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Arresto De Vito: per Di Maio è fuori dal M5s

Le prime reazioni dopo l'arresto. Di Maio: “Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle”. “Pd: “Noi garantisti, brutto colpo per i romani”. Fdi: “Senza l'onestà restano solo gli spettacoli di Grillo”.

MARCELLO DE VITO POLITICO

ROMA – Perquisizioni anche negli uffici capitolini di via della Greca e a Palazzo Senatorio, dopo l’arresto questa mattina del presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito. I carabinieri di Roma hanno eseguito la misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma nei confronti di quattro persone (per 2 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per i restanti due gli arresti domiciliari). I militari dell’Arma stanno portando avanti anche una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori. L’indagine all’interno della quale è stata disposta la misura cautelare per Marcello de Vito è denominata ‘congiunzione astrale’. La Procura di Roma indaga in merito alle possibili condotte corruttive e al traffico di influenze illecite nell’iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

L’INDAGINE – Stando a quanto si apprende sarebbe un’intercettazione di una telefonata tra l’avvocato Mezzacapo e Marcello De Vito avvenuta lo scorso 4 febbraio a dare il senso all’indagine della Procura: “Questa congiunzione astrale … è tipo l’allineamento della cometa di Halley, hai capito? Cioè è difficile secondo me che si riverifichi così …. e allora noi, Marce’, dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me, cioè guarda…ci rimangono due anni”. Questo il testo riportato da Repubblica che sarebbe agli atti dell’indagine del gip Maria Paola Tomaselli. Secondo gli investigatori, si legge sul quotidiano, l’avvocato Mezzacapo avrebbe percepito le tangenti (da spartire successivamente) sotto forma di consulenze fittizzie da parte degli imprenditori. Mentre De Vito in Campidoglio si sarebbe adoperato per sbloccare gli iter amministrativi di alcuni interventi urbanistici. Tra questi anche la possibile realizzazione di un polo di intrattenimento all’interno dell’ex Fiera di Roma, in spregio della diminuzione di cubature approvata dall’amministrazione Raggi. Per quanto riguarda lo Stadio della Roma, così come riportato dall’Ansa, Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito, che guidava i lavori dell’Assemblea Capitolina riguardanti il progetto ha “promesso e affidato diverse remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito”. All’interno dell’inchiesta sono stati arrestati (in questo caso ai domiciliari) l’architetto Fortunato Pititto e Gianluca Bardelli. Mentre risultano indagati a piede libero Claudio Toti, attuale presidente della squadra di basket Virtus Roma e Pierluigi Toti, l’avvocato Virginia Vecchiarelli, Sara Scarpari amministratore della società Mdl srl e l’immobiliarista Giuseppe Statuto a capo dell’omonimo gruppo

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LE REAZIONI – Mosso probabilmente dal clima di sfiducia e di rabbia che sta travolgendo le pagine social del Movimento, il vice premier Di Maio ha, autonomamente, deciso l’esclusione di De Vito dal M5s. La ‘sentenza’ naturalmente arriva su Facebook: “Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri”. In casa dem si rimanda al garantismo, pur sottolineando che i romani ‘non meritano questo spettacolo indegno’. Ad affermarlo il capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina Giulio Pelonzi e il segretario romano del Pd Andrea Casu: “Siamo e restiamo sempre garantisti, ma i romani non meritano questo indegno spettacolo – e ancora – Come Pd chiediamo da mesi alla Sindaca Raggi di dimettersi al più presto, non per le inchieste giudiziarie ma per il totale fallimento politico e amministrativo”. Neanche da Fdi, Giorgia Meloni, si rimette al lavoro della magistratura, pur sottolineando l’importanza di questa vicenda: “Ci hanno sempre detto che con loro non bisogna prendersela perché sono onesti, anche se spesso non sono capaci, non studiano, non sanno di cosa parlano e non sono competenti. Se anche l’onestà dovesse venire meno – conclude Meloni – rimarrebbero veramente solo gli spettacoli di Beppe Grillo”. Anche la Lega con il capogruppo Politi ha parlato dell’immobilismo della città: “Da due anni Roma è piombata nell’immobilismo e quanto successo rischia di aggravare ancora di più la situazione”.

Leonardo Mancini