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Emergenza idrica: sulla Capitale resta lo spettro del razionamento

Da questa sera parte lo stop alle captazioni dal Lago di Bracciano, per Acea non ci sono alternative

Verifiche Carabinieri

LO SCONTRO ACEA-REGIONE – Lo spettro del razionamento idrico aleggia ancora sulla Capitale. Da questa sera le captazioni dal Lago di Bracciano non saranno più autorizzate. L’ordinanza Regionale, verso cui il Tribunale delle Acque ha respinto ieri il ricorso di Acea Ato2, resta in vigore. Nella giornata di ieri i Carabinieri del Noe hanno perquisito la sede romana di Acea in piazzale Ostiense, requisendo la documentazione sui prelievi di acqua dal bacino di Bracciano. L’operazione è stata autorizzata dalla Procura di Civitavecchia, che ha anche inviato un avviso di garanzia per disastro ambientale.

LA LETTERA DI ACEA – Nella serata di ieri c’è notizia di un nuovo contatto tra l’Acea e la Regione Lazio. Una lettera firmata dal presidente della società Luca Lanzalone è stata infatti inviata al governatore Zingaretti. Nel testo della missiva i vertici di Acea tornerebbero a definire insostituibile la fonte di approvvigionamento del Lago di Bracciano. La richiesta avanzata dall’azienda riguarderebbe ancora una volta la continuazione delle captazioni, pur controllate dalla cabina di regia istituita dagli incontri operativi di questa settimana, assieme all’identificazione di un commissario per avviare in tempi rapidi i lavori di ampliamento delle infrastrutture del Peschiera.

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LA MANIFESTAZIONE – In attesa che la situazione dell’approvvigionamento idrico della Capitale venga definita, la Coalizione Civica Acqua Bene Comune ha indetto una manifestazione per il pomeriggio di lunedì prossimo (17.30) in piazzale Ostiense. Gli obiettivi della mobilitazione sono stati presentati dall’organizzazione sorta in Municipio VIII: “Scongiurare il razionamento dell’acqua con un urgente intervento del Governo nazionale, a fronte dell’incapacità di Sindaca e Giunta capitolina; ricordare ai vertici di Acea ed alla Sindaca che Roma che l’acqua non è mai mancata nella storia millenaria della città; pretendere da Acea un Piano industriale degno di questo nome ed un’azione puntuale e rapida di risanamento delle tubature-colabrodo; finirla con i prelievi scellerati ed inutili dal lago di Bracciano, che sono causa di un danno ambientale di vaste proporzioni; obbligare i vertici di Acea e Campidoglio a lavorare davvero, iniziando dalla rete idrica; farla finita con bugie e scaricabarile; gridare che a Roma stiamo perdendo la pazienza e non siamo più disposti a tollerare tanta violenta incapacità nascosta da vuota propaganda”.

LeMa