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PVQ: Roma Capitale si riappropria di 11 aree

Punti-Verde sabella

I Punti Verde Qualità saranno riassegnati con bandi pubblici

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I PVQ – Si apre un nuovo capitolo nella intricatissima vicenda dei PVQ (Punti Verde Qualità) nella Capitale. Il titolo di questa parte della storia potrebbe essere ‘La riscossa’, o perlomeno è questo quello che i romani sperano dopo le parole pronunciate oggi dall’Assessore alla Legalità Alfonso Sabella. Roma Capitale infatti, da oggi con Torraccia e da domani con San Basilio-Nomentano, tornerà in pieno possesso di 11 PVQ. Questo, come spiegato in conferenza stampa, a causa della decadenza delle Convenzioni, dovuta al mancato pagamento delle rate dei mutui. Così dopo anni di incertezza i nuovi concessionari saranno individuati da bandi pubblici. Sono queste le indicazioni della memoria di Giunta datata 31 luglio con cui si stabilisce il rientro in possesso di queste aree. “Abbiamo trasmesso tutti gli atti alla Corte dei conti per gli aspetti amministrativi e alla Procura della Repubblica per gli aspetti penali. Chi ha delle responsabilità pagherà”, ha detto l’assessore Sabella. 

SCUOLE E STRUTTURE SPORTIVE – Risolte anche le difficoltà nei confronti dei servizi. Infatti qualora una scuola o un asilo faccia parte dell’intervento, questo passerà nelle mani del Comune e verrà assorbito nella rete delle strutture pubbliche. Gli altri PVQ interessati sono: Tiburtino Sud, Torraccia, Parco Feronia, San Basilio-Nomentano, Ponte di Nona, Parco Spinaceto, Spinaceto Sud, Parco della Madonnetta, Oletta, Olgiata e Prati della Bufalotta. Inoltre, con il nuovo regolamento degli impianti sportivi comunali, eventuali palestre o strutture potranno essere affidate direttamente ad organismi senza fini di lucro.

UN BARATRO PER ROMA – Il Sindaco Marino, presente all’incontro con la stampa, ha parlato dei PVQ come di ‘un’idea straordinaria’ varata dalla Giunta Rutelli nel 1995 “che affidava a piccoli imprenditori una determinata zona per dare la possibilità di sviluppare nell’area verde servizi per il quartiere. Dopo quattro anni quella idea brillante inizia a concretizzarsi perchè trascorrono 4 anni per finalizzare gli accordi con l’istituto di credito sportivo e la banca di credito cooperativo. Ma quella che era iniziata come una eccellente idea è stata trasformata da una imprenditoria ladrona in un baratro per la città”.

I COSTI PER LA CITTÀ – Un problema questo soprattutto economico per le casse della Capitale, dato che con le fideiussioni bancarie non saldate e i debiti e gli interessi sono ricaduti sulla città. “Noi dopo circa 20 anni stiamo cercando di riportare tutto in ordine. Roma è esposta, solo per i mutui contratti, per circa 121 milioni di euro che purtroppo dovremo pagare e che non sono serviti a trasformare queste aree verdi in aree fruibili per il bene dei cittadini – ha proseguito Ignazio Marino – è chiaro che tutto questo faceva comodo. Siamo più intelligenti degli altri? Non credo. Siamo semplicemente più attenti e abbiamo solo scelto di guardare le carte e agire invece di fare finta di non vedere come è stato per tanti anni, trasmettendo inoltre tutti i documenti alla Procura e alla Corte dei Conti”.

LeMa