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Rifiuti: il sistema resta a rischio

Tra gli incendi e le criticità sulla manutenzione degli impianti, si preannunciano mesi difficili

Tratto da Urlo n.167 Aprile 2019

ROMA – Non c’è pace per il sistema dei rifiuti nella Capitale. Dopo l’incendio nell’impianto del Salario, il 25 marzo è stato il TMB (impianto di Trattamento Meccanico Biologico) di Rocca Cencia (di proprietà di Ama) a essere coinvolto in un rogo. Fortunatamente, dopo che l’amministrazione, la municipalizzata dei rifiuti, e con loro tutti i cittadini, avevano pensato al peggio, la situazione nell’impianto si è andata normalizzando, permettendo, in pochi giorni, la ripresa del trattamento dei rifiuti (già nella notte del 27 marzo). Un sollievo non indifferente, vista la mancanza dello stabilimento del Salario e il rischio, paventato fino al 2 aprile, di veder sfumare anche la possibilità di inviare rifiuti negli impianti di Malagrotta, di proprietà del Co.La.Ri. Il motivo riguardava la scadenza dell’accordo provvisorio con Ama, rinnovato con l’amministratore giudiziario della E-Giovi Srl (società del gruppo Co.La.Ri.), Luigi Palombo, per i prossimi 18 mesi. C’è però da sottolineare la presenza di una ulteriore criticità, con il sito di Ponte Malnome, attualmente utilizzato per la trasferenza dei rifiuti (uno stoccaggio per non più di una giornata in attesa del trasferimento verso gli impianti di trattamento) che da maggio non potrà più accogliere nemmeno un camion di Ama. Mentre, al momento, funziona come sito di smistamento dei rifiuti che non possono più essere trattati dall’impianto del Salario.

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I TMB DI MALAGROTTA – Una situazione non facile con cui fare i conti, soprattutto se si pensa che ci stiamo avvicinando alle festività pasquali e ai ponti del 25 aprile e del 1 maggio. Momenti dell’anno tradizionalmente di picco nella produzione dei rifiuti. Tra l’altro si è rischiato che gli impianti di trattamento di Malagrotta (1.250 tonnellate giornaliere di rifiuti trattate) chiudessero per tre mesi a causa di necessari interventi di manutenzione straordinaria. Possibilità questa che la stessa Sindaca Raggi ha superato incontrando il Prefetto di Roma, Paola Basilone. Gli impianti non chiuderanno completamente, ma effettueranno la manutenzione sul medio periodo. Verrà diminuita la capacità di ricezione, ma fino al 4 ottobre 2020 i due impianti di Malagrotta potranno ricevere una media di 1.250 tonnellate al giorno dal lunedì al sabato e 600 tonnellate ogni domenica. Durante le manutenzioni invece, a partire da fine aprile, la capacità di ricezione potrà diminuire fino ad un massimo di 200 tonnellate al giorno, mentre potrà arrivare a un massimo di 500 tonnellate al giorno da fine maggio alle prime settimane di settembre.

IL SISTEMA RESTA A RISCHIO – Tra le misure messe in campo dalla Sindaca, nella sua “guerra dei rifiuti” (questo il nome evocativo utilizzato dalla Raggi su Facebook), c’è anche la richiesta della vigilanza da parte degli uomini dell’esercito dei siti sensibili per il trattamento e il trasferimento dei rifiuti. La volontà della prima cittadina è quella di evitare che nuovi roghi, probabilmente dolosi, possano contribuire ulteriormente a mettere in ginocchio l’intero sistema. In contemporanea all’accordo di Ama sulle linee di Malagrotta sembrerebbe che la Sindaca abbia anche incassato l’ok da parte del Viminale per l’impiego dei militari. Anche se alcuni tasselli sembrano pian piano essere tornati al loro posto, non si può non sottolineare ancora una volta la fragilità del sistema. Nei prossimi mesi ci si troverà a far fronte a delle emergenze, dettate, questa volta, dall’impossibilità di utilizzare Ponte Malnome dopo maggio (sempre che non si voglia arrivare allo scontro con i cittadini della Valle Galeria) e con la riduzione della ricezione delle linee di trattamento di Malagrotta durante i mesi estivi.

Leonardo Mancini