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A rischio la Citta’ dell’Altra Economia: la protesta delle associazioni in Campidoglio

La chiusura di un bando comunale minaccia le attività dedicate alla green economy

Inaugurata nel 2007, 3.500 mq dedicati all’economia pulita e sostenibile, al commerico equo e solidale, ai progetti di finanza etica, ora la Città dell’Altra Economia (CAE), situata nell’area del foro boario dell’ex-mattatio del Testaccio, rischia la chiusura per effetto di un bando comunale con termine fissato per il 10 maggio. Stando alle indiscrezioni le nuove attività economiche previste dal bando prevederebbero, tra le altre destinazioni d’uso, il trattamento di combustibili nucleari, la fabbricazioni di armi e munizioni, la riparazione e manutenzione di macchine per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere e un allevamento di animali da pelliccia. Un progetto differente da quello che fino ad adesso è stato portato avanti dalle 36 associazioni che animano la CAE e che oggi si ritroveranno per un sit-in di protesta al Campidoglio con lo scopo di ottenere un confronto con il Sindaco Alemanno, finora sempre mancato. Le associazioni e le imprese avevano infatti messo per scritto la loro denuncia in una lettera (datata 20 aprile) destinata al Sindaco (la riportiamo in calce), lettera a cui però non ci sarebbe mai stata risposta. E di fronte al silenzio, di fronte alla prospettiva di non avere più nemmeno uno spazio dedicato all’agricoltura biologica, alle attivitià economiche improntate al rispetto della dignità umana e della natura, la decisione è stata quella di manifestare davanti all’istituzione comunale

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Di seguito riportiamo la lettera

Gentile on. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma,
come organizzazioni coinvolte in questi mesi nel tavolo di programmazione  per il rilancio della Città dell’altra Economia, siamo estremamente preoccupati dell’improvvisa uscita di un Avviso Pubblico per l’assegnazione degli spazi della Città dell’Altraeconomia nella forma di incubatore di imprese.
Il Tavolo di progettazione, che abbiamo aperto in questi mesi con moltissime realtà operanti nel mondo dell’economia sociale e del terzo settore, è un cammino concordato insieme a Lei il 24 novembre 2010 e riconfermato dalla Sua segreteria il 24 marzo 2011.
In questi mesi i lavori del Tavolo sono stati tesi ad un rilancio della Città dell’Altraeconomia che facesse tesoro dell’esperienza già maturata dalle organizzazioni insediate e che aprisse alla partecipazione e coinvolgimento di altre realtà attive nel campo dell’economia sociale e solidale.
In questi giorni apprendiamo che il Dip.to Autopromozione Sociale ha emanato un Avviso Pubblico per l’assegnazione degli spazi della CAE a 10 nuove imprese senza alcun vincolo rispetto all’attività economica intrapresa, scavalcando le delibere di giunta già approvate e che destinavano gli spazi della CAE a specifici settori economici.
Al di là delle incongruenze e contraddizioni insite nell’Avviso, ci sorprende il fatto che questo atto  marca una scelta contraria al percorso concordato e al lavoro fatto dalle tante  cooperative, associazioni e forze sociali che si sono impegnate su questa progettazione. Il bando appena uscito stravolge gli obiettivi di rilancio, di inclusione e di allargamento alla base del Tavolo di progettazione, pertanto la invitiamo a verificare e rivalutare insieme la situazione creatasi in questi giorni.
Proseguire nella strada indicata dall’Avviso significherebbe chiudere definitivamente la possibilità di avere nella nostra città uno luogo dedicato alla promozione delle  tantissime esperienze di  Economia Solidale. Un esperienza unica in Europa. Benché convinti che un avviso pubblico garantisca trasparenza, questa opzione é stata rimessa in discussione sia dalla natura del bando sia per la presenza di un diritto di opzione progettuale prevista nel bando originario di assegnazione sia  dal livello di partecipazione ampia avviato e dalla natura pubblica del Tavolo di progettazione’ 
Secondo questo bando, infatti, scomparirebbero di colpo le attività fondanti dell’Altra Economia, ossia il riuso e riciclo dei materiali, le energie rinnovabili, il turismo responsabile, il commercio equo e solidale, la finanza etica, il software libero, l’agricoltura biologica, la comunicazione sociale legata al terzo settore e le iniziative culturali connesse a queste tematiche.
Le chiediamo per tanto di fermare l’attuazione di questo bando e le chiediamo un incontro urgente per definire in comune accordo la progettualità futura sugli spazi della Cae. Distinti saluti
Aderenti al Tavolo di progettazione Cae2.0

Stefano Cangiano