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L’Inps nasconde la verita’

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa da Indipendenti.eu

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Generazioni Precarie: escluse dagli ammortizzatori sociali e con un futuro non calcolabile.
Questa mattina le Generazioni Precarie si sono presentate nella sede dell’Inps in via Ciro Il Grande n 21. Nell’ ottobre di quest’anno il presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano perché l’INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori, affremando quanto segue:”Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. A quanto pare non solo non è previsto che i precari maturino una pensione, ma si sa già che non arriveranno nemmeno alla minima. Di conseguenza i precari oltre a passare da un lavoro intemittente ad un altro pagano i contributi per una pensione che non vedranno mai.
Come è possibile che le generazioni precarie siano senza pensione e l’inps paga le pensioni pubbliche a dirigenti, parlamentari, ministri che percepiscono contemporaneamente ricchi onorari: Mario Draghi, pensionato a 58 anni con 14.853 euro al mese ma anche Governatore con 620 mila euro l’anno, Giuliano Amato oltre alle indennità varie
percepisce una pensione lorda mensile di 22 mila euro che si traduce in un assegno netto di 12.518 euro. La lista è lunga.
Nell’attuale  contesto di crisi economica i precari nativi e migranti non solo sono esclusi da un sistema arretrato ed iniquio di ammortizzatori sociali, ma non avranno diritto ad un futuro.
I lavoratori migranti pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali. Questa la stima riportata nel dossier Caritas/Migrantes 2010 secondo il quale le entrate assicurate dagli immigrati sono 11 miliardi di euro (10,827) mentre le spese per servizi a loro destinati ammontano a neanche 10 miliardi.
La struttura del welfare italiano risulta particolarmente restrittiva e orientata verso prestazioni previdenziali e servizi socio-sanitari rivolti agli “anziani”, di cui oggi precari migranti possono beneficiare solo in parte, sia per l’età media non elevata sia perché l’accesso al pensionamento, secondo la normativa vigente, non può avvenire prima  dei 65 anni. Attualmente è pensionato tra i migranti 1 residente ogni 30, mentre tra gli italiani 1 ogni 4.
Oggi siamo qui perchè vogliamo incontrare di persona il presidente dell’Inps per farci calcolare direttamente la nostra pensione e per reclamare il diritto a delle politiche di welfare adeguate. L’Italia, insieme alla Grecia e all’Ungheria, sono infatti gli unici stati membri dell’Unione Europea a non avere mai adottato significative misure contro la crisi istituendo come esiste da decenni nei paesi europei forme di protezione sociale attrevrso il reddito di cittadinanza. Inoltre dove esistevano importanti sperimentazioni l’irresponsabilità ha prevalso sui i bisogni degli oltre 115mila precari e disoccupati  che nella Regione Lazio
hanno presentato domanda per accedere al reddito mino garantito. Infatti nel bilancio 2011 la Giunta Polverini ha azzerati i fondi previsti a copertura della legge regionale n.4/2009 che istituisce il reddito minimo garantito nella Regione Lazio. Siamo le stesse generezioni precarie che da lunedì 6 dicembre hanno occupato le impalcature del palazzo della
Regione Lazio, dove ormai da una settimana continuano a resistere i “magifici 7” precari/e non ottenendo nessuna risposta dalla giunta polverini.
La giornata di oggi apre la campagna del “Natale precario” nella città di Roma, uno spazio di relazione, comunicazione sociale contro la crisi e la precarietà. Non ci fermeremo finchè non saranno riconosciuti diritti e forme di protezione sociale a tutti i soggetti che nel nostro paese e nel territorio regionale stanno pagando la crisi.