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Roma Acqua e sapone, guida minima alla citta’ alternativa

Il segreto per conoscere tutta la Roma meno ufficiale ma ricca di sorprese

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Un po’ guida, un po’ inchiesta sociologica. L’esperimento, pubblicato da Edizioni Intra Moenia (piccola ma interessante realtà editoriale), si chiama “Roma Acqua e Sapone” ed è curato da Annarita Sacco con la collaborazione del settimanale Carta. Presentata durante l’ultima Fiera della piccola e media editoria a Roma, la guida si propone di avvicinare il lettore a tutte quelle esperienze, attività commerciali, parchi, luoghi di socialità che sfuggono ai grandi circuiti turistici e commerciali della città.
Schede commentate
e di facile lettura che raccontano le numerose realtà della Capitale che si occupano di turismo responsabile, mobilità alternativa, cucina vegetariana, mercatini
biologici, negozi di riciclo, parchi cittadini e spazi di cultura indipendente.
“L’inchiesta – raccontano i curatori – è stata realizzata tramite centinaia di telefonate, e-mail, ricerche bibliografiche, incontri,  guide e siti internet”. La ricerca che ha fatto da supporto alla stesura della guida è stata diretta con l’intento di scoprire e valorizzare tutte quelle realtà che operano sul territorio con un’idea diversa degli scambi economici e del rapporto tra produzione di beni/servizi e valore economico di tale produzione. 
Il libro include i contributi di Andrea Satta, scrittore e musicista romano, la sociologa Maria Immacolata Macioti, l’economista Alberto Castagnola e il filosofo francese Serge Latouche, conosciuto come teorico della “decrescita felice”(alternativa politico-economica che mira a rivalutare la sobrietà come stile di vita, redistribuire le risorse economiche e naturali, ridurre gli sprechi, riutilizzare o riciclare tutto ciò che è possibile). 
Piccola guida, quindi, alla ricerca della “felicità individuale e collettiva” dove trovare associazioni, cooperative, reti e comitati che lavorano attivamente nei percorsi della cultura indipendente e di un’economia “altra”. Vademecum per disintossicarsi dai prodotti massificati e costosi, dall’inquinamento del marketing e dalla “omologazione inquinante”. Piuttosto la guida suggerisce di tutto: 51 case editrici, 20 librerie indipendenti, 42 centri sociali, 53 biblioteche pubbliche. 22 organizzazioni di turismo responsabile, 43 aziende agricole bio del Lazio, 27 punti vendita biologici, ostelli e bed&breakfast ecologici. Ed ancora percorsi alternativi per i parchi romani, piste ciclabili, locali di cucina “alternativa” e gruppi di acquisto solidale. Un altro frammento di Roma che si muove con le sue regole e i suoi ritmi, con etica e spirito di solidarietà semplice e innovativo allo stesso tempo.
La guida, utile a chi cerca spazi e pratiche di alternativa reale e sostenibile, riporta una breve citazione di Italo Calvino nelle prime pagine:
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se c’è n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiamo stando assieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è più rischioso, ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Qui è concentrata l’idea stessa che è alla base della guida-inchiesta. Questa pubblicazione, infatti, non solo da il dovuto spazio a tutte le realtà che perseguono i propri obiettivi prestando attenzione al rispetto della terra, dei diritti della persona, ad una idea di economia e quindi di una società più equa e più giusta. Ma si fa anche essa modalità di “fuga dall’inferno” utile al turista ossessionato dal “classico mercato” dei luoghi storici e dei souvenir, altrettanto preziosa per il comune cittadino alla ricerca di esperienze di economia e di socialità più sostenibili e condivise.

Gabriele Simmini