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Cartelloni abusivi: mafia o malgoverno?

Prip approvato. Il Sindaco denuncia le responsabilità di associazioni mafiose, mentre dall’opposizione l’attacco è alla deregulation degli anni passati. Intanto la Magistratura indaga
Dopo il tragico incidente in Via Tuscolana del 2 novembre, che ha visto coinvolto l’ennesimo impianto pubblicitario abusivo, sembra che l’argomento abbia preso nuovo slancio. È triste pensare che proprio un evento tragico abbia riacceso l’interesse sulla questione. Il 17 novembre la Commissione Commercio del Comune ha espresso parere favorevole sul Prip (Piano regolatore impianti pubblicitari). Ora la discussione si sposterà in Assemblea Capitolina per l’ultimo passaggio in vista dell’approvazione. L’Assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni (Pdl) ha dichiarato: “Sta per chiudersi un periodo di vuoto normativo figlio di una gestione approssimativa delle affissioni, che ha portato alla deregulation del settore. Adesso occorre lasciare da parte la propaganda che, in un settore delicato come questo, nuoce alla città e a chi la vive ogni giorno”. Dichiarazioni che arrivano a pochi giorni dalle critiche del Presidente del Municipio XI Andrea Catarci (Sel), il quale ha parlato del Prip definendolo uno strumento “spacciato per la soluzione ma che è in realtà un sistema di regole generiche e pressoché inattuabili”.
Dal canto suo il Sindaco Gianni Alemanno, in occasione della prima “Giornata del Decoro Urbano”, in concomitanza con l’approvazione del Prip, ha dichiarato: “Il problema dei cartelloni non è solo rimuovere gli abusivi ma eliminare alla radice il problema, che è una vera e propria mafia. Per questo – ha spiegato – ho dato mandato al Vice Comandante della Polizia Municipale Antonio di Maggio, di svolgere una inchiesta sulla cartellonistica abusiva”. Le critiche alle parole del Sindaco sono arrivate principalmente dal Vice Presidente della Commissione Ambiente Athos De Luca (Pd): “Che nella giunga dell’abusivismo vi sia qualche società mafiosa è anche possibile ma chiediamo ad Alemanno: chi ha creato le condizioni per questa presenza? La verità è che Alemanno anche sui cartelloni ha fallito. Ha protetto l’incapacità dell’assessore Bordoni e ora non sapendo cosa fare e dire, ha pensato di chiamare in causa la mafia”. La situazione di degrado procurata dall’affissione selvaggia sarebbe riconducibile, secondo alcuni, non tanto alle infiltrazioni mafiose, quanto alla maxisanatoria del 2009. Il 30 marzo di due anni fa infatti il Campidoglio varò la delibera 37, una deroga ad alcune norme del Codice stradale e ai vincoli ambientali e culturali, per le aziende del settore. Tra gli assertori di questa tesi Alessandro Onorato, Capogruppo Udc in Campidoglio, che ha attaccato: “Il Sindaco che ha denunciato possibili infiltrazioni mafiose, si renda conto che potrebbe essere proprio quella deregulation ad aver permesso fenomeni del genere”.
Sempre il 17 novembre si sarebbe dovuta discutere in Aula Giulio Cesare la proposta di Delibera di iniziativa popolare del Comitato cittadino “Basta cartelloni”, anche grazie all’intervento del Prefetto che ne ha imposto la discussione. Purtroppo però la discussione non è stata calendarizzata, scatenando proteste bipartisan. Questo documento, come spiegano gli attivisti di Basta cartelloni, Cartellopoli e l’Associazione Vas (Verdi ambiente e società), conterrebbe delle modifiche all’attuale regolamento, chiederebbe l’eliminazione definitiva delle deroghe al Codice della Strada e l’inserimento di regole più stringenti per gli operatori. “È chiaro che la maggioranza non vuole far passare la Delibera, nemmeno discuterla” a dirlo è Antonino Torre, Capogruppo della Lista Civica per Alemanno.
Dopo la dichiarazione d’impegno del Sindaco Alemanno si è arrivati, il 18 novembre, all’apposizione dei sigilli da parte della Polizia Giudiziaria sia all’ufficio Affissioni e Pubblicità che agli archivi di Aequa Roma, la partecipata del Comune che supporta tali attività. I magistrati, nell’ambito dell’accertamento sulle violazioni conseguenti all’approvazione della Delibera n.37, hanno posto sotto controllo gli uffici per acquisire gli atti necessari. “Questa inchiesta – ha spiegato Bordoni – mira a verificare quali sono le aziende in regola e, attraverso verifiche e controlli, a realizzare un preciso elenco di cartelloni abusivi. D’ora in poi sarà tolleranza zero”. Nei giorni successivi è partita la campagna per l’eliminazione di circa 1000 impianti abusivi, con uno stanziamento di circa 300.000 euro fino al 31 dicembre e di 800.000 euro per il prossimo anno. Questi impianti sarebbero da sommare ai 3700 impianti già rimossi nel corso del 2011, secondo Ugo Cassone (Pdl), Presidente della Commissione Commercio “un ulteriore segnale dato da questa Amministrazione a un settore nel passato sottovalutato e mai efficacemente affrontato dal centrosinistra”.

Nettamente opposto il giudizio di Catarci: “Le rimozioni attuali dimostrano come prima d’ora la Giunta Alemanno avesse deciso di fare da spettatore. Dopo aver incoraggiato le installazioni con la Delibera 37, si guardava bene dal comminare le sanzioni previste”. Il Presidente poi ammonisce: “Almeno non si limiti all’ennesimo spot fatto più per le tv che per la città: si discuta e si approvi la Delibera di iniziativa popolare”. Di diverso avviso è Simone Foglio, Capogruppo del Pdl al Municipio XI: “Oggi con il Prip ci sono delle regole certe e l’inizio delle rimozioni ne è un segnale inequivocabile: la Giunta fa sul serio e pone in essere tutte le azioni utili a garantire la piena attuazione del Prip”.
E proprio al Municipio XI è stata promossa il 24 novembre un’iniziativa dal titolo “Basta Cartelloni!”. Alla manifestazione hanno partecipato i comitati promotori e i Presidenti dei Municipi contrari al Prip. Catarci in questa sede ha affermato: “Basterebbe approvare piani di localizzazioni decenti, con numeri ragionevoli, per poi fare dei bandi pubblici con cui selezionare operatori ufficiali, assegnando loro come primo compito la bonifica della situazione attuale”, e ha poi proposto l’identificazione di un solo soggetto responsabile delle affissioni per ogni Municipio, in sostituzione delle attuali 404 ditte sul territorio di Roma. In questo modo, secondo il minisindaco, la stretta collaborazione con un solo soggetto migliorerebbe sensibilmente la situazione. In risposta a queste proposte Foglio ha dichiarato: “Tutte le proposte che provengono dal territorio, quindi anche quelle del Municipio XI, vanno prese in considerazione per migliorare questa condizione, anche se provengono da chi per venti anni non ha mai fatto nulla per porre rimedio ad una situazione che si è complicata sempre più a causa di interessi e dell’assenza di una politica adeguata”. Nel corso della manifestazione sono state comunicate anche le iniziative di alcuni gruppi industriali: “C’è chi – ha fatto notare Catarci – come Telecom e Igp Decaux, si è reso conto dello stato in cui versa il sistema pubblicitario a Roma, dichiarandosi disposto a rinunciare ad utilizzare i cartelloni: uno dei modi più efficaci per imporre un cambiamento è colpire i fatturati delle aziende di affissione, con la rinuncia in massa a perpetrare i meccanismi odierni”. E riguardo all’approdo del 24 novembre della Delibera di iniziativa popolare in Aula Giulio Cesaree e al voto contrario dell’intera maggioranza, a eccezione del solo consigliere Torre, Catarci è stato perentorio: “Il voto negativo non ha avuto argomentazioni reali, se non la difesa dell’indifendibile Delibera 37. Quello del Sindaco è un goffo tentativo di autoassoluzione, con azioni scomposte e propagandistiche che mirano a lasciare tutto com’è”. Anche tra i cittadini impegnati nella lotta agli impianti abusivi la delusione è stata evidente, sia per questo voto negativo che per l’inadeguato iter che la Delibera ha dovuto seguire prima della discussione. Il malcontento è generale e diffuso, bisognerebbe scorgerlo tra un cartellone e l’altro.

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Leonardo Mancini