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Nuovo Statuto di Roma Capitale: cosa cambia?

Alcune tra le modifiche inserite con l’approvazione dello Statuto di Roma Capitale.

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I MUNICIPI – come già annunciato passano da 19 a 15 i municipi di Roma Capitale. Conseguentemente alla riduzione viene anche operata una riorganizzazione delle numerazioni delle territorialità. La nuova mappa dovrà essere approvata entro la prima decade di marzo per evitare il rischio del commissariamento da parte del prefetto Pecoraro. 

I POTERI – il Sindaco di Roma Capitale potrà far approvare con la definizione ‘d’urgenza’, alcune deliberazioni necessarie. Questo, a quanto riportato nello Statuto, dovrebbe essere utile nei casi in cui sia necessario il ‘tempestivo adempimento degli obblighi di legge’. Il caso in cui potrà essere usato questo strumento riguarda principalmente le omissioni ‘che possa recare grave pregiudizio alla regolarità e al buon andamento dell’azione amministrativa’.

DENOMINAZIONI – lo Statuto fissa definitivamente il nome del Comune di Roma in Roma Capitale, mentre il vecchio Consiglio Comunale prenderà il nome di Assemblea Capitolina. 

PARI OPPORTUNIT? – Nel nuovo Statuto è ben specificato che la nuova Giunta capitolina, le Giunte Municipali ed i cda delle società compartecipate, dovranno essere formati da un terzo di donne. 

IL NUMERO DI CONSIGLIERI – Anche su questo punto ci sono state delle modifiche, con la riduzione del numero da 60 a 48 e la detrazione dell’indennità in caso di non giustificata assenza dalle sedute. Inoltre, come riportato da Roma Capitale: “Gli oneri i permessi retribuiti dei consiglieri che lavorano presso privati o enti pubblici economici non possono mensilmente superare l’importo pari alla metà dell’indennità del consigliere stesso”. Decadrà la carica del consigliere che non parteciperà al 10% delle sedute di seguito. 

GRANDI EVENTI – Per far fronte alle necessità dei grandi eventi collegati alla vita dello Stato Vaticano, le relazione con Roma Capitale vengono rafforzate. Inoltre sono indicate il 21 aprile, tradizionalmente il ‘Natale di Roma’, e il 16 ottobre ‘come giornata simbolo del rifiuto di qualsiasi forma di violenza’.

Leonardo Mancini