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Centro di accoglienza rifugiati afgani dell’ex ospedale Forlanini: e’ polemica sulla chiusura

Con la fine del Piano Freddo del Comune si è decisa la chiusura. Adesso ci si interroga sul destino dei circa 90 ospiti.

Il 31 marzo si è chiuso il Piano Freddo, la misura emergenziale per l’inverno approntata dal Comune per rispondere alle esigenze dei senza fissa dimora della Capitale. Tra le 11 strutture messe a disposizione da dicembre c’era un’area dell’ex ospedale Forlanini, riservata ai rifugiati e richiedenti asilo afgani, tra cui anche quelli che prima si erano stabiliti nella “buca” vicino alla stazione Ostiense, circa 90. Dopo la notizia della chiusura si è acceso subito un dibattito che resta tuttora animato. A preoccupare politici e volontari delle associazioni è il destino delle persone ospitate. Massimiliano Ortu (Prc), Vicepresidente del consiglio Municipio XVI, sul cui territorio di competenza si trova la struttura, ha subito commentato: “È inaccettabile chiudere il centro per i rifugiati del Forlanini. Il Comune può e deve garantire che quella esperienza prosegua”. Ha ribadito inoltre la necessità per il Comune di dare seguito a quello che era un provvedimento provvisorio rendendolo duraturo, dichiarando: “Dobbiamo fare in modo che, già da questo mese, non venga interrotto un servizio degno di una capitale europea che si dice solidale e contro l’intolleranza”. A lui si è aggiunta la Delegata alle politiche dell’intercultura e dell’immigrazione del Municipio XVI, Tiziana Capriotti (Pd), che ha annunciato la convocazione di un Consiglio municipale straordinario richiesto proprio dai due esponenti della maggioranza. “Rimane fortissima l’emergenza umanitaria –  dichiara – in quanto i profughi, peraltro non clandestini, saranno costretti a vagare per la città non avendo il Comune indicato una nuova destinazione”. Marco Giudici e Augusto Santori, consiglieri d’opposizione rispettivamente del Municipio XVI e XV, ed entrambi esponenti del Pdl, in un comunicato dichiarano: “Il Forlanini deve tornare ad essere una struttura a servizio dei cittadini della Capitale. Lo vuole la gente scesa in piazza contro la sua chiusura e tutta la cittadinanza che ha dovuto subire la scelta del centrosinistra di chiudere il presidio ospedaliero”. Rivolgendosi poi alla parte politica avversa chiosano: “Pertanto, le proposte implicite degli esponenti di sinistra sulla destinazione dell’ex ospedale non sono legittimate dal volere popolare, ma sono da intendersi come una battaglia pretestuosa  di schieramenti”. È da precisare che ormai da più di un anno, a seguito della chiusura del Forlanini stabilita dalla Giunta Marrazzo, la struttura in questione era stata dismessa, con il conseguente inglobamento dei servizi offerti presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, pertanto non è più utilizzabile come presidio ospedaliero. Sulla chiusura si è espressa anche Medu (Medici per i Diritti Umani), associazione che da quattro anni ormai si occupa dell’assistenza medica e del supporto ai rifugiati afgani dell’Air terminal Ostiense e che in questi mesi si era impegnata nell’assistenza anche presso il Centro di accoglienza dell’ex Forlanini. In un appello rivolto al Comune di Roma e alle istituzioni competenti i medici volontari dell’associazione lamentano la scarsa lungimiranza sul centro di accoglienza e il disinteresse dell’Amministrazione. Sulla sorte degli afgani dichiarano: “La chiusura del centro del Forlanini, rimettendo sulla strada numerosi altri profughi e di fatto abbandonandoli a se stessi, aggraverebbe ulteriormente la situazione umanitaria dei rifugiati afgani rendendola insostenibile”. Intanto non è avvenuto lo sgombero previsto per l’8 Aprile ma c’è stato un assembramento di cittadini che hanno dato vita ad una protesta contro la chiusura della struttura. Tutti si interrogano su alternative valide e cresce l’attesa per le decisioni che prenderà il Comune, sulle quali regna ancora l’incertezza.

Stefano Cangiano

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