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Sequestrato il cantiere dell’ex Residence Bravetta

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Dopo l’inizio della demolizione arrivano i sigilli e la palla passa alla Magistratura

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Tratto da Urlo n.135 maggio 2016

BRAVETTA – A febbraio è partita l’opera di riqualificazione dell’ex Residence Bravetta. Ma a inizio aprile, a poche settimane dall’inizio dell’abbattimento della prima delle palazzine, il cantiere è stato posto sotto sequestro. “Alla proprietà vengono contestati la mancanza del titolo per la demolizione e lo svolgimento delle operazioni attuate in area sottoposta a vincolo paesaggistico”, ha detto Raffaele Scamardì, Assessore uscente ai Lavori Pubblici del Municipio XII, riportando le motivazioni evidenziate dall’Ufficio Tecnico municipale. “Non possiamo che attendere che la Magistratura faccia il suo corso – conclude – auspicando che la soluzione arrivi presto e che il tutto avvenga con chiarezza. Quello che interessa sono i servizi per la cittadinanza”. “Riteniamo incomprensibili le ragioni del sequestro – commentava il costruttore Mezzaroma a ridosso dell’accaduto – Crediamo si tratti di un abbaglio da parte dell’Ufficio Tecnico e dei Vigili del XII Gruppo. Abbiamo presentato a maggio scorso, un anno fa, una Scia di avvio della demolizione parziale del primo edificio, intimata da una perizia giurata sulla pericolosità della struttura. Abbiamo iniziato i lavori molto tempo dopo la scadenza dei 60 giorni del silenzio-assenso previsti della legge. Siamo certi che, non appena il Magistrato avrà modo di leggere la documentazione, disporrà il dissequestro del cantiere”. In merito alle modalità Mezzaroma ha detto: “Non comprendiamo perché si sia proceduto in assenza dei responsabili della proprietà al sequestro dell’intera area di cantiere. Se l’oggetto del provvedimento è la demolizione del primo edificio, non capiamo perché si siano messi i sigilli all’intera area”. Adesso la società dichiara di aver fatto ricorso attraverso i propri legali: “Siamo in attesa che il Magistrato prenda in considerazione la nostra istanza di dissequestro. Sicuri delle nostre ragioni, riponiamo fiducia nella Magistratura”.

Lo stop al cantiere determina lo stallo anche per tutti gli interventi sul territorio, da quelli per la Valle fino a operazioni per viabilità e strade, da realizzare con gli oneri concessori derivanti dall’intervento. Il problema, precisa Cristina Maltese, Presidente uscente del Municipio XII, candidata per lo stesso ruolo alle prossime elezioni, “riguarda, secondo quanto riportato dall’Ufficio Tecnico, l’incompletezza del titolo di demolizione, e non attiene quindi al progetto in sé. Gli uffici devono fare controlli sulla corretta esecuzione delle opere ed è giusto che gli amministratori politici non entrino nel merito in valutazioni di tipo tecnico. Mi auguro – seguita – che a breve vengano evidenziate le procedure corrette perché i cittadini aspettano la riqualificazione dell’area e la realizzazione delle opere indicate dal Municipio per la rigenerazione di quella parte di Valle dei Casali. Questa battuta d’arresto è un danno, ma è giusto che la Magistratura faccia il suo corso”.

Sulla questione è intervenuto Marco Giudici (Fdi), Consigliere uscente e candidato alla presidenza del Municipio XII: “Il processo di riqualificazione deve andare avanti. È inaccettabile aver dovuto attendere i comodi della proprietà che per 10 anni ha esposto quel monumento al degrado in tutto il quartiere. È vergognoso che la Presidente Maltese a braccetto con la proprietà abbia preso in giro i cittadini inscenando l’inaugurazione di un cantiere privo di titolo autorizzativo. Bravetta deve riqualificarsi, non c’è tempo per queste pagliacciate”. Dure anche le parole di Silvia Crescimanno (M5S), Consigliere uscente e candidata Presidente al Municipio XII: “Il sequestro dell’Ex Residence rappresenta l’ennesimo fallimento dell’Amministrazione guidata dal centrosinistra che avrebbe dovuto controllare il progetto al fine di evitare qualsiasi tipo di intervento non conforme a quanto previsto. Il territorio continua ad essere abbandonato e lasciato alla mercé di chiunque voglia speculare sulle necessità del quartiere e dei cittadini”.

Anna Paola Tortora