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Programma urbanistico Pisana-Estensi: i cittadini dicono no al cemento

97.000 mc di palazzi residenziali e attività commerciali in una piccola fascia di verde. Municipio e Comitato contrari, ma l’ultima parola spetta al Comune.

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L’urbanistica è una materia complessa, costellata di norme e procedure macchinose e in cui l’amministrazione pubblica ha un ruolo preponderante. Il progetto di edificazione Pisana-Estensi dimostra tutta questa complessità, a cui si aggiunge ora la protesta dei cittadini contro il progetto di edificazione previsto per l’area che rientra nel XVI Municipio. La vicenda risale al 14 febbraio, quando il Municipio, chiamato a pronunciarsi con parere non vincolante sull’intervento, vota unanimemente no. Ma in realtà la storia ha inizio almeno tre anni fa, nel 2008, quando nel Piano Regolatore (Prg) viene già inserito l’intervento di urbanizzazione. Un progetto a firma dell’Architetto Bruno Gnozzi che prevede l’edificazione di 12 palazzine su poco più di 91.000 mq tra via degli Estensi e via della Pisana, in un’area verde attualmente di proprietà della Costruzioni Pisana Srl. Il progetto rientra in un Print (Piano Integrato), uno strumento particolare dell’urbanistica cittadina che consente ai privati di avanzare proposte di edificazione al Comune, con l’intento di riqualificare zone della città caratterizzate da carenza di servizi e infrastrutture come scuole, spazi verdi e trasporti, garantendo un miglioramento della qualità della vita. Inoltre le società interessate all’edificazione, Parsitalia e Provit, vantano sull’area dei diritti di compensazione dovuti a delle varianti operate in passato dall’Amministrazione comunale, che ha posto dei vincoli su aree di loro proprietà e che ora offre, appunto come compensazione, altri terreni che ne eguaglino il valore commerciale. Stando ai documenti pubblicati finora l’intervento di “cucitura nel tessuto urbano” prevedrebbe la realizzazione di 12 palazzine di massimo 4 piani divise in tre complessi differenti con spazi commerciali al piano terra, l’apertura di una strada di collegamento tra via della Pisana e via degli Estensi, la costruzione di un asilo nido, parcheggi, percorsi pedonali e un’area di verde che, negli intenti, dovrebbe essere il fulcro della nuova zona residenziale. Dal Comune e dai dipartimenti competenti è arrivato parere favorevole al progetto e, in un primo momento, anche il Presidente del XVI Municipio Fabio Bellini, come altri consiglieri, si era detto favorevole. In occasione di un incontro con i cittadini infatti aveva rivendicato la propria battaglia per fare in modo che gli edifici non superassero i 4 piani di altezza e aveva anche parlato di “interventi utili a questo pezzo di città”, sottolineando la presenza dell’asilo nido e di un’altra area di servizi dove aveva proposto di portare gli uffici della Polizia Municipale. Inoltre aveva indicato la possibilità di servirsi degli oneri concessori derivanti dall’edificazione per realizzare altri interventi nel quartiere e collegarlo meglio al GRA. Un parere radicalmente mutato dato che, come detto, nella votazione dello scorso febbraio il Municipio ha espresso un No inequivocabile. Evidentemente a influire è stato il fatto che il progetto sia stato elaborato durante l’Amministrazione Veltroni. E il no del Municipio è stato visto come una vittoria dal Cdq Roma XVI che dall’anno scorso porta avanti una lotta ininterrotta contro questo intervento, giudicato di “cementificazione selvaggia”. In occasione di un incontro con i politici locali e del Comune svoltosi il 2 aprile i cittadini del Cdq hanno espresso ancora una volta la loro condanna poichè il loro obiettivo prioritario è la difesa dell’area verde oggetto dell’edificazione che, come fa notare Claudio Flabiano, membro del Comitato, “è l’unica zona verde del quartiere”. Sempre in quell’occasione sono stati sottolineati i vincoli che insistono sul terreno, archeologici e culturali, data la presenza di rovine romane e casali storici, ambientali a causa dei due corsi d’acqua interrati e soprattutto il vincolo boschivo, che riguarda una porzione di circa 5.000 mq di sugherete e querce. Su questo punto nella proposta del progetto si legge l’intenzione di voler rispettare il vincolo, pur considerando che ormai l’area boschiva, “per cause naturali e non” si è ristretta nel corso degli anni. Altro punto nevralgico secondo il Cdq è il traffico. Gli abitanti infatti ritengono che l’apertura di un collegamento tra via della Pisana e via degli Estensi, considerati anche i nuovi insediamenti, aumenterebbe esponenzialmente il flusso di veicoli e quindi l’inquinamento e la pericolosità, “in virtù delle strade strette e prive di marciapiede”. Il Comitato insiste richiamando l’attenzione agli altri interventi di edificazione più o meno consistenti che già interessano l’area circostante, come il megacomplesso di 2 mln di mc e la nuova Ikea di via del Pescaccio. Il giudizio, insomma, è negativo su tutta la linea e viene contestata anche la procedura di partecipazione che, secondo Flabiano, è stata segnata da un confronto colpevolmente tardivo con i cittadini, “informati del progetto dopo tre anni e a giochi già fatti”. Sempre Flabiano ha commentato: “La cementificazione non può essere considerata una riqualificazione ma noi continueremo a opporci per difendere la popolazione interessata da questo intervento, che si aggira tra le 6.000 e le 7.000 persone, continuando la nostra protesta in tutte le forme possibili”. All’incontro era presente anche il Consigliere municipale Pdl Antono Aumenta che, fin dal primo momento, ha espresso la sua contrarietà al progetto, pur ponendosi in una posizione diversa rispetto ai colleghi di partito al Comune. E a tal proposito ha detto: “Non voglio questo intervento come non lo vuole tutto il Pdl del Municipio e se dovrò intervenire col mio partito lo farò con decisione”. Anche la maggioranza si è fatta sentire. Massimiliano Ortu (FdS), è intervenuto dichiarando: “Si tratta di una pura e semplice operazione speculativa in cui gli unici a trarre benefici sono i costruttori. L’ho contestata quando a volerla era Veltroni e continuo a contestarla ora. Un’alternativa c’è: la delocalizzazione dell’intervento su via Brava, dove sono a disposizione 2 mln di mc, a differenza di questo territorio già ampiamente provato”. Insomma gli schieramenti sono definiti e di certo non pesa poco la differente posizione tra il Pdl in Comune e quello del XVI Municipio. Viene da chiedersi se si arriverà a una posizione comune e se l’Assemblea capitolina si opporrà quindi al progetto, visto che l’ultimo passaggio è ora la discussione della delibera che consentirebbe l’inizio dei lavori. La posizione maggioritaria sembra essere quella “moderata” di chi ritiene che si procederà all’elaborazione di un progetto meno impattante dell’attuale. Bisognerà vedere, comunque, se i cittadini saranno d’accordo.

Stefano Cangiano