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Elezioni Roma: e ballottaggio sia

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Raggi e Giachetti: 11 punti di differenza e due settimane per conquistare Roma

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Quindi alla fine sarà ballottaggio. Tutti se lo aspettavano e nessuno lo sperava, ma sarà così. Il 19 giugno i cittadini romani saranno nuovamente chiamati alle urne. Virginia Raggi si attesta al 35,2%, mentre il PD con Giachetti si ferma al 24,8%. Il terzo posto va a Giorgia Meloni (FdI) con il 20,6%, seguita da Alfio Marchini con l’11% e da Stefano Fassina con il 4,5%.

Difficile immaginare che gli eventi politici di questi ultimi mesi non abbiano influito sul risultato di questa prima tornata elettorale. Da Mafia Capitale alle ‘dimissione’ dell’ex Sindaco Marino, non si può non sottolineare il sentimento di scontento negli elettori democratici. “Il risultato del primo turno a Roma propone con forza il problema di un Partito Democratico che ha rotto il proprio rapporto con la città – scrive sul suo Blog questa mattina l’ex primo cittadino – Dati alla mano, il calo del consenso verso il Partito Democratico romano è drammatico e sarebbe un grave errore sottovalutarlo o fingere di ignorarne le cause”.

Sono circa le due di notte quando prende parola Virginia Raggi, con gli scrutini non ancora conclusi ma con le proiezioni che la danno già nettamente in testa: “È un risultato storico, i romani sono pronti a voltare pagina, il vento sta cambiando e io sono pronta a governare questa città, potrei diventare il primo sindaco donna di Roma, e i romani hanno fatto chiaramente intendere di non credere più agli slogan elettorali”. Alla marea 5 Stelle resiste solo il Municipio I, con Sabrina Alfonsi che si attesta al 38,69%, e il secondo Municipio, mentre ad Ostia, dove il consiglio municipale non viene eletto, il Movimento raggiunge quasi il 44% dei voti.

Le prossime due settimane saranno difficilissime per il candidato Dem Roberto Giachetti, che non manca di rassicurare il suo 24.8% su una battaglia ancora tutta da combattere: “Ora si azzera tutto e lo dico a chi pensa di aver già vinto. Io intendo giocarmela fino alla fine. Io non mi tiro indietro di fronte alle sfide, fino all’ultimo giorno. Chi pensa a una partita già chiusa si sbaglia”.

Ora, per dirla con le parole di Giachetti, si azzera tutto, e si inizia a guardare al ballottaggio e alle indicazioni di voto degli sconfitti. Giorgia Meloni questa mattina, parlando con i cronisti a margine della sua conferenza stampa, ha già confermato che non darà alcuna indicazione di voto: “Non darei mai l’indicazione di voto per un candidato di Renzi, ma anche in alcune cose che ho sentito dire alla candidata del M5S ho visto un po’ di pressapochismo. Entrambe le possibili amministrazioni potrebbero non essere all’altezza e quindi non ci voglio mettere la faccia”. Marchini invece smarca le domande sulla sua alleanza con il Cavaliere e sull’influenza che questa ha avuto nella tornata elettorale: “Siamo partiti con un profilo civico, non è stata compresa la scelta che abbiamo fatto con altri partiti”.

Dal M5S è ben chiaro che non arriveranno accordi o ‘avvicinamenti’ per il ballottaggio. Giachetti intanto, durante la conferenza stampa, ha dichiarato: “Io non chiedo incontri con Marchini o Fassina – e ancora – Io incontrerò i romani. Non ho bisogno di chiedere incontri a nessuno. Io con Fassina provo a trattarci dall’inizio delle primarie, ma sono sempre stato trattato in un certo modo. Non penso che gli elettori di Sinistra italiana, di sinistra in generale, siano dei pacchi postali ma persone con una testa, un cuore, che ci giudicheranno sulla base di quello che sapremo presentare loro”.

Leonardo Mancini