienza. È in atto il processo di risanamento della sanità laziale ad opera del Governo Polverini, che, pur rispettando il rigido Piano di rientro imposto per legge, riesce ad attivare realtà d’eccellenza a beneficio dei cittadini”.
“L’azienda San Camillo-Forlanini è un ospedale dove sono presenti delle straordinarie professionalità nel campo della clinica, della ricerca scientifica, dell’assistenza medica, che hanno grande passione e mettono questo a servizio della persona malata, da qualunque parte provenga, da Roma, dalla regione Lazio o da qualsiasi altra parte d’Italia. Questa è sicuramente una situazione positiva per la città: avere questa grande azienda con una straordinaria esperienza nelle patologie particolari che racchiudono praticamente tutti gli ambiti della medicina – spiega Aldo Morrone, commissario straordinario per i prossimi 90 giorni dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini – Il mio ruolo ora è quello di rilanciare, far emergere queste grandi professionalità che molto spesso sono sconosciute alla cittadinanza che non conosce la ricchezza e le straordinarie risorse della struttura. Il mio compito sarà quello di continuare a mettere al centro di tutto la persona malata, o a rischio di ammalarsi, e l’impegno degli operatori sanitari che si prendono cura delle persone a qualunque cittadinanza dovessero appartenere e fare in modo che, nei prossimi anni, si consolidi questa grande competenza, si possano terminare i lavori di ristrutturazione dei reparti, alcuni dei quali non hanno nulla da invidiare a quelli nordamericani di grande eccellenza, anche dal punto di vista strutturale, delle apparecchiature, oltre che dell’equipe sanitaria. Per quanto riguarda il Forlanini, è stata inaugurata la nuova unità di cura residenziale di alta intensità, che è la dimostrazione dell’investimento che ha voluto fare l’azienda proprio venendo incontro ai malati con maggiori complessità come sono quelli in uno stato vegetativo o di minima coscienza. E questo rappresenta proprio l’inizio di un investimento per l’ampliamento della stessa struttura da 10 a 30 posti. La visita del Presidente della Repubblica, del Ministro della Sanità, della Presidente Polverini è la dimostrazione dell’interesse che le istituzioni hanno nei confronti dell’ospedale Forlanini”.

Ilaria Campodonico

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