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Crollo parziale della Domus Aurea

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Stamattina, alle prime luci del giorno,  per ragioni ancora non accertate, la volta  della Domns Aurea definita “il grottone” ha ceduto; trascinando al suo interno una porzione di giardino del parco sovrastante.
Si tratta di un’arcata d’ accesso della Villa fatta edificare da Nerone, dopo il misterioso incendio che nel 64 d.C. bruciò la suburra romana.
Un complesso monumentale, per secoli dimenticato, che originariamente comprendeva, oltre ad uno sfarzoso palazzo rivestito d’oro, con soffitti da cui brillavano, luccicanti, pietre preziose, anche numerosi giardini, boschi, vigne ed addirittura un laghetto. Nel letto del quale, i suoi successori, eressero il Colosseo .
Il palazzo venne interrato dai vespasiani, che con questo gesto intesero cancellare le tracce del discusso operato di chi li aveva preceduti.  E per oltre mille anni non se ne conservò memoria. Fino a quando, sul finire del Quattocento, la leggenda vuole che un ragazzino romano vi sia sprofondato. Stupito e meravigliato per la presenza di coloratissimi affreschi che impreziosivano pareti e  volte di quelle che sembrava delle grotte, il giovane cominciò a decantarne la bellezza. Attirando artisti della portata di Pinturicchio, Michelangelo e Raffaello che, per ammirarne lo splendore,  si fecero calare al suo interno.
La Domus Aurea ha  quindi sempre goduto di un destino particolare. Fatto di bellezze celate, impenetrabili e solo saltuariamente visibili.
Del resto, anche negli ultimi anni il suo accesso è stato discontinuo, per lavori di restauro cominciati nel 2005. E nonostante ciò, come ha riconosciuto Antonio Vodret, il direttore Tecnico del sito archeologico, “queste operazioni di messa in sicurezza non hanno avuto un’attenzione economica speciale, quale il monumento avrebbe richiesto” anche se “ultimamente è stato nominato un commissario straordinario ed è stato messo a punto un progetto di progressivo risanamento della Domus”. Fortunatamente, malgrado il cantiere fosse aperto, non si sono registrati feriti.
L’intervento dei vigili del fuoco è stato tempestivo. Già alle 9.30 di questa mattina unità cinofile perlustravano la zona, per accertarsi dell’effettiva assenza di operai che si temeva potessero essere rimasti intrappolati nella frana. Il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi ha illustrato le fasi dell’intervento: “C’è stato un crollo della volta di uno dei depositi di reperti archeologici, si tratta della galleria traianea numero 15. Abbiamo utilizzato le unità cinofile e i gruppi che usano i geofoni; abbiamo verificato così che non c’erano persone. Ora – ha proseguito Giomi – stiamo togliendo tutto il materiale che può crollare, poi i ruspisti toglieranno, di comune accordo con la Sovraintendenza ai Beni archeologici, tutto il materiale sovrastante”.
Intanto il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma, Federico Mollicone, si sta muovendo alla ricerca di stanziamenti straordinari e, come si evince da un comunicato stampa, dichiara: “Inviterò dopo Pasqua in commissione Cultura i tecnici e la soprintendenza archeologica allo scopo di chiarire le reali dinamiche del distacco oggi avvenuto”. Ci chiediamo – prosegue Mollicone – se il ministero e la soprintendenza abbiano intenzione di inserire oltre la Domus Aurea già interessata da lavori, anche le Terme di Traiano e di Tito nel piano speciale dell’area archeologica centrale”. Sarebbe infatti incomprensibile – prosegue Mollicone – che a restare fuori dagli interventi di riqualificazione fosse proprio lo sfondo di tutte le foto fatte al Colosseo e, ancor di più, sarebbe inaccettabile lasciare l’area verde del parco in evidente stato di degrado”.
La speranza di veder tutelata una delle più leggendarie opere di architettura romana, è fatta propria da tutta la cittadinanza.  Sensibile, per una volta senza distinzioni, alle vestigia di un passato imperiale in cui, ben oltre gli schieramenti politici, simbolicamente riconoscere la propria comune discendenza.

Fabio Grilli

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