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Canile Muratella: la protesta degli ex lavoratori

L’insediamento del nuovo gestore ha portato con sé una ventata di polemiche

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ROMA – La società campana Rifugio Agro Aversano è il nuovo gestore, per quest’anno, dei due canili comunali rimasti, l’ex Cinodromo di Ponte Marconi e Muratella. Contestualmente al suo insediamento in quest’ultima struttura, avvenuto lo scorso 17 gennaio, alla presenza delle Forze dell’Ordine, gli ex lavoratori che avevano autogestito il canile per 8 mesi (l’associazione AVCPP) hanno iniziato una forte manifestazione di dissenso che ha come punti principali la non garanzia di una continuità occupazionale degli ex dipendenti e il venire meno della qualità del servizio e, quindi, del benessere degli animali ospiti.

LA PROTESTA – A livello professionale gli ex operatori di Muratella, che da tempo ormai non erano più impiegati nella struttura regolarmente salariati, ma che hanno continuato a lavorare al suo interno in questi 8 mesi volontariamente, avrebbero voluto delle garanzie di riassorbimento. “A Ponte Marconi è stato firmato il passaggio per i 7 lavoratori presenti”, ha raccontato Simone Placido, ex dipendente di Muratella, che ha ricordato l’attuale composizione dell’organico di questa struttura: “26 ex lavoratori di AVCPP, 6 dell’Agro Aversano e 2 veterinari in via di nomina”. Gli ex dipendenti auspicavano, però, una maggiore apertura da parte del Comune e del nuovo gestore, per poter riassumere alcune professionalità importanti per il canile, che ha sempre avuto un numero consistente di cani (fino a poco tempo fa ben 600), oltre a una piccola rappresentanza felina. Per questo motivo le persone che hanno autogestito il canile in questi mesi hanno costituito una lista di ex lavoratori che il nuovo gestore avrebbe potuto contattare per dei colloqui. Alcuni di loro sono stati riassunti, ma restano 57 persone fuori, in un mercato del lavoro non di certo fiorente per certe figure professionali. “Abbiamo fatto degli incontri per capire se c’era la possibilità di attuare una sorta di paracadute per le categorie più svantaggiate, per le persone che hanno una maggiore necessità di lavorare, cercando un criterio oggettivo che potesse tutelarle, ma non è avvenuto nulla di tutto questo”, ha continuato Placido, che racconta di come siano stati gli stessi ex operatori a solidarizzare tra di loro proponendo al nuovo gestore le persone più deboli e bisognose. Su questo punto la maggior parte delle responsabilità viene addebitata al Comune di Roma che avrebbe potuto pretendere di più dalla società campana. Anche per questo alcuni degli ex lavoratori, per protesta, si sono arrampicati sulle impalcature dell’Arco di Giano e lì sono rimasti per 4 giorni, richiedendo una maggiore attenzione sulla questione da parte del Sindaco, Virginia Raggi.

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I CANI – Per quanto riguarda il benessere degli animali gli ex lavoratori non vedono garantita quella filiera che, fino a poco tempo fa, faceva sì che un cane venisse seguito in un vero e proprio percorso prima dell’adozione, con lo scopo di non farlo rientrare nel canile pochi giorni dopo esserne uscito. “Oggi non c’è un numero consono di lavoratori per seguire gli animali in una fase di recupero comportamentale e sanitario – ha continuato Placido – C’è inoltre una pericolosa sovrapposizione tra lavoro salariato e lavoro volontario”, due tipologie di figure e mansioni differenti, una ovviamente più specializzata dell’altra.

DAL COMUNE – Il Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco, ha voluto rassicurare gli ex lavoratori, dicendo che verranno trovate per loro “delle soluzioni alternative sempre nel rispetto delle norme”. E sulla nuova gestione il panorama dipinto dall’esponente capitolino appare positivo: “L’attività del canile procede a pieno ritmo, i cani sono regolarmente accuditi sotto l’occhio vigile del Direttore Rosalba Matassa e il numero dei dipendenti utilizzati risponde pienamente alle necessità per la corretta gestione di cani e gatti ospitati. Nonostante il periodo di transizione – ha continuato Diaco – le adozioni sono continuate senza interruzioni, le associazioni di volontariato sono presenti nella struttura e collaborano con piena soddisfazione col nuovo gestore, nel rispetto delle regole”.
Ad oggi è auspicabile un dialogo tra le parti, perché se è vero che la competizione attraverso una gara sia nettamente più democratica, oltre che portatrice di una gestione, si spera, più oculata, rispetto agli affidamenti diretti perpetrati negli anni, è pur vero che attualmente alcuni ex lavoratori vivono una situazione delicata. La speranza è che si possa trovare presto una soluzione per chi, per tanti anni, ha prestato il suo servizio nel canile di Muratella.

Serena Savelli

Tratto da Urlo n.143 febbraio 2017