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Ex Fiera di Roma: i cittadini vogliono attenzione

Municipio e Comitati denunciano la scarsa incidenza del processo partecipativo. È in arrivo una nuova massiccia colata di cemento sulla Colombo?


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La riqualificazione dell’area dell’ex Fiera di Roma è un tema che, a varie riprese negli ultimi 5 anni, è stato dibattuto. Dopo l’apertura, nel gennaio 2007, della Nuova Fiera di Roma, “si è determinata l’esigenza di procedere alla dismissione delle funzioni originariamente assegnate al quartiere storico della fiera e alla sua riconversione”, si legge nella premessa delle “linee guida d’indirizzo per la riqualificazione e trasformazione urbanistica dell’area”, approvate con una delibera, nel gennaio 2011, dalla Giunta Alemanno.

Superato il progetto Veltroni, cui si sono mantenute le dimensioni complessive, è cominciato un processo di elaborazione che ha previsto, nel mese di novembre, un incontro con cittadini e tecnici del Comune, in fase di assemblea partecipativa.

“Il dato di partenza è il riconoscimento della cubatura esistente pari a circa 216.500 mc – ricorda l’arch. Campo, dirigente del U.O. Pianificazione Urbanistica Generale – Ma al fine di promuovere la riqualificazione si possono riconoscere maggiorazioni rispetto alla Superficie Utile Lorda (SUL) esistente. Nello specifico un incentivo con riferimento alla ristrutturazione urbanistica pari al 30% ed un ulteriore incentivo del 5% per quanto riguarda il miglioramento bio-energetico”. Poche novità fin qui per i residenti, che hanno preso parte con molte aspettative all’Assemblea Partecipativa.

“Le destinazioni d’uso sono state articolate in residenziale, pari al 65%, un 20% di superficie non residenziale ed un 15% di superficie flessibile, che sarà poi oggetto di chi svilupperà l’intera trasformazione scendere nel dettaglio e deciderne più esattamente la destinazione”. Spiega sempre nel suo intervento d’apertura Campo. Eppure, sull’aspetto delle dimensioni, come su quello delle funzioni, c’era stato un incessante lavorio di comitati e cittadini, spesso anche molto qualificati. Un impegno che non ha sortito alcun risultato, dal momento che, la Giunta Alemanno, ha ribadito la volontà di usare le stesse cubature espresse della precedente amministrazione.

“Lo strumento dell’assemblea partecipativa si sta rivelando spuntato, perchè non arriva mai veramente a dare indicazioni ai partecipanti su questioni sostanziali, come gli aspetti dimensionali, quelli funzionali ed i rapporti con il contesto. Anzi, su tali questioni le assemblee partecipative fatte non solo non decidono, ma non accettano proprio la discussione” fa notare Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI che a quell’incontro ha preso parte.

“Un secondo aspetto di critica metodologica delle assemblee partecipative per come vengono fatte, è che spesso non c’è un riscontro successivo. Di tutti i riscontri presentati dai cittadini probabilmente non si saprà più nulla e si perderanno nel percorso seguente. C’è stato un lavoro anche critico espresso in maniera dettagliata, con comitati molto preparati che hanno studiato a fondo, con avvocati architetti e urbanisti. Le cui sollecitazioni rischiano di cadere nel vuoto come già successo altre volte”.

E a proposito di competenze, un rilievo sostanziale viene mosso anche dall’architetto Francesca Barelli, del Comitato Roma Fieramente.

La prima critica è sull’indice di riconversione utilizzato, pari a 3,2 metri di altezza – che sarebbe, appunto – l’altezza teorica di interpiano riferito ad edifici residenziali. In questo caso però, nella fiera abbiamo una cubatura di edifici particolari, con altezze superiori ai 5 metri”. Risultato: “Questa operazione, ovvero l’applicazione di un coefficiente piuttosto convenzionale, fa sì che si determini una SUL virtuale, che risulta notevolmente superiore. Se invece si fosse partiti dalla superficie coperta, piuttosto che dalla volumetria, la SUL ricavabile sarebbe stata meno della metà”. E dunque meno impattante. “Per quanto riguarda le destinazioni – prosegue la portavoce di Roma Fieramente – più di un anno fa avevamo proposto di fissare delle quote di edilizia convenzionata, per recuperare anche un po’ la dimensione sociale di questo intervento”. Un’istanza fatta propria anche dal Municipio, di cui tuttavia “nelle linee guida se ne è persa traccia”. E stesso destino ha riguardato “le nostre proposte per le destinazioni relative al direzionale: l’ipotesi che una quota della volumetria potesse essere destinata ad accogliere gli edifici regionali”. Risultato? “Siamo un po’ scoraggiati – ammette l’architetto Barelli – sono 4/5 anni che seguiamo la vicenda. Purtroppo è sempre deludente il momento interlocutorio con le istituzioni”.

Ma non sono soltanto i residenti ad essere amareggiati, ma anche i cittadini che percorrono ogni giorno la Cristoforo Colombo.

“Tutto ciò che avviene lungo la Colombo, non va visto in maniera puntiforme, ma nell’insieme, come una questione legata alla sostenibilità urbanistica ed alla mobilità. Sono anni che diciamo al Comune che ulteriori pesi insediativi, come quelli previsti all’Eur ed alla Fiera di Roma, si riverseranno sulla mobilità della zona, andando a gravare su una situazione già altamente critica”, fa notare Cristina Lattanzi, del Comitato Salute Ambiente Eur. E Massimo Cartella, Capogruppo Idv al Municipio XI insiste sul problema mobilità: “Voglio far presente che già oggi la situazione del traffico sul quadrante è seriamente congestionata, pensare di realizzare altri 300.000 mc vuol dire sovraccaricare ancor più la Cristoforo Colombo con conseguenze facili da immaginare. Non si può continuare a costruire in maniera scellerata. Non dimentichiamo che sono previste altre cubature poco distanti come l’I60 a Grottaperfetta, rimanendo invariata la mobilità. Andando avanti di questo passo non ci muoveremo più”.


Al contrario, l’amministrazione che rappresenta il Pdl, difende le scelte operate e lo stesso processo di condivisione. “L’operazione relativa alla ex Fiera di Roma parte da lontano; di conseguenza la nuova amministrazione si è trovata costretta a portare avanti un percorso già cominciato – fa notare Andrea Baccarelli, Consigliere Pdl Municipio XI – Comunque non ce ne siamo lavati le mani, anzi si è fatto un lavoro importante e lo si farà anche nei prossimi mesi, consentendo ai cittadini di partecipare attivamente nel decidere le destinazioni delle aree a servizio che comunque rappresentano una quota importante per il territorio”. Dopotutto qualcosa si è già fatto, poiché “sicuramente è stato messo mano all’altezza degli edifici e la cubatura è stata ripartita in maniera migliore, rispetto alla proposta della precedente amministrazione. Verranno garantiti spazi importanti da dedicare ai servizi offerti ai cittadini cui verrà assicurata la massima partecipazione alla fase decisionale”.

Anche Andrea De Priamo, Presidente Commissione Ambiente Roma Capitale, assicura che le istanze dei cittadini “saranno attentamente vagliate in tutte le fasi del procedimento, al di là dello strumento dell’assemblea partecipativa che raramente riesce ad assolvere da sola a questa funzione. Purtroppo c’è da sottolineare in tal senso la posizione demagogica del Municipio XI che, dopo aver avallato e avviato, negli scorsi anni e con le precedenti giunte, il procedimento di trasformazione urbana dell’ex fiera, si è ora attestata su posizioni orientate a drastiche diminuzioni della cubatura, ben sapendo che ciò non è compatibile con le previsioni di quel P.R.G. approvato dalle amministrazioni comunali di centrosinistra”.

Ma sussiste ancora il sospetto, piuttosto diffuso in verità, che l’operazione serva a “colmare un buco enorme, quello della Nuova Fiera di Roma, che deve essere coperto” come fa notare Catarci che ha concluso affermando che “non si può svendere e maltrattare aree strategiche come l’ex Fiera di Roma, che sta vicino al centro, in un’arteria fondamentale come la Colombo, in mezzo a quartieri vivi e popolosi. Non si possono sacrificare aree così importanti per far cassa, perché i soldi finiscono presto mentre i danni che si fanno alla città e la perdita di aree strategiche come quelle non potranno più essere recuperate. Restano per sempre”.

E forse varrà la pena raccogliere positivamente le considerazioni dei tanti cittadini che si sono messi a disposizione e le cui proposte, forse, potrebbero migliorare un’operazione ancora tutta da realizzare.

Fabio Grilli