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Il cartellone pubblicitario oscura San Pietro: il Comune si dissocia

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Dal Campidoglio fanno sapere che la competenza è dello Stato Vaticano

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IL CARTELLONE PUBBLICITARIO – La denuncia è partita nella giornata di ieri attraverso un post su Facebook della Senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna: “L’impossibile e l’assurdo è diventato possibile a Roma, dove da qualche giorno una enorme pubblicità “rosso fuoco” – di un noto marchio automobilistico Ndr. – campeggia ad inizio di via Conciliazione violentando tutta la visuale di piazza San Pietro da ponte Sant’Angelo e Ponte Umberto I”. 

LE DOMANDE DEI 5 STELLE – La Senatrice allega al suo post una serie di fotografie che testimoniano come una delle vedute più belle della Capitale, quella ‘cartolina’ che ogni turista cerca di riportarsi a casa, sia stata deturpata dall’istallazione dell’enorme cartellone: “I turisti sono allibiti – seguita Taverna – si recano sui ponti per fotografare uno degli angoli più belli della Città più Bella del Mondo, scuotono la testa e se ne vanno. Chi ha permesso di violentare così il paesaggio di Roma? Nei palazzi in ristrutturazione si devono realizzare teli con le sagome di monumenti storici, lasciarli bianchi o utilizzare almeno colori consoni”.

DAL CAMPIDOGLIO – Una installazione in spregio di qualsiasi logica, ma soprattutto dei regolamenti capitolini, che però, a quanto affermato dal Campidoglio nella serata di ieri, potrebbero non valere per questa installazione pubblicitaria: “In merito alla polemica sul grande cartellone pubblicitario esposto all’inizio di via della Conciliazione, il Campidoglio precisa che la sua installazione è stata disposta dallo Stato Città del Vaticano, in regime di extraterritorialità, poiché l’edificio appartiene al Vaticano – aggiungono dal Campidoglio – Il regolamento sulla pubblicità adottato da Roma Capitale (che avrebbe previsto un formato più ridotto) non è dunque applicabile. Infine, eventuali rapporti istituzionali, finalizzati a valutare l’impatto della cartellonistica in queste fattispecie, possono essere tenuti soltanto dagli organi di governo, poiché si tratta di rapporti tra Stati, in questo caso regolati dai Patti Lateranensi”.